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1° Giorno 20/10/2000

Partenza da Venezia con 20 minuti di ritardo.
Da Malpensa siamo partiti in orario ma, a causa della congestione dello spazio aereo, abbiamo dovuto aspettare ancora, una quindicina di minuti, che decollassero degli altri aerei.
La durata del volo da Venezia a Malpensa è stata di 35 minuti, mentre il volo per Amman dovrebbe durare 3 ore e mezza con l'arrivo previsto alle 0.55, speriamo che rispettino le previsioni.
Al decollo il comandante ha comunicato che per domani si prevede un pò di pioggia, speriamo che queste previsioni siano sbagliate.
Sta arrivando la cena, devo interrompere.
Ho finito la "cena", niente di eccezionale, ma neanche da buttare, la cosa curiosa era il bigliettino che garantiva la mancanza di carne di maiale nel pasto.
Comunque il volo procede tranquillamente. Su un monitor LCD, sopra al mio sedile trasmettono delle scene tipo candit camera e dalle cuffiette sto ascoltando la collonna sonora di "Indiana Jones", piacevole, ma mi stò annoiando a morte, ricominciamo a leggere.

2° Giorno 21/10/2000

AMMAN
Ieri, anzi questa notte, siamo arrivati in orario ma tra disposizioni doganali e il viaggio verso l'albergo, 35 chilometri, siamo andati a letto alle 2.30 e, anche se la nostra camera si trova al 14° il traffico mi ha svegliato intorno le 6.00 anche se alla fine ci siamo alzati alle 8.00.
AMMAN - CittadellaDopo la colazione siamo usciti e dopo una breve paseggiata ci siamo accorti che eravamo troppo fuori mano e quindi ci siamo fatti portare da un taxi alla "cittadella" dove esistono delle rovine di varie epoche. Da lì siamo andati a visitare il teatro romano che si trova proprio sotto la collina della "cittadella".AMMAN - Teatro Romano
Questo teatro ha un'ottima acustica e una capienza di 6000 posti che ne fa il teatro più capiente della giornata.
Dopo il teatro romano abbiamo fatto una lunga passeggiata per le strade di Amman Il traffico è caotico e sembra senza regole ma, nonostante tutto, si vedono pochissime automobili con danni causati da piccoli incidenti come si vedono nelle nostre grandi città.
La cosa più impressionante è l'utilizzo del clacson. Non passano che pochi secondi tra una strombazzata e un'altra quindi si continua a sentire una "sinfonia" quasi continua di stombazzamenti di varie intensità e tonalità. Tra tutti questi suoni il clacson "tenore" è quello dei poliziotti motociclisti, visto che anche loro usano questo strumento molto spesso e la sua intensità è tale da coprire quelli delle automobili.
Per il resto Amman non è dissimile da una grande città occidentale anche se i negozi vendono prodotti a noi inosuali e l'abbigliamento delle persone à molto diverso dal nostro, visto le lunghe vesti di quasi tutte le donne e di qualche uomo. Si incontrano anche qualche donna con il velo e anche alcune completamente coperte dalla testa ai piedi e con addirittura i guanti. Ma sono molto poche, invece quasi tutte portano il "chador".

Dimenticavo di dire che le previsioni meteo del giorno precedente erano esatte, infatti alla mattina presto pioveva ma poi si è rasserenato.
Il resto della giornata l'abbiamo trascorsa in albergo a riposarci in attesa della nostra guida per il giorno successivo.

3° Giorno 22/10/2000

Partenza 8.00 il tempo è nuvoloso ma speriamo che migliori, come ieri.

