CRITICA  LOCALE

LA  LETTERA  DI  RALPH  NADER

( nostra esclusiva la versione italiana )

[11 Settembre 2010]

Il bozzolo multinazionale del Democratico

di Ralph Nader

E’ sorprendente come molti Democratici nei 3 mesi passati abbiano costruito lo scenario del caso peggiore per le loro candidature alle elezioni di medio termine di Novembre.

Credete che il partito Repubblicano più pusillanime della storia abbia bisogno del loro aiuto in tale profezia auto-realizzata.

Guardate gli argomenti che i sapientoni democratici, insieme ad alcuni legislatori eletti, mettono in luce sul rallentamento dell’economia recessiva e dello “scambio naturale” con i Repubblicani dei seggi fin qui sicuri che essi persero con i Democratici nel 2008.

L’aura esagerata dai mass media del Tea Party, pompata da Limbaugh, Hannity e dall’istrionico Glen Beck ha messo i Democratici in una posizione difensiva. Essa offre ai Repubblicani confusi un’immagine offensiva.

Io dico confusi perché essi non possono comprendere le molte posizioni disparate del Tea Party, eruzione che include il mutamento dei Repubblicani e di George W. Bush per aver lanciato questa epidemia di deficit, debito, salvataggi e avventure militari incostituzionali. L’essere politicamente sulla difensiva diviene un’onda ossessionante e auto-replicante per la fetta del 10% di elettori volatili che fanno la differenza tra la vittoria o la sconfitta grande. Sono anche gli elettori non ereditari del partito la cui filosofia è “di cacciare i fannulloni” fino a quando non ricevono il messaggio.

Il più recente sondaggio Gallup ha predetto la vittoria Repubblicana alla House of Representatives.

Mentre lo scienziato politico, Larry Babato, con una precisione predittiva del 98% per le corse congressuali degli ultimi 10 anni, vede la House assegnata e il Senato in bilico.

Ma è ancora presto.

I problemi del Partito Democratico sono molto più profondi di quanto indicano i dibattiti della Domenica. Primo i Democratici non hanno una filosofia politica progressiva.

Essi potrebbero imparare dal 4 volte vincitore – Franklin Delano Roosevelt – quando fu visto come l’amico delle famiglie che lavorano

Uno ha solo da ascoltare i dibattiti su C-Span tra i Democratici e i Repubblicani in corsa per il Congresso o per divenire Governatori.

Troppo spesso, a parte un Libertarian o un Verde nella miscela, ci sono molte poche linee luminose o contrasti tra i Repubblicani e i Democratici; tuttavia cercano di magnificare molto le differenze personali.

In realtà, i Blue Dog Democratici - matricola, che vinse nel 2008, vanno per la loro strada a criticare i loro capi congressuali e il Presidente Obama, con il pieno incoraggiamento dei leader Democratici nazionali.

Gli ultimi restarono lontani dalle tribune elettorali durante la lunga vacanza congressuale.

I Democratici persero Agosto con i Repubblicani e con le radio di destra e gli imbestialiti on line che parlano dello stimolo, della riforma sanitaria e della restaurazione proposta dei tagli fiscali di Bush per i ricchi come “agende uccidi-lavoro” e di un disastro “per famiglie e piccoli affari”. Tali false espressioni Repubblicane riempiono le discussioni congressuali.

Cosa blocca i Democratici nella costruzione del loro progetto?

E’ IL LORO DESIDERIO DI CONTINUARE A RICEVERE I FONDI DAL GRANDE AFFARE a costo di zittire un messaggio politico sempre meno effettivo fino alle loro offerte post-labor day DI PIU’ PICCOLI TAGLI FISCALI AGLI AFFARI E DI UN CREDITO FISCALE DI 10 ANNI DA $100 MILIARDI PER RICERCA E SVILUPPO DELLE AZIENDE? Credono che quelle 2 azioni portino voti o siano un balsamo per ottenere più fondi elettorali dal mondo degli affari?

In realtà, il credito fiscale va principalmente alle imprese di computer super remunerative (Cisco, Intel, Microsoft) e alle imprese del grande farmaco che già hanno portato le loro produzioni in Cina e in India.

E il piccolo affare, il quale sta ricevendo 8 tagli fiscali sotto Obama, attende che la spesa per il consumatore incrementi.

