¤  MONDO PICCINO  ¤

Vecchi e nuovi continenti

Vi invito a leggere anche i due pezzi precedenti che sono collegati a questo.

Basta cliccare sui numeri relativi che trovate alla fine della traduzione.

LA MAPPA DEL CALDO DEL 2010

Di Alexandra Giese

www.earth-policy.org/indicators/

Earth Policy Release

18 Gennaio 2011

Il principale anno fuori dal decennio più caldo della storia, il 2010 ha subito una temperatura globale media di 14,63 gradi Celsius (58,3 gradi Fahrenheit), pareggiando con il 2005 come anno più caldo nei 131 anni di registrazioni.

Questa notizia non arriverà come una sorpresa per i residenti dei 19 stati che subirono il record di calore nel 2010.

La Bielorussia fece un record di 38,7 gradi Celsius (101,7 gradi Fahrenheit) il 6 Agosto e poi lo batté di 0,2 gradi Celsius proprio il giorno successivo.

Un 47,2 di gradi Celsius (117,0 gradi Fahrenheit) portò Burma a fare il record per tutta l’Asia del Sud Est.

E il 26 Maggio 2010 l’antica città di Mohenjo-daro in Pakistan toccò i 53,5 gradi Celsius (128,3 gradi Fahrenheit) – un record non solo per il paese ma per tutta l’Asia.

Infatti, fu la quarta temperatura più calda di sempre a livello mondiale.

(Vedi i dati su www.earth-policy.org/indicators/C51.)

La temperatura della Terra non sta solo aumentando, aumenta in modo incrementato. Dal 1880 al 1970, la temperatura media globale aumentò all’incirca di 0,03 gradi Celsius ogni decennio.

Dal 1970, quel passo è aumentato in modo drammatico: a 0,13 gradi Celsius per decennio.

I due terzi dell’aumento che è quasi 0,8 gradi Celsius (1,4 gradi Fahrenheit) nella temperatura globale dal 1880 si è verificato negli ultimi 40 anni. E 9 dei 10 anni più caldi si sono verificati nell’ultimo decennio.

La temperatura globale è influenzata da numerosi fattori, alcuni naturali e alcuni causati dalle attività umane.

Un fenomeno noto come El Niño-Southern Oscillation è caratterizzato alle estremità dalle temperature nell’Oceano Pacifico e dai cambiamenti nei fattori atmosferici. Il ciclo riguarda le fasi apposite le quali hanno impatti globali.

La fase dell’El Niño tipicamente alza la temperature media globale mentre la sua controparte, La Niña tende a deprimerla.

Le variazioni di temperatura sono determinate anche parzialmente dai cicli solari.

Poiché noi siamo vicino a un minimo di irradiazione solare (quanta energia la terra riceve dal sole) e visto l’episodio della Niña nella seconda metà del 2010, ci aspetteremmo un anno più fresco del normale – considerando le temperature record del 2010 pure più rilevanti.

Dalla Rivoluzione Industriale, le emissioni di attività umane di gas serra o di biossido di carbonio hanno portato il sistema climatico della terra molto fuori della sua gamma normale.

I livelli di biossido di carbonio nell’atmosfera sono aumentate di quasi il 40%, dalle 280 parti per milione (ppm) a quasi 390 ppm.

Mentre l’atmosfera diviene sovraccaricata sempre di più con i gas che catturano il calore, la temperatura della terra continua ad aumentare.

Pure mutamenti che sembrano piccoli nella temperatura globale hanno effetti che vanno lontano sul livello del mare, la circolazione atmosferica, e i fattori climatici nel globo. Gli scienziati del clima notano che incrementi sia nella frequenza che nella severità di eventi climatici estremi derivano da un clima più caldo.

Nel 2010. l’onda di calore in Russia, i fuochi in Israele, l’inondazione in Pakistan e Australia, le frane in Cina, la nevicata record attraverso la regione del medio Atlantico degli USA, e i 12 uragani sull’Oceano Atlantico furono tra gli eventi climatici estremi.

Il costo umano di tali eventi non fu piccolo: l’onda di calore russa e i fuochi nelle foreste presero 56.000 vite, mentre le inondazioni del Pakistan ne fecero 1.760.