MONTE NEBO
Monte Nebo - MonasteroA circa 40 chilometri da Amman si trova Monte Nebo, il luogo dove si pensa che Mosè abbia visto la terra santa prima di morire.Monte Nebo - Plastico Monastero
Da questo monte lo sguardo spazza dal Mar Morto a Israele, e se il tempo è buono si può vedere Gerusalemme, purtroppo noi abbiamo trovato foschia e, anche se il panorama era molto bello, abbiamo perso qualcosa.
Il monastero è stato scavato dai monaci e contiene dei belli mosaici bizantini tra cui quello più grande della Giordania che si è salvato dalla distruzione ad opera di un imperatore di bisanzio solo perchè era stato sepolto per dei lavori di innalzamento del pavimento.
MADABA - MosaicoDopo un breve tragitto di una diecina di chilometri arriviamo alla città di Madaba dove visitiamo la chiesa ortodossa di San Giorgio dove è presente un mosaico che rappresenta una mappa storico-religiosa di Israele Siria e Giordania, grazie a questa mappa si è ricostruito molto della vecchia Gerusalemme.
Riprendiamo il viaggio facendo una deviazione sulla Strada Dei Re dove facciamo una sosta per fare delle foto di un bel Wadi e quindi ripartiamo lungo la strada del deserto verso Karak.
Karak castello costruito durante le crociate quindi ricostruito e distrutto sia da varie guerre che dai terremoti.

In generale il viaggio verso Petra è stato piacevole soprattutto sull'autostrada del deserto grazie ai panorami del deserto che ci circondavano.

4° Giorno 23/10/2000

Petra
Già dall'albergo la vista è bellissima e spazia sulle montagne di colore arancio su una delle quali si trova la tomba del fratello di Mosè Aronne visibile sulla cima come una casetta bianca, praticamente un puntino bianco in cima ad una montagna.
Dopo un breve viaggio di una decina di minuti arriviamo all'ingresso del sito, dove troviamo i soliti negozietti di souvinir, quindi, dopo l'acquisto dei biglietti, ci avviamo lungo la strada sterrata e subito troviamo dei cavalli per avere un passaggio più comodo, ci avviamo a piedi.Il SIQ
La strada è divisa in due: una parte per i pedoni e l'altra parte per i cavalli. Dopo circa 500 metri arriviamo all'ingresso del SIQ dove mostriamo il biglietto e finalmente entriamo.
Avanzando in questa stretta gola ad ogni ansa ad ogni curva lo spettacolo cambia con colori che vanno dal giallo al rosso. In certi punti si allarga in altri si stringe fino a far scomparire quasi del tutto il cielo azzurro sopra di noi. Di tanto in tanto sono visibili delle sculture, dei capitelli, purtroppo non in buono stato a causa dell'uomo e del tempo.
Lentamente avanziamo e ,quasi senza accorgerci, lentamente comincia ad ad apparire IL TESORO.
L'immagine di questo stupendo monumento compare lentamente tra le anse del SIQ fino a comparire completamente nella sua maestosità. Quello che colpisce di più di questo monumento sono le sue dimensioni, alto più di trenta metri incombe sul visitatore con la sua straordinaria bellezza.


Stupisce il fatto che uomini con i mezzi che disponevano più di 2000 anni fa siano riusciti a scavare nella roccia, colonne, capitelli, statue. Purtroppo è stato danneggiato dai beduini i quali credevano che nell'urna posta alla sommità fosse nascosto un tesoro, da cui il nome del monumento, e quindi hanno cercato di romperla a fucilate. Ma l'unico risultato è stato quello di rovinarla visto che è composta di roccia compatta, oltre a rovinare le statue vicine, probabilmente avevano anche una pessima mira.
Continuamo lungo il Wadi Musa, una stretta valle dove si possono ammirare altre opere dei Nabatei, il popolo che costruì Petra, sempre scolpiti nella roccia, fino ad arrivare al teatro romano dove il Wadi Musa si allarga.
Da qui, dopo una piccola pausa in un ristoro quasi davanti al teatro, dove non mancavano caffè e souvinir, ci avviamo in salita verso il "tribunale" dove si vede un bel collonato, sempre scavato nella roccia, un secondo colonnato è stato purtroppo distrutto.
Scendendo passiamo su quello che rimane di una strada romana la quale costeggia il foro e altri resti sempre di origine romana. Questa strada finisce in prossimità di un ristorante costruito in maniera tale da confondersi nell'ambiente circostante, lo si vede solo quando ci si arriva davanti.
PETRA - MonasteroVicino a questo ristorante si trova l'inizio di un sentiero in mezzo alle montagne che porta, dopo circa 45 minuti e 800/900 gradini, al "monastero" un monumento simile al tesoro ma più piccolo.
Una volta ridiscesi e dopo un meritato abbondante pasto, ci avviamo sulla strada del ritorno ripercorrendo gli stessi luoghi visti alla mattitina.
Dopo una breve ultima sosta al TESORO, per ammirarlo con la luce del tramonto, ripercorriamo il SIQ per ritornare al luogo di incontro.

