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LA STORIA
L'antica città romana di Gerasa, attualmente Jerash, è stata costruita in prossimità del fiume omonimo a circa 40 chilometri a nord di Amman.
I primi insediamenti umani in questa zona sono stati scoperti nei dintorni di Jerash nella città biblica di Gilead dove sono stati scoperti resti di insediamenti del VI millennio a.C. Il nome di Gerasa compare nell'età del bronzo e del ferro, successivamente, durante il periodo ellenistico l'insediamento prese il nome di Antiochia Chrysorhoas, cioè Antiochia sulle acque dorate con riferimento alla posizione in riva al fiume. Comunque non è ancora stato chiarito quando e da chi fu fu fondata la vera e propria città.
I primi dominatori conosciuti sono i seleucidi ma sono state ritrovate tracce anche dei nabatei. Nel 63 d.C. la città, assieme ad altre appena conquistate, da inclusa da Pompeo nella nuova provincia di Siria. Lo sviluppo economico della città ebbe un forte impulso nel II secolo, fino a raggiungere il suo apice dopo la visita dell'imperatore Adriano durante l'inverno del 129-130 d.C., in questo periodo furono costruiti il nuovi templi, vari bagni, il ninfeo e il teatro settentrionale. Nel III secolo, Gerasa, fu elevata al rango di colonia da Caracalla.
L'avvento del cristianesimo,grazie ai numerosi seguaci , diede una un'altra spinta all'edilizia soprattutto sotto l'imperatore Giustiniano, vennero costruite più di una decina di chiese.
Anche durante la dominazione araba, Jerash mantenne una grande importanza economica. Durante l'epoca ommayyade e abbaside divenne un centro per la produzione della ceramica.
I declino della città iniziò con il terremoto del 747 che durò fino gli anni settanta dell'ottocento quando arrivarono i circassi, chiamati da Abd el-Hamid a popolare la città abbandonata.
SITO ARCHEOLOGICO

Arco di trionfo di Adriano
La ricchezza monumentale e il buono stato di conservazione hanno fatto meritare, a questo sito, l'appellativo di "Pompei dell'Oriente".
Prima di entrare nel sito archeologico dell'antica Gerasa si passa per l'imponente arco di trionfo costruito in onore dell'imperatore Adriano che visitò la città durante l'inverno del 129-130. Ha una larghezza di 37 metri e un'altezza di 12, in origine l'altezza era di 31 metri. Poco dopo l'arco di trionfo, sulla sinistra, si trova l'ippodromo, in fase di restauro. Continuando si arriva all'ingresso della zona degli scavi.
Si entra attraverso la porta meridionale aperta nelle mura della città. La porta è costruita con lo stesso stile dell'arco di Adriano ma più piccola. Le mura si sviluppavano originariamente su una lunghezza di 3,5 chilometri con una larghezza media di 2,5 metri e rinforzate da torri, ne esistono ancora dei tratti nella zona meridionale.

Il Foro ovale

Subito dopo aver attraversato l'ingresso si arriva al foro ovale. Questa bellissima piazza risale al I secolo. Si ritiene che l'insolita forma (vedi immagine) sia dovuta alla necessità di far convergere l'asse del tempio a Zeus con quello del cardo maximus, la strada principale romana. Il foro è racchiuso da un colonnato formato da 56 colonne di stile ionico e misura 90×80 metri.
Non si conosce l'utilizzo di questa grande piazza, alcuni studiosi pensano fosse semplicemente la piazza del mercato e quindi utilizzata per scopi commerciali, altri ritengono, invece, che visto la sua posizione davanti al tempio di Zeus fosse un'area sacra, una zona di culto. Secondo le diverse interpretazioni il piedistallo centrale sarebbe il basamento di una statua oppure un'altare.


