CRITICA  LOCALE

LA  LETTERA  DI  RALPH  NADER

( nostra esclusiva la versione italiana )

[18 Aprile 2011]

Nell’Interesse Pubblico

Aspettando la Scintilla

Di Ralph Nader

Cosa potrebbe iniziare una resurrezione popolare in questo paese contro gli abusi del corporativismo concentrato e avaro?

Immaginate l’arroganza di passare sopra la gente che lavora già ingannata e sui disoccupati con le perdite societarie enormi?

Questo è compiuto attraverso i salvataggi del governo e le evasioni fiscali. La storia ci insegna che la scintilla di solito è più piccola di quanto ci si aspetti e di una natura che è del tutto imprevedibile o pure inimmaginabile.

Ma se la pietra focaia secca è intorno, come molte perdite e sondaggi dicono, la scintilla, non si sa quanto piccola, può mutare in un inferno di rabbia.

Il Boston Tea Party ubriacò la Rivoluzione Americana.

Assalendo l’odiata Bastille (la prigione) i parigini impoveriti lanciarono la Rivoluzione Francese.

Più recentemente, nel Dicembre del 1997, un veicolo militare israeliano urtò un van civile nel West Bank uccidendo i 7 occupanti e incendiando la prima Intifada.

Lo scorso Dicembre un giovane venditore di frutta, abusato dalla polizia ladra in una piccola città Tunisina, si immolò sulla piazza locale. Visto da milioni su Facebook, tale sacrificio lanciò il rovesciamento tunisino ed egiziano dei loro dittatori da tanto tempo.  Dopo, in Siria, quando la polizia arrestò 13 ragazzi in una città del sud per dei graffiti anti governativi il posto eruttò in tumulti e adunate che si diffusero in altre città.

Poche settimane fa, molti progressisti e anche alcuni esperti credevano che le ricorrenti, sempre più grandi adunate di Febbraio-Marzo a Madison, Wisconsin di lavoratori, studenti e altri contro l’attacco alle unioni di impiegati pubblici e ai servizi sociali del Governatore e del Legislativo, seguito subito da leggi sul benessere corporativo manifeste, fossero la scintilla attesa da tanto tempo. L’eruzione di Madison si diffuse in breve a Ohio e Indiana dove i dirigenti Repubblicani si muovevano nella stessa direzione, punendo lavoratori e famiglie mentre lasciavano le società e i ricchi a contare i loro tanti privilegi.

Laggiù, le folle non furono così grandi e neanche frequenti.

In questi stati, i Repubblicani ottennero gran parte di ciò che volevano, seppur con un possibile prezzo politico futuro da pagare. I raduni avevano sussidiato, non culminato – come gli organizzatori speravano – una gigantesca marcia su Washington, D.C. Certo, il raduno di un popolo represso a lungo che perde la sua paura e chiede, come nella grande Tahrir Square del Cairo, “Via il dittatore” è uno scopo semplice.

Nel nostro paese, i raduni sono duri e con un taglio chiaro, dato l’uso del diritto di appello al cittadino dei Repubblicani, e dell’ultimo Governatore Walker stesso, si potrebbe produrre un’interessante elezione responsabile.

Ma le scintille sono difficili da sostenere.

In regimi autoritari, ci sono poche opzioni per il dissenso o per dar aria alle richieste di uno.

Così quando la scintilla si verifica, il clima è fertile per un’esplosione degli oltraggiati.

Negli Stati Uniti, ci sono miti più grandi come “ognuno può denunciare”, o “può correre”, o “può scegliere direttamente il Presidente o il sindaco”, o “può dare l’allarme”.

Questi si combinano con i pochi successi celebrati dai ribelli di un David ordinario impegnato con un Golia per una vittoria qui e là, di una classe dominante del governo corporativo che si piega un poco per non spezzarsi.

Nel frattempo, l’ineguaglianza, gli sgarbi, le esclusioni politiche e i divari totali fra l’uno per cento al top e il resto stringe la presa dell’oligarchia e del suo impero logorante, violento e militarizzato.