Ho lasciato Petra con una certa malinconia a causa della consapevolezza che difficilmente potrò tornarci. Però quella bellezza quella maestosità lasceranno in me un bellissimo ricordo.
Quello che mi ha di più colpito sono stati i colori. La roccia delle montagne di Petra ha dei colori che vanno dal rosso al giallo al nero, in certi punti le striature della roccia avevano dei colori che sembravano dipinti. E poi la grandiosità dell'assieme dei monumenti mi facevano pensare a come doveva essere la città nel periodo del suo massimo splendore, con i mercanti che vendevano i loro prodotti portati dalle carovane in arrivo dall'oriente, la gente comune che viveva nelle case scavate nella roccia e tutta la cacofonia di suoni, colori, odori di una città viva.
Purtroppo tutto questo è andato perduto ma passeggiando per il sito mi sembrava di vedere e sentire ancora quella gente come se i loro spiriti si aggirassero tuttora per Petra, e non esitono foto filmati o racconti che possano descrivere le senzazioni che ho provato tra quei meravigliosi monumenti.

5° Giorno 24/10/2000

Siq Al Barid (Piccola Petra)
Questo piccolo sito era usato per l'arrivo delle carovane e quindi per il commercio. Si trova in una piccola gola relativamente stretta, non molto distante da Petra,dove si accede da entrambi i lati tramite due stretti passaggi.
Per il resto si possono vedere varie "stanze" scavate nella roccia utilizzate sia come posto di ristoro che come luogo di culto. Si è compreso l'utilizzo di questi locali a causa di un alto gradino, l'altezza giusta per sedersi, scavato lungo le pareti.
Altre di queste stanze erano utilizzate come abitazioni ed erano divise in più locali.

Wadi Rum
Dopo un viaggio in pulman di qualche ora, lungo la strada del deserto, arriviamo in un piccolo villaggio da dove saliamo in delle jeep scoperte per quindi inoltrarci nel deserto.
Wadi Rum - Il DesertoCon un percorso di poche decine di minuti arriviamo in un punto dove si possono vedere dei graffiti fatti dei beduini nell'ottavo secolo e anche di origine greca. Questi graffiti sono solo dei nomi sul tipo "Abdul è stato qui " e si trovano, molto spesso, vicino a delle pozze d'acqua dove si fermavano queste antiche genti nomadi.
Wadi Rum - Il DesertoDa qui ripartiamo verso un'altro sito dove in una spaccattura di una montagna esistono delle pozze d'acqua piovana che si raccoglie in quel punto. Anche qui si trovano dei graffiti, alcuni risalenti a 3000 anni prima di Cristo, che rappresentano disegni di uomini a animali. Dopo una breve passeggiata all'interno di questa stretta spaccatura risaliamo nelle jeep per ritornare al luogo di partenza.

Il viaggio in jeep è stato molto divertente anche se abbiamo potuto vedere solo una piccola parte del deserto giordano. Ma è stato sufficente a dare un'idea di come è il deserto. Le montagne sbucavano dalla pinura sabbiosa come isole dal mare. Come a Petra queste montagne hanno un colore rosso/arancio intenso e una roccia scolpita dal vento a dall'acqua con figure casuali ma che mantengono un qualche ordine frattale che però non si riesce a comprendere.
Dopo il pasto concluso con lo speziato caffè arabo si parte per il lungo viaggio di ritorno ad Amman.

6° Giorno 25/10/2000

Jerash
JERASH - Piazza ovaleI resti romani di questa città sono molto belli, sopattutto la grande piazza ovale con il colonnato che la circonda. Purtroppo il tempo non è buono a fa freddo, speriamo che migliori in seguito.

SIRIA
Lasciamo Jerash e alcuni compagni di viaggio che rimanevano in Giordania, e ci avviamo verso il confine siriano. Il passaggio del confine non porta problemi particolari a parte un'attesa di circa una mezz'ora per il disbrigo delle pratiche doganali. Incontriamo la nostra nuova guida per la Siria.

