CRITICA LOCALE
LA LETTERA DI RALPH NADER ( nostra esclusiva la versione italiana ) |
[03 Settembre 2010] Onorare quelli che faticano di Ralph Nader Cosa significa il Labor Day oltre che un altro giorno libero, un’altra asta da magazzino e, in alcune città, parate sempre più piccole e più povere della passione per l’elevare il benessere della classe lavoratrice? Il filosofo/meccanico Matthew B. Crawford, nel suo recente, libro generalista, Shop Craft as Soulcraft fa una considerazione attenta. Egli sgonfia il tipo di lavoro di alto prestigio e delinea il caso di milioni di americani che ancora creano e sistemano le cose con le mani. “Voglio suggerire che si può avere una visione diversa di ciò che un buon lavoro può essere, e di quale tipo di educazione sia importante. Noi sembriamo aver sviluppato una monocultura educativa, legata ad una visione del tipo di lavoro di valore e importante – tutti sono aggregati in un certo solco dove finiscono per lavorare in un ufficio, senza guardare alle proprie tendenze naturali. Ma alcune persone, incluse quelle che sono molto intelligenti, potrebbero piuttosto imparare a costruire o a sistemare le cose. Perché non onorare questo? Penso che un motivo per il quale non lo facciamo è che ci illudiamo di andare verso ciò che ci farà lasciare la realtà materiale e fluire dentro un’economia dell’informazione pura”. Il Dr. Crawford ha un PhD in filosofia politica e è un meccanico che ripara le Shockoe Moto: un negozio indipendente per riparare motocicli a Richmond, Virginia. Ciò gli da un senso profondo della prospettiva pratica ed esterna con la quale valutare il valore delle vie di soddisfazione del lavorare radicato nel locale per ognuno. Contrasta questi tratti con la linea di assemblaggio attutita e il lavoro d’ufficio concentrato sul computer, ognuno dei quali può essere basato sui capricci di un capo. Il Winsted, Fix-It Shop del Connecticut Deck, ha operato con gioia grazie a una zia e un nipote fino a quando non si sono ritirati lo scorso anno, avrebbero ottenuto una A dal Dr. Crawford. Essi sistemavano centinaia di prodotti differenti comprati da loro dalla gente del paese. Il loro piccolo negozio era pieno in orizzontale e verticalmente di cose donate, da sistemare o non sistemabile per il design dei manifattori. Potrebbero mettere una tassa di ingresso al museo per curiosare se il negozio avesse più stanze. Oh che orgoglio fare quel lavoro sempre. Elettricisti, idraulici, carpentieri, imbianchini, sarti, riparatori di auto e bici, riparatori di stufe, refrigeratori condizionatori d’aria, caldaie, serrature, finestre, marciapiedi e strade gustano un tipo speciale di gratificazione da lavoro personale che è estranea ai lavori robotici pre-definiti dei loro amici che vengono a casa ogni giorno con i vestiti puliti. Mi sono chiesto spesso perché la conoscenza della gente del commercio sui migliori, medi e peggiori marchi di attrezzi, prodotti e materiali con i quali loro lavorano o devono istallare (come le caldaie) non è raccolta da qualche rivista o gruppo del consumatore. Dopo tutto l’Angie’s List passa in rassegna ciò che i loro clienti nel paese pensano sulla qualità del servizio. Insieme ai riparatori, noi potremmo riconoscere gli ispettori – milioni di loro lavorano per le agenzie del governo e per imprese per assicurare che le leggi sulla salute e la sicurezza siano osservate e i controlli di qualità siano mantenuti. Essi sono gli ispettori della carne e del pollame, gli ispettori OSHA e di dogana, sull’igienicità dei magazzini del cibo e dei ristoranti, dei moto-veicoli, del nucleare, ispettori chimici e degli aerei, ispettori dei laboratori, degli ospedali, delle cliniche, del codice delle costruzioni e gli ispettori dell’assicurazione nominati per liquidare i diritti di prevenzione. I più coscienziosi di questi ispettori sono vulnerabili e dominati dai loro superiori meno responsabili (come gli ispettori alla carne del U.S. Department of Agricolture) o molestati (gli ispettori della U.S. Forest Service nella terra del legname federale sfruttato dalle imprese). Talvolta gli ispettori compromettono talmente la loro coscienza con il lavoro che diventano i denunciatori dei rischi della sicurezza o di imbrogli che spesso invitano alla rappresaglia della fine della carriera. Quanta poca attenzione dedichiamo agli ispettori che sono le sentinelle del benessere degli americani. Come risultato, i coraggiosi non sono onorati – anche solo per motivare i giovani a scegliere queste carriere. Tuttavia, una cultura della corruzione, che può erodere la loro vigilanza o appesantirli con norme deboli da rafforzare, fugge alla denuncia. Poi ci sono gli invisibili vicini – i pulitori che fanno i loro lavori ingrati ma essenziali in alberghi, aeroporti, stazioni di bus e treni, edifici per uffici, fabbriche, scuole, librerie, musei, strade, ristoranti e case. E’ strano come non reagiamo ai pulitori – di rado li ringraziamo o accogliamo con i saluti. Notate come i passeggeri di aereo si precipitano oltre loro sull’aereo mentre attendono la pulizia dei disordini sotto la pressione severa del tempo. Le persone che mormorano incessantemente agli aeroporti o alle stazioni di bus e treni, mentre aspettano di