La perdita del controllo su quasi ogni cosa che è importante, inclusi i loro bambini a favore del mercato societario diretto e quotidiano del cibo spazzatura e dei programmi violenti, è rampante. Oltre il 70% degli intervistati da Business Week dissero che le corporations avevano “troppo controllo sulle loro vite” - e ciò era nel 2000 prima che le condizioni e i controlli (visto, il collasso di Wall Street, la recessione severa e il salvataggio del contribuente) peggiorassero.

L’americano non vede ciò che può fare per respingere le pressioni di avarizia e potere che lo braccano sempre di debito in debito, dagli standard di vita più bassi fino alla penuria, dal rifiuto della tutela sanitaria critica al collare ferreo del crudele credito a punti, dalle leggi incomprensibili e computerizzate ai contratti scritti in piccolo che intrappolano il senso di giustizia nelle onde delle frustrazioni, dall’essere assunto o tenuto da imprese fino a quando vi dicono, no, no, o multa, multa!

Come rompiamo il ciclo di disperazione, esclusione, mancanza di potere, e tradimento senza fine di chi ha avuto l’autorità di portare giù approfittatori e oppressori della responsabilità legale? L’Impero strappa la Costituzione e porta la riserva  fatta di giovani incapaci di uccidere e morire in guerre aggressive per scelta della Casa Bianca, con il Congresso che guarda da lontano; il suo solo ruolo è di alimentare con trilioni di $ delle tasse i bilanci inaccettabili dell’insaziabile macchina da guerra.

Eisenhower voleva che controllassimo “il complesso militare - industriale”. Al contrario è cresciuto molto di più fuori del controllo. Il forte monito di Eisenhower espresso nel suo discorso di commiato del 1961 fu una veggenza.

La scintilla può venire da una sequenza ricorrente di abusi che battono una corda speciale di un’ingiustizia sentita in profondità.

O potrebbe essere una prepotenza o un episodio unico che scandisce il sentimento “del già abbastanza” per tutta la terra.

Tali scintille non possono essere costruite, il potere di svegliare e rompere le routine della gente è spontaneo.

Quando verrà il momento, milioni di Americani il cui auto rispetto e il loro senso acuto dello sbaglio si ricorderanno precisamente del perché la nostra Costituzione comincia con “We the People” e non con “We the Corporations”.

Essi realizzeranno la necessità di una rivoluzione Jeffersoniana.

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Tradotto da Franco Allegri il 15/09/2011

[April 18 2011]

In The Public Interest

Waiting for the Spark

By Ralph Nader

What could start a popular resurgence in this country against the abuses of concentrated, avaricious corporatism?

Imagine the arrogance of passing on to already cheated working people and the jobless enormous corporate losses?

This is achieved through government bailouts and tax escapes. History teaches us that the spark usually is smaller than expected and of a nature that is wholly unpredictable or even unimaginable.

But if the dry tinder is all around, as many deprivations and polls reveal, the spark, no matter how small, can turn into a raging inferno.

The Boston Tea Party lit up the American Revolution.

Storming the hated Bastille (prison) by impoverished Parisians launched the French Revolution.

More recently, in December 1997, an Israeli military vehicle rammed a civilian van in the West Bank killing seven occupants and igniting the first Intifada.

Last December, a young fruit vendor, abused by thieving police in a small Tunisian town, immolated himself in the local square. Seen by millions on Facebook, this self-sacrifice launched the Tunisian and Egyptian overthrow of their long-time dictators. Later, in Syria, after police arrested 13 youngsters in a southern border town for anti-government graffiti the place erupted in riots and rallies that are spreading to other cities.

A few weeks ago, many progressives and quite a few pundits believed that the recurrent, ever larger February-March rallies in Madison, Wisconsin by workers, students and others against the Governors’ and the Legislature’s attack on public employee unions and social services, following earlier blatant corporate welfare enactments, would be the long-awaited spark. The Madison eruption spread briefly to Ohio and Indiana where Republican officials were moving in the same direction, punishing workers and families while leaving the corporate and wealthy to count their mounting privileges.

There, the crowds were neither as large nor as frequent.

In all these states, the Republicans got most of what they wanted, albeit with a possible, future political price to be paid. The rallies have subsided, not even culminating - as some organizers hoped - in a gigantic march on Washington, D.C. Granted, rallying a long repressed people into losing their fear and demanding, as in Cairo’s huge Tahrir Square “out with the dictator”, is a simple, anthromorphic goal.