BOSRA
Arriviamo alla città sotto una piggia torrenziale e andiamo a mangiare in un ristorante "tipico" l'igene sembrerebbe alquanto carente ma il cibo è almeno decente.
BOSRA - Teatro romanoVisitiamo prima la fortezza araba che nasconde all'interno un bellissimo teatro romano, quindi il resto dei ruderi. Durante questa visita siamo inseguiti da un gruppo dei ragazzini che cercano di venderci varia paccottiglia in maniera pittosto insistente.BOSRA - La città antica I ruderi sono molto grandi ma le "abitazioni" attuali, che sono costruite in mezzo e con parti degli stessi resti romani, ne rovina l'effetto, però la nostra guida ci dice che lentamente tutte queste abitazioni verranno abbattute per poter eseguire gli scavi di questo sito, in certi punti si cammina sull'antica strada romana e ai lati, ad un'altezza di circa 1 metro e mezzo, si vede la strada moderna in asfalto.
Partiamo per Damasco dove arriviamo dopo circa un'ora e mezzo.

7° Giorno 26/10/2000

DAMASCO
Partiamo dall'albergo e dopo un breve tragitto in pulman arriviamo al museo nazionale di Damasco. La facciata del museo è la ricostruzione del castello nel deserto Qasr al-Hair al-Gharbi di cui sono rimasti pochi resti.

Facciata museo nazionale di Damasco Particolare della facciata
Le decorazioni di questa facciata sono i resti di quelle originali ritrovate in prossimità del castello.
In questo museo si possono vedere moltissimi reperti della storia del medio oriente. Alcune sale contengono reperti Ittiti ad esempio della città di Mari dove sono presenti delle belle statue di alabastro. Nella sala di Ebla sono presenti varie tavolette di argilla con scritte cuneiformi. È presente anche un pezzo di lapislazzuli proveniente dal Madacascar, da questo si ricava che gli uomini dell'epoca navigavano non solo seguendo a vista la costa, ma anche che si spingevano più al largo visto che solo così potevano essere arrivati fino al Madacascar.
In queste stanze si possono ammirare anche dei piccoli cilindri forati al centro, in modo da diventare dei piccoli rulli, e incisi con vari disegni e scritte. Questi cilindri non erano altro che dei sigilli, si facevano rotolare sull'argilla morbida posta a sigillo, ad esempio di contenitori di tavolette scritte, in modo da lasciare impresso il disegno inciso sul cilidro.
In generale il museo è molto bello e spazia su un periodo storico molto ampio e con arte di molte culture: araba, ittita, fenicia, egiziana, greco-romana, bizzantina ed ebraica.
Usciti dal museo pranziamo nella città vecchia e dopo una passeggiata nella città vecchia visitiamo il palazzo di Azem Pasha governatore turco di Damasco.
Il palazzo è diviso in varie stanze dove stavano le donne da una parte mentre gli uomini dall'altra. Ci sono gli appartamenti delle spose, del pashà, e delle suocere, sempre del pashà. Il motivo della presenza degli appartamenti delle suocere è spigata dal fatto che le mogli del paschà non potevano mai uscire dal palazzo e quindi una volta all'anno le madri delle spose andavano a trovarle e quindi avevano degli appartamenti dove stare per quel periodo.
Usciti dal palazzo entriamo nel Suq, il tipico mercato arabo, con numerosissimi negozietti e bancarelle per arrivare alla Moschea degli Omayyadi.
Cupola del tesoro Entrati nel cortile della moschea ammiriamo un bellissimo mosaico dorato sulla parete e la "cupola del tesoro", una stanza ottagonale posta su colonne e completamente decorata con uno splendido mosaico la cui funzione era di contenere tutta l'elemosina, obbligatoria per un mussulmano, del mondo arabo. Per entrare nella moschea le donne che portano i pantaloni devono indossare un lungo "pastrano" e tutte si devono coprire i capelli, inoltre, tutti quanti, dobbiamo toglierci le scarpe e camminare sui numerosissimi tappeti che ricoprono il pavimento.Minbar
Internamente la moschea è abbastanza spoglia, almeno per come siamo abituati nelle chiese cristiane, ma è illuminata da numerosi belli lampadari in vetro ed è presente un bellissimo "minbar", l'equivalente del nostro pulpito, stupendamente intarsiato. Inoltre, si può ammirare il cenotafio di Giovanni Battista dove è custodita la testa del santo che battezò Gesù.
Usciti dalla moschea torniamo nel Suq per acquisti.
8° Giorno 27/10/2000