Sebbene il clima del 2010 sembrerebbe estremo comparato con quello degli anni più recenti, gli scienziati avvertono che tali fattori potrebbero divenire più comuni nel prossimo futuro.

E mentre nessun evento singolo è attribuibile direttamente al cambiamento climatico, lo scienziato climatico della NASA J. Hansen nota che il clima estremo del 2010 “quasi certamente non” si sarebbe verificato in assenza di emissioni di gas serra eccessive.

L’aria più calda contiene più vapore acqueo, e quell’umidità extra porta a tempeste più pesanti.

Allo stesso tempo in cui gli eventi di pioggia divengono più grandi in alcune aree, il cambiamento climatico causa siccità più intense prolungate in altre.

In alcune stime, le siccità potrebbero divenire 10 volte più severe entro la fine del secolo.

Un aumento nel numero di alte temperature record – e un concomitante decremento nel numero dei record minimi – è caratteristico di un mondo che scalda come il numero crescente di eventi climatici estremi.

Per esempio, mentre 19 paesi segnarono i record massimi nel 2010, nessuno testimoniò un record di temperatura minima.

Negli USA, i dati della stazione climatica rivelano che i record della temperatura massima quotidiana superarono i record della minima in nove mesi del 2010. Nel decennio passato, i record massimi furono più che doppio della norma dei record minimi, mentre mezzo secolo fa c’era quasi un’eguale probabilità di provare gli uni e gli altri.

Le temperature aumentano più velocemente in alcuni posti rispetto ad altri.

L’Artico si è riscaldato in misura variabile da 3 a 4 gradi Celsius (5 - 7 gradi Fahrenheit) dal decennio dal 1950 al 1960.

Esso è scaldato il doppio del tasso medio della terra, è la regione che scalda più velocemente sul pianeta.

Il grande riscaldamento sproporzionato all’Artico è in parte dovuto all’effetto “albedo”.

Mentre si scioglie il ghiaccio marino, l’acqua dell’oceano è esposta: l’energia in più assorbita dalla superficie più scura scioglierà più ghiaccio, azionando una retroazione auto rinforzante.

Nel 2010, il ghiaccio del mare Artico si restrinse fino alla sua terza estensione di record minimo, dopo il 2007 e il 2008, e raggiunse anche quello che fu il suo volume minimo in migliaia di anni.

Ad entrambi i poli, le grandi lastre di ghiaccio mostrano segni preoccupanti: calcoli recenti rivelano che la Groenlandia perde più di 250 miliardi di tonnellate d’acqua all’anno, e l’87% dei ghiacciai marini nella penisola Antartica si sono ritirati da dopo il 1940.

C’è tanto ghiaccio in Groenlandia e all’Antartico da aumentare i livelli marini globali di oltre 70 m. (230 piedi) se si sciogliessero del tutto.

Se le temperature globali non si stabilizzeranno, i mari più alti per lo scioglimento dei poli e dei ghiacciai montani, combinati con l’espansione del caldo diffusa dall’oceano stesso, ci guideranno eventualmente allo spostamento di milioni di persone mentre le aree costiere più basse e le isole stato saranno inondate.

Finora la crescita del livello del mare è stata minima, con una media globale di 17 centimetri (6 inches) durante l’ultimo secolo.

Ma il tasso di crescita sta accelerando, e alcuni scienziati affermano che una crescita di 2 metri (6 feet) è possibile prima che il secolo finisca.

Non è minacciata solo la popolazione costiera dall’aumento delle temperature globali.

Le temperature più alte riducono le rese del raccolto e la fornitura d’acqua, e incidono sulla sicurezza alimentare nel mondo.

Gli scienziati agricoli hanno visto una correlazione tra l’aumento di temperatura di 1 grado Celsius sull’ottimo durante la primavera e la diminuzione nella resa del grano del 10%.

Ondate di caldo e siccità posso causare anche tagli drastici ai raccolti.

I ghiacciai montani, i quali si rimpiccioliscono ovunque come risultato delle temperature in aumento, forniscono acqua da bere e da irrigazione a gran parte della popolazione del mondo, incluse le centinaia di milioni in Asia.

