UN TEMUTO NEMICO PER LO STUDENTE
Per alcuni, l’ansia da esame può rappresentare una
vera minaccia all’esito della prova
di Simona Baldanza
Palpitazioni, senso di soffocamento, inquietudine, mal
di stomaco, disappetenza, insonnia, sudorazione diffusa, difficoltà nella
concentrazione e della memoria e chi più ne ha più ne metta.
Probabilmente, chiunque si sia cimentato nel
sostenimento di un esame avrà riconosciuto almeno alcune di queste
sensazioni psicofisiche, vissute in modo più o meno accentuato. Si tratta
delle più comuni manifestazioni d’ansia, che possono presentarsi, nel
caso specifico, durante un esame, ma non solo.
L’ansia consiste nella sensazione di anticipazione di
un pericolo incombente, caratterizzata da un disagio psichico di varia
intensità e da una serie di manifestazioni somatiche, come quelle appena
descritte. Siamo di fronte ad un fenomeno adattativo, che si è sviluppato
nel corso dell’evoluzione umana: essa rappresenta una reazione emotiva
che predispone l’uomo alla fuga di fronte ad eventuali pericoli esterni.
Essa è accompagnata da un’attivazione del sistema nervoso autonomo che
provoca tutta la serie di manifestazioni psicofisiche e da uno stato di
ipervigilanza, che può arrivare ad essere vero e proprio terrore. L’eccitazione
del sistema nervoso fa sì che le ghiandole surrenali vengano stimolate
per produrre sostanze (adrenalina e noradrenalina, per esempio) con la
funzione di preparare l’organismo ad una reazione di fuga.
I sintomi descritti, quindi, sono del tutto normali,
fisiologici quando si presentano in relazione ad una specifica situazione
di pericolo. D’altra parte, però, l’ansia può trasformarsi in un
meccanismo patologico e di grave disturbo se compare indipendentemente da
un reale pericolo e quando le manifestazioni somatiche e psicologiche che
l’accompagnano diventano tanto intense ed incontrollabili da impedire il
normale svolgimento di qualsiasi attività alla persona che le vive,
paralizzandola.
Anche l'ansia da esame svolge un ruolo positivo sulla
prestazione se si presenta con una intensità contenuta. In compiti o
contesti dove si richiede un’elevata concentrazione, è importante che
lo stato di allerta sia sostenuto, così da creare condizioni di tensione
per una buona concentrazione ed un buono sfruttamento delle risorse
cognitive. Con questa accezione, ansia e allerta possono essere
considerati termini equivalenti. Ma, se il livello di allerta, e quindi di
ansia, diventa troppo elevato, anziché favorire la concentrazione la
disgrega. Le funzioni mentali vengono disturbate secondo un ordine
preciso. A livelli moderati di ansia si potranno notare disturbi relativi
alle funzioni cognitive superiori, come il ragionamento astratto, man mano
che l'intensità dell'ansia aumenta si avranno difficoltà nel problem
solving, poi nel la memoria e, infine, nella percezione. E' per questo che
in condizioni di ansia molto intensa anche svolgere ragionamenti molto
semplici o ricordare dati che fino a poco prima erano ben chiari diventa
un compito molto arduo e, in alcuni casi, impossibile. L'interferenza tra
lo stato ansioso e le funzioni cognitive è spiegabile con un sovraccarico
di informazioni che la mente deve elaborare: oltre a quelle relative
all'esecuzione del compito (recupero di informazioni, ragionamento,
logica) ci sono anche tutti quei pensieri negativi di autosvalutazione e
autocommiserazione, che assorbono una parte dell'attenzione.
Ma perché non tutti soffrono di ansia da esame?
Le ragioni possono essere oggettive, come una reale
difficoltà dell'esame da sostenere, o una preparazione non sufficiente
che rende insicuri, oppure soggettive. Queste ultime sono quelle che più
spesso creano difficoltà a chi è condannato ad una paura cronica prima
degli esami, poiché sono le meno controllabili e, purtroppo, facendo
parte della personalità, non possono essere eliminate radicalmente. Tra
le cause soggettive più comuni dell'ansia da esame c'è un'ansia di
tratto, cioè una predisposizione, determinata da componenti genetiche e
ambientali, che rappresenta un aspetto del carattere della persona e che
consiste in una bassa soglia di attivazione dei meccanismi ansiosi di
fronte a stimoli seppur lievemente pericolosi. In queste persone, che
possiamo definire soggetti ansiosi, un evento come il sostenimento di un
esame provoca reazioni molto violente, rispetto a quelle che si osservano
in soggetti non-ansiosi. Da alcuni studi, ad esempio, si è visto che la
prestazione cognitiva in particolari compiti di soggetti definiti ansiosi
è peggiore di quella dei non-ansiosi.