PALMYRA
Bagdad CaffeSi parte di buon mattino per Palmyra lungo una strada in mezzo al deserto siriano. Nel primo tratto, inaspettatamente, viaggiamo nella nebbia che si dissolve quando ci inoltriamo nel deserto. Facciamo una sosta al "Bagdad Caffè", un piccolo ristoro gestito dai beduini.
Torre funerariaArrivati a Palmyra visitiamo subito la necropoli. Prima visitiamo una torre, il cui proprietario era un governatore della città e quindi un'altra tomba, questa, invece, scavata nel terreno, costruita da due fratelli anche questi governatori della città. Questa seconda tomba ha dei belli affreschi che rappresentano una storia di origine Greca che parla di Ulisse e Achille.
I loculi all'interno della torreIn queste tombe i corpi venivano messi in dei loculi posti uno sopra l'altro, come facciamo ora, che poi venivano chiusi con delle lastre di marmo con scolpita l'immagine del viso della persona lì sepolta, come le nostre fotografie. Queste tombe venivano costruite dalle persone più facoltose, ma venivano "affittate" a chi non poteva costruire una.
Risaliamo in pulman che dopo un breve percorso ci porta al tempio di Baal del 52 a.C.Tempio do Baal Questo tempio ha la dimensione di 204×195 metri e dei grandiosi collonati, su ogni colonna dei quali era posta una mensola dove originariamente era presente una statua che rappresentava uno dei benefattori che avevano contribuito alla costruzione del tempio. Questa mensola è tipica dell'arte palmyrense.
Osservando le mura di questo tempio si notano due cose strane: alcune "pietre" utilizzate per la costruzione delle mura sono rotonde e la presenza di "buchi"Tempio di Baal Ingresso principale sugli angoli delle pietre utilizzate per la costruzione di queste mura.
Tempio di Baal-Altare sacrificaleNel primo caso l'utilizzo di pietre rotonde non è originale ma è stato fatto successivamente dagli arabi che hanno trasformato il tempio in fortezza per difendersi dai crociati e, per questa trasformazione, hanno usato quello che trovavano sul posto, anche parti di colonne rotonde per costruire un muro.
Per quanto riguarda i "buchi" sono stati fatti nella costruzione originale e il loro scopo era di rinforzare le mura perchè all'interno di questi fori, fatti sugli angoli delle pietre, veniva colato del bronzo fuso che una volta rafreddato legava assieme le pietre. Questi "chiodi" di bronzo venivano quindi ricoperti d'oro, l'effetto doveva essere stupefacente, soprattutto in una zona desertica dove il sole intenso faceva brillare queste mura, e quindi il tempio risultava essere visibile a grande distanza.
Il 7 Aprile di ogni anno c'era la celebrazione del dio Baal e durante quella celebrazione venivano sacrificati al dio migliaia di animali il cui sangue veniva cucinato e quindi offerto al dio.
Il tempio originale è stato in seguito usato come basilica e poi come moschea.

Porta trionfaleTetrapylonDopo il pranzo visitiamo il museo dove, oltre ad altre belle opere d'arte, si possono ammirare dei bellissimi bassorilievi utilizzati per chiudere i loculi dove venivono posti i morti. Questi bassorilievi avevano la stessa funzione che hanno ai giorni nostri le fotografie.
Usciti dal museo andiamo a visitare i resti dell'antica città dove si può ammirare il bellisimo colonnato formate dalle colonne con la loro immancabile mensola come al tempio di Baal, l'immancabile teatro romano, i resti degli antichi negozi le terme, insomma una città completa. Passeggiamo per questi antichi resti fino al tramonto per ammirarli illuminati di arancione dagli ultimi raggi del sole.

