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Folklore calabrese
Pietro e il Divino Maestro
Gesù domanda a Pietro: "Simone di Giovanni, mi ami più di costoro?"
e il discepolo: "Certo Signore, lo sai che ti amo" - e di nuovo, per
la terza volta: "Simone di Giovanni, mi ami tu?" e Pietro,
rattristato per l'insistenza: "Signore, tu sai tutto, tu conosci che
io ti amo".
Gesù ricompensa quest'amore costante con l'impegno: "Pasci i miei
agnelli!".
Non c'è più dubbio: "Ubi Petrus ibi Ecclesia".
I Vangeli ci presentano Gesù come l'esemplare Maestro itinerante che
ricevette da Dio la sua sapienza. L'azione e l'insegnamento
autoritari che lo contraddistinsero sbalordivano la gente, la quale
si chiedeva: "Costui comanda perfino agli spiriti maligni ed essi
ubbidiscono!" (Mc 1, 27).
Diversamente dalla nostra, la Sua è la scuola della vita ed Egli,
come l'uomo buono, "esprime con la bocca quel che ha nel cuore" (Lc
6, 45).
Ben lo conoscevano, quindi, i dodici discepoli e in modo particolare
Simone, chiamato da Gesù "Kefa", che - pur essendo il più forte
spiritualmente, come abbiamo constatato all'inizio dalle parole di
Giovanni, dal nostro popolino veniva ritenuto timoroso e pieno di
malizia. Ma, prima di narrare quanto di leggendario ci fu tramandato
dai nostri avi sul Principe degli Apostoli, teniamo a precisare che
noi, come Mara Montemaggiori, non crediamo al rinnegamento di
Pietro. Costei, a proposito, in una lettera aperta all'Abate René
Laurentin, (autore del libro francese "Petite vie de Saint Pierre")
chiarisce la frase di Gesù: "Prima che il gallo canti mi rinnegherai
tre volte" (Mt 26, 34).
"Non si può prendere la frase nel solo senso letterale", scrive la
professoressa Mara, "essa nasconde infatti un ordine, una cosa,
cioè, che doveva essere eseguita: tu mi dovrai rinnegare tre volte.
Al Maestro interessava soprattutto che gli Apostoli fossero salvi
per la loro grande missione dopo la sua crocifissione… La pietra
angolare non si spezza, semmai schiaccia gli altri che vorrebbero
spezzarla: la fede c'è o non c'è".
("L'Aurora" - periodico di Camerino - n. 461\462 - Luglio|Agosto
1999).
Pietro, comunque, pianse amaramente la presunta debolezza e nel 64 -
durante la persecuzione di Nerone - si fece crocifiggere a testa in
giù presso il Colle Vaticano, ove Costantino eresse l'incantevole
Basilica che nei secoli successivi fu ricostruita e ampliata.
Di tutt'altro avviso è, dunque, la figura di Pietro secondo la
fantasia popolare.
Come si racconta nelle Sacre Scritture, Gesù si recava in Galilea
con gli Apostoli da un luogo all'altro a predicare l'amore del
prossimo, ad operare miracoli e a portare la pace fra la gente, alla
quale parlava con parabole.
Dappertutto veniva acclamato e, unitamente ai suoi seguaci, riceveva
ospitalità, vitto e alloggio. Una volta i farisei vedendolo mangiare
con i peccatori e i pubblicani lo criticavano con i discepoli, ma
Gesù disse loro: "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i
malati".
Durante un grande viaggio i discepoli si accorsero che non c'era
nulla da mettere sotto i denti né per essi né per la folla presente.
Ma il Maestro, moltiplicando cinque pani e due pesci, sfamò tutti a
sazietà. Tuttavia, delle volte si dovevano attraversare luoghi
deserti e non c'era la possibilità di rifornirsi di vettovaglie. In
una tale circostanza, narra una leggenda popolare raccolta a S.
Martino di Taurianova, (anche se comune in altre località
calabresi), Gesù pregò i discepoli di portare ciascuno con sé una
pietra. Tutti ne raccattarono una della grossezza d'un pane, ad
eccezione di Pietro che si procurò soltanto un sassolino. Giunti in
un'amena radura il Signore, dopo aver benedetto le pietre che
divennero pani, invitò a sedere gli Apostoli per riposare. Il cibo,
naturalmente, bastò a tutti meno che a Pietro.
Trascorso qualche tempo, Gesù ordinò di nuovo ai discepoli di
procurarsi un sasso, prima d'intraprendere un lungo cammino.
Ognuno agì come in precedenza ad eccezione di Pietro, il quale si
caricò sulle spalle un pesante massello e, quando nella salita si
lamentava per la fatica, richiamato dal Maestro fingeva di non
soffrire alcun disturbo. Raggiunta la meta, Gesù questa volta pregò
gli Apostoli di sedere sulla propria pietra. Immaginate l'amara
sorpresa di Pietro, mentre i compagni ridevano di nascosto!
Sempre fra il popolo, si riporta un altro piacevole episodio che ha
come protagonista Pietro. Il discepolo, avendo un giorno trovato un
prosciutto, riferì l'accaduto al Signore. Questi gl'intimò allora di
ricercare con un bando pubblico il legittimo proprietario per la
restituzione. A questo punto, Pietro si mise a ripetere lungo la
strada a gran voce: "Chi ha perduto…" e soggiungeva in sordina "…un
prosciutto?". Poiché nessuno aveva inteso il nome della cosa
smarrita, il salume rimase all'Apostolo.
(Da "S. Martino: un paese e un Santo & Il miglior folk
calabrese" di Domenico Caruso - Nov. 2000).
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