Il Presidente potrebbe attuare la sua promessa elettorale del 2008 di aumentare il salario minimo federale a $9,50 all’ora entro il 2011 ciò incrementerebbe tale potere d’acquisto.

Persino quell’incremento, seppur meritevole, non pareggerebbe ancora il salario minimo del 1968, adattato all’inflazione.

I Democratici potrebbero ascoltare alcune delle chiare telefonate a radio C-Span o a WPFW di Washington, D.C. per prendere il linguaggio della protesta.

Una chiamata succintamente spiegò il caso delle politiche, incluso l’usare il codice fiscale, per incoraggiare le imprese a portare indietro le fabbriche e i lavori contrattati che furono spediti in Cina e in altre nazioni repressive o a basso salario, con l’aiuto di Washington, niente meno.

La gente è turbata dal luogo dove la nazione è stata condotta dalla globalizzazione corporativa, trattati unilaterali e guerre costose all’estero.

I lavoratori USA che hanno perso i loro lavori possono stare a casa a Novembre e far pagare le elezioni ai Democratici come fecero nel 2004.

Gli elettori sostengono i politici che prendono una posizione che sanno chi sono e che possono mostrare la loro idea alla gente, non le imprese globali senza fedeltà alla nazione che le allevò, sussidiò e difese.

Come fece Reagan, persino come un apologeta del grande affare, a tenere i 54 seggi GOP del Senato e a perdere solo 26 seggi alla House alle elezioni di mid-term del 1982?

Reagan, secondo Jim Kessler, “fronteggiò una disoccupazione al 10,8%, il 6% di inflazione, un GDP in declino, un saggio di approvazione di poco sopra lo 0 e l’indegnità di aver incrementato drasticamente il deficit di bilancio oltre la previsione nell’anno dopo la corsa come falco fiscale”.

Forse è perché molti elettori videro in lui il “Gipper” colui che sapeva ciò che voleva e che mostrava tenacia per i tempi migliori che sarebbero arrivati presto rispetto alla posizione concessiva e ondeggiante dei Democratici d’allora maggioritari al Congresso.

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Tradotto da Franco Allegri il 16/01/2011

[September 11 2010]

Democrat's corporate cocoon

By Ralph Nader

It is astonishing how many Democrats in the past three months have been making the worst case scenario for their prospects in the November mid-term Congressional elections.

Do they believe that the most craven Republican Party in history needs their help in such a self-fulfilling prophecy?

The arguments that the Democratic pundits, along with some elected lawmakers, are giving focus on the slowing of the recessionary economy and the “natural giveback” to the Republicans of the hitherto safe seats that they lost to the Democrats in 2008.

The mass media-exaggerated aura of the Tea Party, pumped by Limbaugh, Hannity and the histrionic Glen Beck, has put the Democrats in a defensive posture. It is giving the puzzled Republicans an offensive image.

I say puzzled because they can’t figure out the many disparate strands of the Tea Party eruption which includes turning on the Republicans and George W. Bush for launching this epidemic of deficits, debt, bailouts and unconstitutional military adventures. Being on the defensive politically becomes a nightmarish self-replicating wave among that 10 percent slice of swing voters who can make the difference between a big win or a big loss. These are also the non-hereditary party voters whose philosophy is to “throw the bums out” again and again until they get the message.

Gallup’s most recent poll predicted the Republicans taking the House of Representatives.

While political scientist, Larry Babato, with a 98% predictive accuracy in Congressional races over ten years, sees the House gone and the Senate as a toss-up.

But it is still early.

The Democratic Party’s problems are much deeper than the Sunday talk shows indicate. First the Democrats do not have a progressive political philosophy.

They could learn from a four time winner - Franklin Delano Roosevelt - when it comes to being perceived as the working families friend.

One has only to listen to the debates on C-Span between Democrats and Republicans running for Congress or the Governorships.

Too often, apart from a Libertarian or Green in the mix, there are very few bright lines or contrasts between the Republicans and Democrats, however much they try to magnify personal differences.

Indeed, the freshman Blue Dog Democrats, who won in 2008, go out of their way to criticize their Congressional leaders and President Obama, with the full encouragement of the national Democratic Leaders.

The latter stayed away from the hustings during the long Congressional recess.