9° Giorno 28/10/2000

Partiamo di buon mattino da Palmyra lungo una strada in mezzo al deserto, tanto per cambiare, ma dopo qualche tempo, senza quasi rendercene conto, in panorama ai lati della strada è cambiato, le brulle distese del deserto sono state sostituite dai campi coltivati e distese erbose, vediamo, per la prima volta dall'inizio del viaggio 9 giorni fa, delle mucche al pascolo. Siamo entrati nella valle del fiume Oronte che rende questa zona della Siria la più fertile del paese. La guida ci dice che si coltiva molto cotone, abbiamo icrociato molti camion che lo trasportavano, e grano duro. Entrambi questi prodotti largamente esportati in Italia, il grano per la nostra pasta.
APAMEA
Finalmente arriviamo all'antica città di Apamea che si trova su un'altura sul lato della valle dell'Oronte.
Cardo MaximusCittà di origine greca ma successivamente abitata dai romani, distrutta da vari terremoti e quindi ricostruita. A causa di tutto questo sono presenti vari stili di epoche diverse.
Ingresso al palazzo realeGli scavi sono ancora in corso tanto che abbiamo ammirato dei ritrovamenti di solo una settimana prima. Tutta la zona intorno a Apamea sarebbe da scavare per trovare a pochi metri sotto la superfice nuovi reperti.
Iniziamo la visita dall'antica porta di ingresso della città e continuamo lungo il cardo maximus la lunga strada principale della città lunga 2 chilometri e larga 37 metri. Questa strada, come tutte le trade principali delle città romane dell'epoca, è delimitata da un alto colonnato sotto al quale c'erano numerosi negozi. Lungo questo percorso vediamo i resti delle terme dell'agorà e il punto di ingresso del palazzo reale evidenziato da una serie di colonne che uscivano verso la strada rispetto al resto del colonnato.
Dopo questa lunga passeggiata arriviamo alla fine del cardo maximus dove risaliamo sul pulman.
Ebla
Arriviamo al sito archeologico di Ebla al tramonto. Questo sito si trova sul Tell-Mardikh. Un Tell è una collinetta troncoconica creata dall'uomo mediate la sovrapposizione, nello stesso luogo e in periodi storici successivi, di vari insediamenti.
In questo sito archeologico sono stati ritrovati reperti che partono dal 3500 a.c. al 1700 a.c. ma il massimo splendore di Ebla si è avuto tra il 2400 a.c. e il 2250 a.c. quando fu distrutta, probabilmente, dal re Sargon di Akkad.
Questo sito è stato scoperto nel 1964 da una spedizione italiana guidata dal prof. Paolo Matthiae ma soltanto nel 1968 si è avuto la certezza che si trattava della città di Ebla. Quando abbiamo visitato il sito la campagna di scavi del 2000 si era conclusa solo la settimana precedente.
Resti del palazzo realeLa grande importanza della scoperta di Ebla è dovuto al ritrovamento degli archivi reali dove sono state ritrovate 17.000 tra tavolette intere e frammenti scritte in caratteri cuneiformi ma in una lingua locale, chiamata ora eblaita di origine semitica.
Gli scavi al tramontoIn questo sito non ci sono colonnati da ammirare, la città è troppo antica ed era costruita con mattoni crudi che gran parte si sono polverizzati con il tempo, ma fa effetto vedere, anzi più immaginare, una città di quelle dimensioni costruita 4500 anni fa. E inoltre, vedendo quei resti, ho potuto capire l'entusiasmo che provano gli archeologi nella loro ricerca di cose antiche.
Ripartiamo per arrivare alla città di Aleppo in serata.