Il teatro meridionale

A ovest del foro si trova il teatro meridionale, il maggiore dei tre presenti a Gerasa, é uno dei monumenti più ben conservati della città. Ha la capacità di 4000 posti e viene tuttora utilizzato, una volta all'anno, in occasione del Jerash Festival.
Alcune scritte ne fanno risalire la costruzione tra l'81 e il 96 all'epoca dell'imperatore Domiziano. Il primo piano è molto ben conservato con l'elegante scena (vedi immagine). La cavea è divisa in 32 file di posti, su alcuni dei quali è ancora visibile la numerazione in greco. La disposizione verso nord evitava che gli spettattori fossero abbagliati dal sole.

Dal teatro seguendo una stradina in mezzo agli scavi si passa vicino a varie chiese di epoca bizantina, tra queste la più ben conservata è il cosidetto complesso delle tre chiese.


Chiesa di Ss.Cosma e Damiano
Questo complesso è composto dalle tre chiese di S.giorgio, S.Giovanni e Ss.Cosma e Damiano poste una di fianco all'altra tanto che le mura laterali sono in comune. La più ben conservata è quella di Ss.Cosma e Damiano che è stata abbandonata per prima e poi ricoperta dal terreno, proprio grazie a questo terreno che li ha protetti sono arrivati fino a noi i bellissimi mosaici che pavimentavano la chiesa. I mosaici rappresentano numerosi animali, gazzelle, lepri, pavoni e pecore, inoltre sono rappresentati i due finanziatori della chiesa Teodoro e Giorgia.

Non molto distante dal complesso delle tre chiese si trova il tempio di Artemide il più importante di Gerasa. Artemide figlia di Zeus e sorella di Apollo era venerata come la dea della caccia e della fertilità, sovrana della natura e della Terra e protettrice della città.


Colonne del tempio di Artemide

Visto l'importanza della dea il suo tempio non poteva che essere maestoso, infatti fu costruito su una collinetta naturale alta 25 metri che dominava il cardo. Dal tempio partiva la strada sacra, composta da scalinate e terrazze, che arriva al cardo al quale si collegava mediante dei propilei, ingressi monumentali. Nel VI secolo i propilei divennero parte di una chiesa.
La cella del tempio era circondata da una doppia fila di colonne composta da 32 colonne alte 13 metri, attualmente ne rimangono 11 ancora erette. Le guide impressionano i visitatori infilando dei piccoli coltellini nel punto di appoggio delle colonne per evidenziare le impercettibili oscillazioni (vedi immagine).

Parallelamente al tempio di Artemide, si trova un altro complesso monumentale composto, partendo dal cardo e salendo, da una cattedrale, un cortile con fontana e la chiesa di S.Teodoro.


La cattedrale

La cattedrale è stata costruita, alla fine del IV secolo, su un preesistente tempio nabateo del I secolo. I propilei della cattedrale danno direttamente sul cardo e risalgono al tempio nabateo, mentre la scalinata è di costruzione bizantina.
Dall'atrio della cattedrale si accede ad un cortile (vedi immagine) con fontana dove ogni anno si celebrava la riccorenza delle nozze di Cana dove Cristo trasformò l'acqua in vino. Non è un caso che il precedente tempio era dedicato al dio del vino nabateo Dhushara.
Attraversato il cortile si arriva alla chiesa di S. Teodoro, il maggior edificio sacro di epoca bizantina della città, costruita nel V secolo.

I due principali monumenti di Gerasa si affacciano entrambi sul cardo, nome dato dai romani alla strada principale delle loro città.


Il cardo
Il cardo dell'antica Gerasa era lungo 500 metri e tagliava la città collegando il foro ovale con la porta settentrionale. Ai lati la strada era delimitata da due porticati con un 250 colonne sotto dei quai erano presenti dei marciapiedi sui quali si affacciavano le botteghe. Il cardo era tagliata da due decumani con direzione est-ovest. Uno dei due è lastricato con grosse lastre di roccia calcarea poste a spina di pesce sulle quali si possono ancora vedere i solchi scavati negli anni dal passaggio dei carri.
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