partire, ignorano gli spazzini e gli spolveratori, automaticamente allontanano i loro occhi, e quasi mai riconoscono il loro lavoro. I piloti di taxi sono manciati e ringraziati spesso. Quanti ragazzi di albergo, che puliscono 12 o più solai di stanze e bagni al giorno, ricevono qualche grazie o mancia dagli ospiti? I pulitori sono tra i lavoratori meno pagati, spesso non maneggiano i detersivi più sicuri, e ricevono molto poco rispetto e riconoscimento. Il loro basso status deve incidere sulla loro morale e forse sul loro rendimento. Ancora, cosa faremmo se tali lavoratori facessero uno sciopero generale dagli asili infantili ai camion della spazzatura? Noi subiremmo di più questo che lo sciopero dei mercanti super pagati di Wall Street. Un giorno ero all’aeroporto BWI e andai nell’affollato bagno degli uomini. Mentre entrai, il più vecchio uomo delle pulizie esplose per la frustrazione. “Sono nauseato da questo lavoro”, urlò verso nessuno in particolare. “Ora dopo ora pulisco, ritorno qui, vedo la merda, pulisco ancora e ancora. Non finisce mai”, si lamentò. Gli uomini che pulivano, lavavano, asciugavano e chiudevano le cerniere erano storditi e in silenzio si mischiarono come se lui non fosse là. Io lo ringraziai per il suo lavoro e il candore, lo calmai e gli detti una mancia. Gli altri mi guardarono sbiancando come se io mi occupassi di un fantasma che essi non vedono mai come un essere umano. Le culture possono essere stupefacenti. Il trascurare i lavoratori che raccolgono il nostro cibo, puliscono dopo di noi, riparanoila nostri beni, sorvegliano le nostre condizioni di salute e sicurezza e servono come tate ai nostri bambini fa si che ricevano meno onori, status od ogni cosa simile ai compensi di quelli che rischiano con il nostro denaro, ci considerano o ci conducono in guerre che non fanno loro stessi. Il Labor Day potrebbe essere il momento per unire e contemplare i valori invertiti e celebrare chi fatica senza i giusti riconoscimenti? ---------------------------------- Dite agli amici di visitare Nader.Org e di iscriversi a E-Alerts.Tradotto da Franco Allegri il 06/01/2011 |
[September 03 2010] Honoring those who toil By Ralph Nader What does Labor Day mean anymore other than another day off, another store sale and, in some cities, parades ever smaller and more devoid of passion for elevating the well-being of working people? Philosopher/mechanic Matthew B. Crawford, in his recent, embracing book, Shop Craft as Soulcraft has a thoughtful consideration. He deflates the high-prestige workplace and makes the case for millions of Americans who still make and fix things with their hands. “I want to suggest we can take a broader view of what a good job might consist of, and therefore what kind of education is important. We seem to have developed an educational monoculture, tied to a vision of what kind of work is valuable and important - everyone gets herded into a certain track where they end up working in an office, regardless of their natural bents. But some people, including some who are very smart, would rather be learning to build things or fix things. Why not honor that? I think one reason we don't is that we've had this fantasy that we're going to somehow take leave of material reality and glide around in a pure information economy.” Dr. Crawford has a PhD in political philosophy and is a mechanic who runs Shockoe Moto, an independent motorcycle repair shop in Richmond, Virginia. This gives him a deep sense of skill and broader perspective with which to evaluate these ways of satisfying one’s value of locally-rooted work. He contrasts these traits with the deadening assembly line and computer focused office work, both of which can be outsourced on the whims of a boss. The Winsted, Connecticut Deck’s Fix-It Shop, operated joyously by an aunt and her nephew, until they retired last year, would have been exhibit A for Dr. Crawford. They fixed hundreds of different products brought to them by the townspeople. Their small shop was filled horizontally and vertically with items donated, about to be fixed or were unfixable by the manufacturers’ design. They could have charged a museum entrance fee for browsing if their shop had more room. Oh, what pride they regularly took in their work. Electricians, plumbers, carpenters, painters, tailors, car and bike repairers, restorers of stoves, refrigerators, air conditioners, furnaces, locks, windows, sidewalks and streets enjoy a special kind of personal job gratification that is alien to the pre-designed, robotic labors of their friends who come home every day with clean clothes. I’ve often wondered why the knowledge of tradespeople about the best, middling and worst brands of equipments, products and materials they work with or have to install (such as furnaces) isn’t collected by some magazine or consumer group. After all Angie’s List is surveying what their customers around the country think about the quality of the service. Along with the repairers, we should recognize the inspectors - millions of them working for government agencies and companies to assure that health and safety laws are observed and quality controls are maintained. They are the meat and poultry inspectors, OSHA and Customs