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La città di Karak si trova a circa 90 km a sud di Amman, sorge su uno spuntone di roccia circondato da un territorio collinoso e fertile. È dominata da una delle più importanti fortezze cristiane del XII secolo.
Esistono notizie dell'insediamento già nell'antico testamennto con il nome di Kir, Kir-Moab o Kir-Heres coè "città della terracotta". Capitale dei moabiti, successivamente nel II secolo a.C. passò ai nabatei. Sotto i romani diventò capoluogo distrettuale con il nome di Characmoba. Durante il dominio bizantino divenne sede vescovile con un importante monastero.
Venne quasi dimenticata nei primi secoli della dominazione islamica per riprendere importanza durante il periodo delle crociate grazie alla sua posizione strategica per il controllo della cisgiordania. Nel 1142 Payen Le Boutellier fece costruire la fortezza di Karak da dove, i crociati, potevano colpire i traffici commerciali e i pellegrinaggi tra Damasco e La Mecca. I continui attacchi da parte di Rinaldo di Châtillon, il sucessore di Le Boutellier, alle corovane dei pellegrini causarono la reazione di Saladino che, dopo 4 tentativi, tra il 1170 e il 1187, riuscì a conquistare la fortezza in maniera durevole.
Al-Adil, il fratello di Saladino, fece ristrutturare la fortezza riparandone i danni subiti dai vari assedi e costruire una residenza per sè. Nel 1263 il sultano mamelucco Baidars prese possesso di Karak e anche lui fece eseguire dei lavori di consolidamento e difesa della fortezza e della città.
Da 1518 iniziò il periodo di dominazione ottomana, ma, nella zona di Karak il potere era detenuto da dei signorotti locali nonostante varie spedizioni punitive da parte del sultano.
Al ritiro dei turchi dalla regione, il potere fu contenso tra varie tribù beduine con gravi sofferenze per gli abitanti. Questa situazione portò,nel 1880, all'emigrazione dei cristiani che vivevano in questa regione, verso Madaba. Solo alla fine dell'ottocento i turchi ripresero il controllo della regione.
La pessima esperienza con i beduini causò una certa diffidenza degli abitanti della regione verso il governo centrale, tanto che solo negli anni venti del novecento riconobbero l'emiro hashemita Abdullah.
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La fortezza crociata
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La fortezza, costruita nella parte meridionale della piattaforma rocciosa, era separata dal resto della città da un fossato che, attualmente, è quasi completamente interrato. Le rovine delle torri e delle possenti mura sono in enorme contrasto con le piccole abitazioni arroccate lungo i fianchi della collina.
Le dimensioni della fortezza e la disposizione su vari livelli dei numerosi ambienti, stanze, stalle, grandi locali di servizio, rendono molto difficile l'orientamento e disorientano il visitatore. Inoltre, il pessimo stato di conservazione di alcune costruzioni, rende molto difficile comprendere la visione d'assieme di questa enorme costruzione.
Quando il visitatore arriva nei punti più elevati della fortezza può ammirare il grandioso panorama che spazia sulla pianura sottostante e allora comprende l'importanza strategica di questo luogo. Da qui si potevano controllare le comunicazioni tra Damasco e il sud.
Mappa della fortezza di Karak
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Al tempo dei crociati e, successivamente, degli ayyubidi l'ingresso alla fortezza erano una serie di tunnel sotterranei, attualmente vi si accede da un comodo passaggio sul lato nord.
Le varie fasi della costruzione sono riconoscibili dal tipo diverso delle pietre utillizzate nella costruzione. Nel XII secolo i crociati di Le Boutellier usarono pietre basaltiche di sfumatura nera e rossastra, mentre i mussulmani utilizzarono pietre calcaree giallo-grigie. La struttura della fortezza è essenziale, esiste un solo elemento decorativo: una lastra quadrata di pietra con un rilievo geometrico.
La costruzione più imponente è il maschio di pietra calcarea costruito dagli ayyubidi, fortificato con feritoie, alto quattro piani e largo 35 metri.
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Qualche immagine della fortezza di Karak
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