Più di ogni variazione naturale, le emissioni di carbonio dalle attività umane determineranno la traiettoria futura della temperatura della terra e quindi la frequenza degli eventi climatici estremi, la crescita nel livello del mare e lo stato della sicurezza alimentare. Il rapporto del 2007 dell’Intergovernmental Panel on Climate Change previde che la terra si scalderà da 1,1 a 6,4 gradi Celsius ( da 2 a 11 gradi Fahrenheit) entro la fine del secolo.

Inoltre una crescita di 2-3 gradi celsius renderà la terra così calda come lo era 3 milioni di anni fa, quando gli oceani erano più alti di 25 metri (80 feet) rispetto a quanto sono oggi.

La ricerca seguente ha previsto una crescita più grande – fino a 7,4 gradi Celsius – se il mondo dipenderà ancora da un sistema energetico basato sul carburante fossile. Ma si può creare un futuro differente avviando un nuovo corso – uno con le fonti energetiche libere dal carbone, i trasporti ristrutturati e aumentando l’efficienza. Fermeremmo la crescita rapida della temperatura della terra riducendo le emissioni in modo forte.

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I dati, le note e le fonti aggiuntive possono essere trovati su www.earth-policy.org.

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Tradotto da F. Allegri il 4 luglio 2011.

2010 HITS TOP OF TEMPERATURE CHART

By Alexandra Giese

www.earth-policy.org/indicators/

Earth Policy Release

January 18, 2011

Topping off the warmest decade in history, 2010 experienced a global average temperature of 14.63 degrees Celsius (58.3 degrees Fahrenheit), tying 2005 as the hottest year in 131 years of recordkeeping.

This news will come as no surprise to residents of the 19 countries that experienced record heat in 2010.

Belarus set a record of 38.7 degrees Celsius (101.7 degrees Fahrenheit) on August 6 and then broke it by 0.2 degrees Celsius just one day later.

A 47.2-degree Celsius (117.0-degree Fahrenheit) spike in Burma set a record for Southeast Asia as a whole.

And on May 26, 2010, the ancient city of Mohenjo-daro in Pakistan hit 53.5 degrees Celsius (128.3 degrees Fahrenheit) - a record not only for the country but for all of Asia.

In fact, it was the fourth hottest temperature ever recorded anywhere.

(See data at www.earth-policy.org/indicators/C51.)

The earth’s temperature is not only rising, it is rising at an increasing rate. From 1880 through 1970, the global average temperature increased roughly 0.03 degrees Celsius each decade.

Since 1970, that pace has increased dramatically, to 0.13 degrees Celsius per decade.

Two thirds of the increase of nearly 0.8 degrees Celsius (1.4 degrees Fahrenheit) in the global temperature since the 1880s has occurred in the last 40 years. And 9 of the 10 warmest years happened in the last decade.

Global temperature is influenced by a number of factors, some natural and some due to human activities.

A phenomenon known as the El Niño-Southern Oscillation is characterized by extremes in Pacific Ocean temperatures and shifts in atmospheric patterns. The cycle involves opposite phases, both of which have global impacts.

The El Niño phase typically raises the global average temperature, while its counterpart, La Niña, tends to depress it.

Temperature variations are also partly determined by solar cycles.

Because we are close to a minimum in solar irradiance (how much energy the earth receives from the sun) and entered a La Niña episode in the second half of 2010, we would expect a cooler year than normal - making 2010’s record temperature even more remarkable.

Since the Industrial Revolution, emissions from human activities of greenhouse gases such as carbon dioxide have driven the earth’s climate system dangerously outside of its normal range.

Carbon dioxide levels in the atmosphere have risen nearly 40 percent, from 280 parts per million (ppm) to almost 390 ppm.

As the atmosphere becomes increasingly overloaded with heat-trapping gases, the earth’s temperature continues to rise.

Even seemingly small changes in global temperature have far-reaching effects on sea level, atmospheric circulation, and weather patterns around the globe. Climate scientists note that increases in both the frequency and severity of extreme weather events are characteristics of a hotter climate.