The Democrats lost August to the Republicans and the right-wing radio and cable yahoos who speak of the stimulus, the health care law and the proposed restoration of Bush’s tax cuts for the wealthy as “job-killing agendas” and a disaster “for families and small businesses.” Such Republican false statements fill the Congressional Record.

What keeps the Democrats from making their case?

IS IT THEIR DESIRE TO KEEP RAISING BIG MONEY FROM BIG BUSINESS at the cost of muzzling a far more effective political message than their post-labor day offerings OF MORE SMALL BUSINESS TAX CUTS AND A TEN YEAR $100 BILLION TAX CREDIT FOR CORPORATE RESEARCH AND DEVELOPMENT? Do they believe those two actions are vote-getters or balm for getting more campaign money from business?

Indeed, the tax credit mainly goes to super-profitable computer companies (Cisco, Intel, Microsoft) and big drug companies that already have outsourced their production to China and India.

And small business, which is receiving eight tax cuts under Obama, is waiting for consumer spending to increase.

President Obama should fulfill his campaign pledge in 2008 to raise the federal minimum wage to $9.50 per hour by 2011, which would increase that buying power.

Even that increase, while worthwhile, still wouldn’t equal the minimum wage of 1968, adjusted for inflation.

The Democrats might listen to some of the articulate callers to C-Span radio or WPFW in Washington, D.C. to catch the powerful vernacular of protest.

One caller succinctly made the case for policies, including using the tax code, to encourage companies to bring back industry and outsourced jobs that were shipped to China and other repressive or low-wage countries, with Washington’s help no less.

People are really upset about where corporate globalization, one-sided trade treaties, and costly foreign wars have taken our country.

Working Americans who have lost their jobs can stay at home in November and cost the Democrats elections as they did in 2004.

Voters look for politicians who take a stand, who know who they are and can show they side with the people, not global companies that have no allegiance to the country that bred, subsidized and defended them.

How did Reagan, even as a big business apologist, hold the 54 GOP Senate seats and only lose 26 House seats in the mid-term election of 1982?

Reagan was, in the words of Jim Kessler, “facing 10.8 percent unemployment, 6 percent inflation, a declining GDP, an approval rating barely above freezing and the indignity of having drastically increased the budget deficit over the previous year after running as a fiscal hawk.”

Maybe it is because enough voters saw the “Gipper” as knowing what he stood for and showing steadfastness and better times coming soon, in comparison to the wavering, concessionary posture of the then-majority Democrats in the Congress.

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SOMMARIO DELLE ULTIME LETTERE:

168 - Onorare quelli che faticano

167 - Le lotte di Katsuko Nomura (in Giappone e in comparazione)

166 - Per chi suona la campana (la corruzione in California)

165 - La presidenza Obama tra GM e la ShoreBank

164 - Tenere d’occhio Wall Street (sulla riforma finanziaria di Obama - sesto articolo)

163 - Votare per tassare la rendita a New York (oltre e prima della riforma finanziaria)

162 - La guerra in Afganistan vista dagli USA

161 - Le società non sono persone (gli impegni di Public Citizen)

160 - Il cattivo bipolarismo della California

159 - Se il Mississipi fa la sanità come l'Iran ......

158 - Libri da leggere in USA (e non solo)

157 - Martellare il povero e il vulnerabile

156 - 36 Domande per la Kagan, candidata alla corte Suprema

155 - La nuda insicurezza (sui rischi dei controlli negli aeroporti e il diritto al controllo alternativo)

154 - Teatro dell'assurdo a Washington (su sanità, Deepwater e guerra in Afganistan)

153 - Per la riscossa del giornalismo in USA

152 - Nader e la tragedia del Deepwater Horizon

151 -  OTA: lo svuotò Gingrich e la devolution (sul caso Deepwater Horizon)

150 - Non c'è tempo per la difesa del consumatore  (sulla riforma finanziaria di Obama - quinto articolo)

149 - Nell'Interesse pubblico - Cominciamo a conoscere Elena Kagan

Le lettere di Nader sono pubblicate anche su Empolitica.com e spedite alle agenzie di stampa e culturali che sono libere di diffonderle!Meritano di essere letti anche molti scritti precedenti, tra i tanti segnalo quello sulle multinazionali e le profezie di Ross Perot.

 

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