Un'altra causa molto comune e importante nella
determinazione dell'ansia da esame è una bassa autostima. In soggetti con
un basso livello di autostima, l'ansia da esame può essere assimilata ad
un'altra particolare forma di ansia: l'ansia da prestazione. Anche in
questo caso abbiamo a che vedere con uno stato ansioso di tratto, si
tratta, cioè, di una caratteristica piuttosto stabile della personalità
che emerge in varie situazioni. L’ansia da prestazione è tipica delle
persone insicure, con bassa autostima, le quali non si sentono all’altezza
della situazione che deve essere affrontata di volta in volta, ritenendo
di mettere in atto una cattiva prestazione. Individui che presentano
questa difficoltà avvertono molto il peso del giudizio degli altri; in
questa ottica, l’ansia da esame e da prestazione si inseriscono nel
quadro di un più vasto e generico stato ansioso che è l’ansia sociale.
Il contatto, la relazione con altre persone innesca un meccanismo di
insicurezza e paura, che, a sua volta, rende il comportamento e la
performance della persona ancor meno efficace, così da aumentare
ulteriormente il suo senso di inadeguatezza. A questo punto il circolo
vizioso è stato innescato. La bassa competenza sociale, quindi, non solo
produce ansia, ma è il prodotto stesso dell’ansia.
Tra le cause di tipo soggettivo è opportuno ricordare
le esperienze pregresse che ognuno ha accumulato nella vita. In queste
rientrano sia quelle legate a contesti di esame sperimentati in
precedenza, sia lo stile di giudizio e di educazione trasmesso dai
genitori.
Per coloro che vivono gli esami con vero e proprio
terrore e, in alcuni casi, minacciano l'esito della prova a causa del
livello elevato di ansia che vivono, continuare a convivere con questo
problema può oltre a compromettere il successo personale, anche
condizionare le scelte di vita e professionali. La soluzione più
immediata, infatti, è evitare il problema aggirando l'ostacolo, vale a
dire evitare situazioni che possano determinare ansia (rinviare l'esame,
ad esempio). Naturalmente, questa via di uscita è quanto mai
controproducente, considerando che la paura di sostenere esami finisce col
rafforzarsi maggiormente. La situazione, però, è tutt'altro che
disperata. Le soluzioni esistono, ma tutte prevedono il presupposto
fondamentale del riconoscimento e della consapevolezza del problema: aver
paura degli esami non è un dramma, non è motivo di svalutazione, ma è
un aspetto della personalità che va accettato ed affrontato.
La gestione efficace di una situazione di esame
richiede la compresenza di abilità a livello cognitivo (autoistruzioni
positive, autorinforzo, aspettative di autoefficacia), emozionale
(espressione adeguata e controllo delle emozioni) e comportamentale. Tali
abilità rientrano in un programma psicologico cognitivo-comportamentale
di text skill training, che prevede l'impiego di varie tecniche
rieducative. Tra queste ricordiamo la desensibilizzazione, che consiste,
in breve, nell'abbinare sensazioni di rilassamento muscolare o pensieri
positivi e sereni a varie situazioni ansiogene ordinate per intensità su
una gerarchia. Un'altra tecniche prevede un potenziamento delle capacità
attentive, attraverso un addestramento alla focalizzazione dell'attenzione
su aspetti rilevanti della situazione d'esame, tralasciando quelli
irrilevanti. Esistono, però, molti altri metodi per combattere l'ansia da
esame. Occorre solo scegliere quello che si ritiene più confacente alle
proprie esigenze e alla propria personalità, armarsi di buona volontà,
costanza, fiducia e…buono studio!
Per approfondimenti leggi di Paolo Meazzini "Paura
d'esame: come vincerla" Ed. Franco Angeli (1996).
Mezzi per affrontare l’ansia da esame
1. Tecniche di rilassamento
Grazie il rilassamento di alcuni gruppi muscolari,
permettono una riduzione dei livelli d’ansia anche nelle situazioni
più critiche. Per ottenere questo risultato, però, si deve raggiungere
un certo grado di abilità nella pratica di rilassamento, attraverso
ripetuti esercizi.
2. Tecniche di modificazione del comportamento
Sono tecniche di addestramento di tipo
cognitivo-comportamentale (desensibilizzazione, modellamento,
addestramento dell'attenzione, coping skills training).
3. Terapia farmacologica
Somministrazione di benzodiazepine: è, tuttavia,
sconsigliata prima di sostenere un esame, poiché, oltre ad abbassare i
livelli dell’ansia, elimina anche quella carica positiva necessaria
per affrontare l’esame. Inoltre, rallentano le associazioni mentali.
4. Psicoterapia
Poiché i trattamenti psicoterapeutici sono spesso
lunghi e costosi, sono consigliabili per affrontare l'ansia da esame
solo se il problema è di grave entità o quando è associato a disturbi
ansiosi d'altro genere.