In 2010, the heat wave in Russia, fires in Israel, flooding in Pakistan and Australia, landslides in China, record snowfall across the mid-Atlantic region of the United States, and 12 Atlantic Ocean hurricanes were among the extreme weather events.

The human cost of these events was not small: the Russian heat wave and forest fires claimed 56,000 lives, while the Pakistan floods took 1,760.

Although the weather of 2010 seems extreme compared with that of earlier years, scientists warn that such patterns could become more common in the near future.

And while no single event can be attributed directly to climate change, NASA climate scientist James Hansen notes that the extreme weather of 2010 would “almost certainly not” have occurred in the absence of excessive greenhouse gas emissions.

Warmer air holds more water vapor, and that extra moisture leads to heavier storms.

At the same time that precipitation events are becoming larger in some areas, climate change causes more intense and prolonged droughts in others.

By some estimates, droughts could be up to 10 times as severe by the end of the century.

Like a growing number of extreme weather events, an increase in the number of record-high temperatures - and a concomitant decrease in the number of record lows - is characteristic of a warming world.

For instance, while 19 countries recorded record highs in 2010, not one witnessed a record low temperature.

Across the United States, weather station data reveal that daily maximum temperature records outnumbered minimum temperature records for nine months of 2010. Over the last decade, record highs were more than twice as common as record lows, whereas half a century ago there was a roughly equal probability of experiencing either of these.

Temperatures are rising faster in some places than in others.

The Arctic has warmed by as much as 3-4 degrees Celsius (5-7 degrees Fahrenheit) since the 1950s.

It is heating up at twice the rate of the earth on average, making it the fastest-warming region on the planet.

Disproportionately large warming in the Arctic is partially due to the albedo effect.

As sea ice melts, darker ocean water is exposed; the additional energy absorbed by the darker surface then melts more ice, setting in motion a self-reinforcing feedback.

In 2010, Arctic sea ice shrank to its third-lowest extent on record, after 2007 and 2008, and also reached what was likely its lowest volume in thousands of years.

At both poles, the great ice sheets are showing worrying signs: recent calculations reveal that Greenland is losing more than 250 billion tons of water per year, and 87 percent of marine glaciers on the Antarctic Peninsula have retreated since the 1940s.

There is enough water frozen in Greenland and Antarctica to raise global sea levels by over 70 meters (230 feet) if they were to melt entirely.

Unless global temperatures are stabilized, higher seas from melting ice sheets and mountain glaciers, combined with the heat-driven expansion of ocean water itself, will eventually lead to the displacement of millions of people as low-lying coastal areas and island nations are inundated.

Sea level rise has been minimal so far, with a global average of 17 centimeters (6 inches) during the last century.

But the rate of the rise is accelerating, and some scientists maintain that a rise as high as 2 meters (6 feet) is possible before this century’s end.

It is not only coastal populations that are threatened by rising global temperatures.

Higher temperatures reduce crop yields and water supplies, affecting food security worldwide.

Agricultural scientists have drawn a correlation between a temperature rise of 1 degree Celsius above the optimum during the growing season and a grain yield decrease of 10 percent.

Heat waves and droughts can also cause drastic cuts in harvests.

Mountain glaciers, which are shrinking worldwide as a result of rising temperatures, supply drinking and irrigation water to much of the world’s population, including hundreds of millions in Asia.

More than any natural variations, carbon emissions from human activities will determine the future trajectory of the earth’s temperature and thus the frequency of extreme weather events, the rise in sea level, and the state of food security. The 2007 report from the Intergovernmental Panel on Climate Change projected that the earth would warm 1.1-6.4 degrees Celsius (2-11 degrees Fahrenheit) by the end of the century.

Yet a rise of 2-3 degrees Celsius will make the earth as hot as it was 3 million years ago, when oceans were more than 25 meters (80 feet) higher than they are today.

Subsequent research has projected an even larger rise - up to 7.4 degrees Celsius - if the world continues to depend on a fossil-fuel-based energy system. But we can create a different future by turning to a new path - one with carbon-free energy sources, restructured transportation, and increased efficiency. By dramatically reducing emissions, we could halt the rapid rise of the earth’s temperature.

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Data, endnotes, and additional resources can be found on www.earth-policy.org.

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