10° Giorno 29/10/2000

Partiamo da Aleppo e dopo una quarantina di chilometri arriviamo al monastero di San Simeone.
SAN SIMEONE
Questa basilica è stata costruita intorno alla famosa Ingresso della basilicaAllineamento delle chiesecolonna, sopra la quale, predicava il santo. La basilica è formata da una cupola ottagonale dove al centro si trovano i resti della colonna, da questa cupola si diramano 4 chiese diverse di cui una, quella verso est, non perfettamente allineata con il centro della cupola, questo per ricordare la testa piegata di Gesù Cristo sulla croce.
La colonna è, ora, solo un grosso sasso perchè il resto è stato portato via come souvinir dai devoti, e una volta che la colonna era diventata un masso, i devoti hanno cominciato a portare via le piastrelle di marmo del pavimento. Purtroppo tutto questo ha notevolmente danneggiato la basilica anche se l'imponenza originale non è andata perduta.
La basilica di San Simeone si trova su una collina vicino al confine turco e quindi lo sguardo spazia fino alla Turchia. Risaliamo in pulman per tornare ad Aleppo
ALEPPO
Facciata del museo di AleppoDopo pranzo visitiamo il museo nazionale di Aleppo. Come per il museo di Damasco la facciata è la ricostruzione di un tempio-palazzo della dinastia Kapara della seconda metà del IX sec. a.C., le statue in basalto nero dell'ingresso rappresentano tre membri di questa famiglia.
Il museo è composto da 10 sale ognuna delle quali con reperti di siti diversi: Mari, Ugarit, Tell Halaf, Ebla e altri che vanno dagli Ittiti ai Greci. Si possono ammirare delle stupende statuine con la capigliatura in lapislazzuli provenienti da Ebla.
CITTADELLA DI ALEPPO
Questa fortezza è stata costruita su una collinetta al centro della città. I primi insediamenti in questo luogo risalgono al III millennio a.C. Dopo successive ricostruzioni, gli ultimi grandi lavori sono stati effettuati dai mamelucchi.
Ingresso alla CittadellaL'interno della cittadellaAll'arrivo dei turchi i difensori resistettero per 300 anni grazie a dei passaggi segreti sotterranei, una vera e propria città sotterranea, che la collegavano all'esterno e permettevano l'arrivo dei rifornimenti. Questa fortezza è stata conquistata solo con l'utilizzo di obici che utilizzavano la polvere da sparo, e quindi, grazie alla maggiore portata, hanno permesso il bombardamento dell'interno della cittadella. Ma, quando gli assedianti, sono riusciti ad entrare nella fortezza, non hanno trovato nessuno, perchè i difensori erano fuggiti all'esterno mediante i passaggi segreti. Questo bombardamento ha praticamente raso al suolo la cittadella e quindi è rimasto ben poco da vedere delle costruzioni originali.