inspectors, sanitation inspectors of food stores and restaurants, motor vehicle inspectors, nuclear, chemical and aircraft inspectors, inspectors of laboratories, hospitals, clinics, building code inspectors and the insurance inspectors assigned to loss prevention duties. The more conscientious of these inspectors are vulnerable to being over-ridden by their less committed superiors (such as meat inspectors for the U.S. Department of Agriculture) or harassed (inspectors for the U.S. Forest Service on corporately exploited federal timber land.) Sometimes inspectors so commit their conscience to their work that they become whistle-blowers about safety hazards or hanky panky, which too often invites career-ending retaliation. How little attention we devote to those inspectors who are sentinels for the well-being of the American people. As a result, the courageous are not honored - if only to motivate the young to choose these careers. Moreover, a culture of corruption, that can erode their alertness or burdens them with weak standards to enforce, escapes exposure. Then there are the near invisibles - the cleaners who do their thankless but essential jobs in hotels, airports, bus and train stations, office buildings, factories, schools, libraries, museums, streets, restaurants and homes. Strange how we don’t react to cleaners - rarely thanking them or greeting them with salutations. Notice how airline passengers rush past them on the jetway while they wait to clean up the messes under severe time pressure. People who babble incessantly at airports or bus and train stations, while waiting for their departure, ignore the sweepers and dusters, automatically averting their eyes, and almost never acknowledging their work. Taxi drivers are often tipped and thanked. How many hotel maids, who clean twelve or more soiled rooms and toilets a day, receive any thanks or tips by the guests? Cleaners are among the lowest paid workers, often handle not the safest of chemicals, and receive very little respect or recognition. Their lowly status has to affect their morale and maybe their performance. Yet what would we do if these workers went on a general strike from the nursing homes to the garbage trucks? We’d feel it a lot more than if the overpaid Wall Street traders went on strike. One day I was at BWI airport and went to the crowded men’s room. As I entered, the elderly cleaning man erupted in frustration. “I’m sick of this job,” he shouted to no one in particular. “Hour after hour I clean up, come back, see the crap, clean up some more. It never ends,” he wailed. The men who were wiping, flushing, washing, drying and zipping were stunned and silently shuffled out, as if he wasn’t there. I thanked him for his work and candor, calmed him down and gave him a gratuity. The others looked at me blankly as if I was dealing with a ghost they never see as a human being. Cultures can be astonishing. The hands-on workers who harvest our food, clean up after us, repair our property, look out after our health and safety conditions and serve as nannies to our children receive few honors, status or anywhere near the compensation of those who gamble with our money, entertain us or drive us into wars they don’t fight themselves. Shouldn’t Labor Day be a time to gather and contemplate such inverted values and celebrate those who toil without proper recognition? ---------------------------------- Tell your friends to visit Nader.Org and sign up for E-Alerts.
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SOMMARIO DELLE ULTIME LETTERE:
167 - Le lotte di Katsuko Nomura (in Giappone e in comparazione)
166 - Per chi suona la campana (la corruzione in California)
165 - La presidenza Obama tra GM e la ShoreBank
164 - Tenere d’occhio Wall Street (sulla riforma finanziaria di Obama - sesto articolo)
163 - Votare per tassare la rendita a New York (oltre e prima della riforma finanziaria)
162 - La guerra in Afganistan vista dagli USA
161 - Le società non sono persone (gli impegni di Public Citizen)
160 - Il cattivo bipolarismo della California
159 - Se il Mississipi fa la sanità come l'Iran ......
158 - Libri da leggere in USA (e non solo)
157 - Martellare il povero e il vulnerabile
156 - 36 Domande per la Kagan, candidata alla corte Suprema
155 - La nuda insicurezza (sui rischi dei controlli negli aeroporti e il diritto al controllo alternativo)
154 - Teatro dell'assurdo a Washington (su sanità, Deepwater e guerra in Afganistan)
153 - Per la riscossa del giornalismo in USA
152 - Nader e la tragedia del Deepwater Horizon
151 - OTA: lo svuotò Gingrich e la devolution (sul caso Deepwater Horizon)
150 - Non c'è tempo per la difesa del consumatore (sulla riforma finanziaria di Obama - quinto articolo)
149 - Nell'Interesse pubblico - Cominciamo a conoscere Elena Kagan
148 - Il sostegno di Nader alla FCA (sulla riforma finanziaria di Obama - quarto articolo)
Le lettere di Nader sono pubblicate anche su Empolitica.com e spedite alle agenzie di stampa e culturali che sono libere di diffonderle!Meritano di essere letti anche molti scritti precedenti, tra i tanti segnalo quello sulle multinazionali e le profezie di Ross Perot.
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