¤  MONDO PICCINO  ¤

Vecchi e nuovi continenti

NOTA INTRODUTTIVA

07/06/2011

Ecco una parte importante delle rivelazioni di Wikileaks, forse la principale.

Ormai dovrebbe essere chiaro che questi atti di politica estera USA hanno un'importanza prevalente per la sua politica interna.

(Quarta parte)

By: http://cablegate.wikileaks.org/index.html

L’ENI GIUSTIFICA LE ATTIVITÀ IN IRAN

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11. (C) I dirigenti ENI ((Ente Nazionale Idrocarburi) ente parastatale per energia e gas dissero alla delegazione del Congresso che collaborano per fugare le preoccupazioni USG sulla attività in Iran dell’ente, ma insistettero che esso adempierà ai propri obblighi contrattuali lì.

I funzionari della società dissero che l’Eni aveva capito il messaggio del USG di ridurre la sua presenza in Iran, e come risultato aveva già ridotto le sue attività in Iran a un livello minimo.

I funzionari dell’ENI fornirono allo Staffdel la copia della lettera del CEO Scaroni del 16/11/2009 all’ambasciatore Thorne che dichiara la posizione della società (una copia della lettera fu fornita a EEB a novembre).

Riferendosi alla lettera, i funzionari sottolinearono che l’Eni non intraprenderà nuove attività in Iran, incluse quelle dalle sue controllate: Saipem e Polimeri Europa.

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Aggiunsero che in seguito alle riunioni del 16 settembre di Scaroni a Washington la società rinunciò anche ai piani per un protocollo d'intesa con l’Iran per lo sviluppo della fase III del giacimento Darquain.

I funzionari dichiararono che, mentre la legge UE impedisce a Eni di rispondere alle richieste ufficiali di informazioni sulle sue operazioni in Iran, esso è stato trasparente nell’informare il governo USA, su base volontaria.

12. (C) I funzionari Eni dichiararono, tuttavia, che l’Eni intende svolgere le attività di esplorazione e sviluppo in Iran che fanno parte dei suoi obblighi contrattuali laggiù.

I funzionari riconobbero che questa è “un’area grigia” (a causa delle differenze di opinione tra l'azienda e il governo USA su ciò che è una “nuova” attività e su ciò che è “vecchio”).

I funzionari della società dissero che speravano di chiarire la questione con Washington durante gli incontri separati a gennaio con alti funzionari del Dipartimento di Stato e del Dipartimento del Tesoro.

Pressati sui dettagli degli obblighi esistenti per la società, i funzionari dissero che è nel contratto il raggiungere alcuni obiettivi di produzione (di petrolio), al fine di garantire livelli produttivi definiti entro un periodo di tempo determinato.

Aggiunsero che l’Eni deve tenere una certa soglia di produzione al fine di recuperare i suoi investimenti in Iran.

Spiegarono anche che l’Eni riceve pagamenti periodici (possibilmente programmati) dall’Iran in quantità di petrolio equivalenti pari ai livelli/obiettivi raggiunti di produzione.

13. (C) I funzionari Eni ammisero le frustranti difficoltà di operare in Iran, ma dichiararono che la loro priorità era di recuperare gli investimenti laggiù mentre andavano incontro alle leggi UE.

I dirigenti stimarono gli investimenti totali in Iran dell’Eni intorno ai 3 miliardi di dollari, dei quali ha già recuperato circa il 60 per cento (o circa 1,7 miliardi di dollari secondo un rappresentante Eni).

I funzionari della compagnia dissero che l’Eni aveva ancora bisogno di recuperare circa 1,4 miliardi dollari dalle sue operazioni in Iran.

Aggiunsero che (se tutto andrà come pianificato) l’Eni recupererà il resto dei suoi investimenti entro la fine del 2013 o all’inizio del 2014.

Essi hanno inoltre spiegato che i contratti in Iran dell’Eni prevedono la possibilità di proroghe se la compagnia non fosse in grado di recuperare i propri investimenti nel lasso di tempo stipulato.

I funzionari Eni ammonirono che l’ente potrebbe affrontare le sanzioni UE se si ritirasse dall’Iran per la pressione delle sanzioni unilaterali USG.

Tradotto da F. Allegri il 7 giugno 2011.

 

By: http://cablegate.wikileaks.org/index.html

ENI JUSTIFIES IRAN ACTIVITIES

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11. (C) Energy and gas parastatal Eni (Ente Nazionale Idrocarburi) officials told the Congressional delegation that it is cooperating to address USG concerns over the company’s Iran activities, but insisted that it will continue to fulfill its contractual obligations there.

The company officials said that Eni has understood the USG message to reduce its presence in Iran, and as a result it has already decreased its Iran activities to a minimum level.

The Eni officials provided the Staffdel with a copy of the November 16, 2009 CEO Scaroni letter to Ambassador Thorne that states the company,s position (A copy of Eni's letter was provided to EEB in November).

Referencing this letter, the officials pointed out that Eni will not undertake new activities in Iran, including no new activities by its subsidiaries, Saipem and Polimeri Europa.

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They added that following Scaroni’s September 16 meetings in Washington the company also gave up plans for an MOU with Iran for development of the phase III of the Darquain oil field.

The officials stated that while EU law prevents the Eni from responding to official requests for information on its Iran operations, it has been transparent in informing the USG on a voluntary basis.

12. (C) The Eni officials stated, however, that Eni intends to carry out exploration and development activities in Iran that fall under its contractual obligations there.

The officials acknowledged that this is a - gray area (due to the differences of opinion between the company and the USG over what is “new” activity and what is “old”.)

The company officials said that they hope to clarify this issue with Washington during separate meetings in January with senior officials from the State Department and Department of Treasury.

Pressed for details over the company’s existing obligations, the officials said that it is under contract to meet certain targets of (oil) production in order to guarantee defined levels of production within a given time frame.

They added that Eni must keep a certain threshold of production in order to recover its investments in Iran.

They also explained that Eni receives periodic (possibly scheduled) payments by Iran in oil equivalent amounts that correspond to the attained target levels of production.

13. (C) The Eni officials admitted the frustrating difficulties of operating in Iran, but stated that Eni’s priority is to recover its investments there while meeting EU laws.

The officials estimated Eni’s total Iran investments at around $3 billion dollars, of which they said Eni has already recovered already about 60 percent (or about $1.7 billion according to one Eni representative).

The company officials said Eni still needs to recover about $1.4 billion from its Iran operations.

They added that (if all goes as planned) Eni will recover this remainder of its investments by the end of 2013 or early in 2014.

They further explained that Eni’s Iran contracts provide the possibility of extensions if the company is not able to recover its investments within the stipulated time frame.

The Eni officials cautioned that the company may face EU sanctions if it withdraws from Iran due to pressure from USG unilateral sanctions.

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