In our country, the rallies are hardly as clearcut, though use of the citizen right of recall for Republican legislators, and later Governor Walker himself, may produce an interesting accountability election.

But sparks are difficult to sustain.

In authoritarian regimes, there are few options for dissent or airing one’s grievances.

So when the spark does occur, the climate is fertile for an explosion of outrages.

In the United States, there are largely myths such as “anyone can sue,” or “anyone can run,” or “anyone can directly tell off the President or the Mayor,” or “anyone can blow the whistle.”

These combine with a few celebrated successes by rebels or an ordinary David taking on a Goliath for a win here and there, from a corporate-government ruling class that bends a little so that it doesn’t break.

Meanwhile, the inequality, gouging, political exclusions and overall gaps between the top one percent and the rest tighten the grip of the oligarchy and its draining, violent militarized empire.

Loss of control over almost everything that matters, including their children to daily direct corporate marketing of junk food and violent programming, is rampant. Over seventy percent of those polled told Business Week that they believed corporations had “too much control over their lives”- and that was in 2000 before conditions and controls - viz, the Wall Street collapse, severe recession and taxpayer bailouts - worsened.

The American people don’t see much they can do to counter the pressures of greed and power that tracks them daily from debt to debt, from lower standards of living to outright penury, from denial of critical healthcare to the iron collar of the cruel credit score, from inscrutable, computerized bills to fine-print contracts trapping their sense of unfairness into waves of frustrations, from being put on hold by the companies until they’re told no, no, no or penalty, penalty, penalty!

How do we break the cycle of despair, exclusion, powerlessness, and endless betrayal by those given the authority to bring down the exploiters and oppressors to lawful accountability? The Empire rips up the Constitution and takes the reserve army of the young unemployed to kill and die in aggressive wars of the White House’s choice, with Congress watching from the sidelines; its only role to funnel trillions of tax dollars into the insatiable war machine’s unauditable budgets.

President Eisenhower wanted us to control the “military-industrial complex”. Instead it grew much more out of control. Eisenhower’s grave warning as expressed in his farewell address in 1961 was prescient.

The spark can come from a recurrent sequence of abuses that strike a special chord of deeply felt injustice.

Or it could be a unique episode or bullying that tolls the feeling “enough already” throughout the land.

Such sparks cannot be manufactured; the power to arouse and break people’s routines is spontaneous.

When that moment comes, millions of Americans whose self-respect and keen sense of wrong will remind them precisely why our Constitution begins with “We the People” and not “We the Corporations”.

They will realize the necessity for a Jeffersonian revolution.

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SOMMARIO DELLE ULTIME LETTERE:

201 - Considerare i progressisti come ovvio (secondo pezzo contro Andrew Cuomo e la politica dello stato di New York)

200 - La Follia della Marcia di Obama (dal nucleare alla guerra di Libia)

199 - Incubo nucleare (subito dopo il disastro in Giappone)

198 - PBS-NPR sono inclinate a destra (il sistema radio televisivo pubblico in USA)

197 - La svendita dei diritti dei bambini danneggiati (nello stato di New York)

196 - ‘Furiosi come l’Inferno’ a Madison

195 - L’ora Di Rovesciare i Dittatori Multinazionali (lotte sociali in USA)

194 - Le Istituzioni Civiche Essenziali per la Rivoluzione dell’Egitto

193 - “Il Tempo per la Democrazia in Egitto”

192 - Lettera Aperta al Presidente Obama sui diritti di voto nel distretto di Columbia (a partire dall'Egitto)

191 - L'abuso di antibiotici in USA

190 - L’azzardo di King (sindacati in USA)

189 - Lettera Aperta al Presidente Obama (sul lavoro, il salario e il nucleare)

188 - Sfidate la destra delle multinazionali e la copertura unilaterale dei media

187 - Cinguettando Continuamente sul Tempo (contro il consumismo tecnologico)

186 - La frode dell’industria farmaceutica

185 - Wikimania e il Primo Emendamento (sulle reazioni alle divulgazioni di Wikileaks)

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Le lettere di Nader sono pubblicate anche su Empolitica.com!

Tra i molti scritti precedenti segnalo quello sulle multinazionali e le profezie di Ross Perot.

 

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