11° Giorno 30/10/2000

HAMA
La sosta ad Hama è stata pittosto breve.Una NoriaUna Noria Abbiamo visto le famose Norie che sono delle enormi ruote utilizzate nel passato per portare l'acqua dell'Oronte negli acquedotti per quindi irrigare campi e giardini, e la parte vecchia della città, una zona pittosto piccola a causa dei numerosi terremoti che hanno distrutto, in varie epoche, il resto della città.
Il nome di queste ruote deriva dalla parola araba che indica il suono creato quando varie donne chiaccherano tra loro, che risulterebbe simile al rumore che fanno le Norie durante la loro rotazione.
KRAK DEI CAVALIERI
Camminameto sulle mura esterneArriviamo alla fortezza costruita dai crociati mediante una stradina stretta tortuosa e molto ripida, il pulman ci passava appena ed era meglio non guardare fuori del finestrino per non vedere quanto poco ci separava dallo strabiombo.
Entriamo in questo imponente castello mediante una piccola porta, che, come ci spiegherà successivamente la guida, non è la porta di ingresso originale ma era stata aperta dagli arabi dopo la conquista del castello, infatti sopra questa porta sono scopite delle scritte in arabo.
Un porticato internoSubito dopo l'ingresso si attraversa una serie di corridoi molto tortuosi chiusi, originariamente, da varie porte e con dei fori sul soffitto il cui scopo non era l'illuminazione ma venivano usati per rovesciare olio bollente sugli eventuali invasori.
Veduta da una torreQuesto castello è diviso in due parti, la più interna che era il castello vero e proprio mentre quella esterna era formata dalle possenti mura fornite di torri, camminamenti e numerose altre postazioni per la difesa, queste due parti erano separate da un profondo fossato di qui ora è rimasta solo una piccola parte mentre il resto è interrato.
Questa tipo di archittettura era perfetta per la difesa, anche perchè essendo costruito su un'altrura non era possibile in nessun modo vederne la costruzione interna (all'epoca non esisteva l'aviazione) e quindi se anche gli attaccanti superavano la prima cinta di mura si trovavano davanti lo Cortile internosbarramento del fossato ed, inoltre, sotto tiro dei difensori appostati nella parte interna del castello. Cosa veramente accaduta al Saladino il quale, dopo aver superato la prima cinta di mura non è riuscito ad andare oltre e ha dovuto ritirarsi. Solo suo nipote riuscirà a conquistare il castello, grazie alle conoscienze ricevute dal nonno e ad un sotterfugio.
Questo castello è molto ben conservato e si possono ammirare vari locali: stalle, alloggi, cucine, dispense, magazzini, utilizzati per i bisogni della vita quotidiana dei numerosi soldati, cavalieri e civili che vivevano in questo maestoso castello.
MALOULA
Dopo pranzo e un lungo tragitto in pulman, all'imbrunire, usciamo dall'autostrada per visitare la cittadina di Maloula a circa un'ora da Damasco.
In Questa bella cittadina, abbarbicata sulle pendici di una montagna, si possono vedere: le grotte dei primi abitanti, poi sostituite dalle abitazioni addossate alle caverne, il monastero di Mar Sarkis e il convento di Santa Tecla.
Nella chiesa del monastero consacrato ai Santi Giorgio (Mar Sarkis in aramaico) e Bacco esiste l'unico altare intatto di origine pagana conosciuto e ancora utilizzato. Questo altare ha la forma di un ferro di cavallo e con il bordo rialzato per convogliare il sangue degli animali sacrificati. Questo monastero è di rito greco-cattolico.
Il convento,che non abbiamo visitato, è dedicato a Santa Tecla (Mar Thekla in aramaico). Questa santa era una discepola dell'apostolo Paolo ha seguito la religione cristiana in contro il volere del padre da cui è fuggita. Fatta inseguire dai soldati, quando stava per essere catturata, in risposta alle sue preghiere, la roccia si aprì e lei potè rifugiarsi in una grotta da cui non volle più uscire e dedicarsi alla preghiera. Gli abitanti del luogo la consideravano capace di guarigioni miracolose e, alla sua morte, la sepellirono in quella stessa grotta che diventò luogo di pelegrinaggio. Nei pressi della grotta fu costruito alla fine dell'ottocento un monastero di rito greco-ortodosso abitato da suore che dipendono dal Patriarca di Damasco.

12° Giorno 31/10/2000

Dopo aver cambiato numerosi alberghi, percorso centinaia, anzi migliaia, di chilometri e visitato tanti luoghi, siamo arrivati all'ultimo giorno del viaggio. Al mattino si preparano le valige, come abbiamo già fatto numerose altre volte, ma questa volta con più accuratezza.
Minareto della moschea SciitaCortile della Moschea SciitaSaliamo sul pulman che ci porterà verso Damasco. Prima di arrivare alla città visitiamo la moschea sciita che si trova in un paese alla periferia di Damasco. Questa moschea è di recente costruzione, è stata inaugurata circa 15 anni fa. Ha una cupola ricoperta d'oro dello spessore di 2 millimetri e tutte le pareti esterne sono rivestite da piastrelle di ceramica decorate con disegni geometrici. In questa moschea non ci è permesso entrare, possiamo visitare solo il cortile, questo divieto è esteso non solo ai non mussulmani ma anche ai mussulmani non sciiti.
Ripartiamo per Damasco per andare nel Suq per gli ultimi acquisti. Sono molto belli i narghilè, se ne possono trovare in vetro e metallo oppure completamente in metallo; le scatole di varie misure in legno intersiato e, naturalmente, le stoffe damascate. Risaliamo in pulman pieni di borse di plastica e pacchetti di varie misure per avviarci verso l'aeroporto.
Qui ci congediamo dalla nostra guida che ci ha accompagnato tra le bellezze della Sira descrivendoci questi luoghi e le vicende storiche lì accadute, in modo molto accurato spesso con un pò di umorismo, ma soprattutto ci ha fatto comprendere l'importanza storica di questi luoghi per tutti noi.



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