CRITICA  LOCALE

LA  LETTERA  DI  RALPH  NADER

( nostra esclusiva la versione italiana )

[22 Aprile 2011]

Nell’Interesse Pubblico

Spogliare l’America in modo non patriottico

Di Ralph Nader

E’ l’ora di applicare lo standard del patriottismo alle corporations multinazionali USA e di chiedere che garantiscano fedeltà agli Stati Uniti e “alla Repubblica con la quale è garantita … libertà e giustizia per tutti”.

Questo 4 di luglio 2011, sarebbe un giorno buono per gli americani per chiedere tale impegno societario.

Nate e regolate in USA, queste corporations raggiunsero le loro enormi dimensioni grazie ai lavoratori americani e ai vasti contributi sussidiati per sviluppo e ricerca dei tassati.

Quando avevano un guaio, pure di corruzione o cattiva gestione, queste imprese correvano a Washington, D.C. per farsi salvare dai contribuenti americani.

Quando alcune erano sfidate in terre straniere, i marines USA vengono in loro soccorso, come descrisse decenni fa il due volte vincitore del Congressional Medal of Honor, il Marine General Smedley Butler.

Perciò quale è il loro messaggio all’America e ai suoi lavoratori oggi? Non è di gratitudine o di fedeltà.

Esso è “noi siamo fuori da qui, con i nostri lavori e le industrie” in regimi dittatoriali o oligarchici all’estero, come la Cina, che sanno come tenere sotto controllo i loro lavoratori impoveriti e abusati.

Notate che questi capi d’impresa non hanno pentimento nel sostituire i lavoratori USA con lavoro schiavo, ma mai sostituiscono se stessi con dirigenti bilingue cinesi o indiani e di altrove che lavorerebbero per un decimo o meno degli alti salari che i dirigenti ottengono dai loro consigli di amministrazione poco importanti negli USA.

Proprio questa settimana, il Wall Street Journal titolava “Big U.S. Firms Shift Hiring Abroad”.

Il reporter esperto, David Wessel scrive:

“Le corporations multinazionali USA, le imprese dal nome-marchio che impiegano 1/5 dei lavoratori Americani, sono state noleggiate all’estero mentre tagliavano a casa, affilando il dibattito sull’effetto della globalizzazione sull’economia USA.

Le imprese tagliarono le loro forze lavoro in USA di 2,9 milioni negli anni 2000 mentre aumentarono gli impieghi esteri di 2,4 come mostrano i nuovi dati dell’U.S. Commerce Department”.

Mentre Mr. Wessel riconosce che altre economie, specialmente in Asia, crescono rapidamente, lui nota che “I dati sottolineano anche la vulnerabilità dell’economia USA, particolarmente in un’ora in cui la disoccupazione è alta e i salari non stanno aumentando”.

Tenete a mente che, mentre ricevevano tutti i servizi pubblici, i sussidi e le protezioni in USA, le grandi corporations abbandonavano l’America spostando i lavori oltre i mari e rendendo il nostro paese dipendente in modo pericoloso e non necessario dai governi stranieri che per natura antepongono i loro interessi ai nostri. Per esempio, le imprese farmaceutiche da tempo non hanno impianti in USA per lavorare ingredienti grezzi essenziali per antibiotici importanti come la penicillina.

Nel 2004, Bristol-Myers Squibb chiuse l’ultima fabbrica a East Syracuse N.Y. L’industria farmaceutica ha sempre fatto molto denaro qui.

Un americano ogni due ha una medicina prescritta.

Ma le compagnie farmaceutiche vogliono fare di più perciò hanno spostato la loro produzione in Asia.

Nel 2009, The New York Times riferì che “gli ingredienti base per la maggior parte degli antibiotici ora sono fatti quasi esclusivamente in Cina e India”.

Lo stesso è vero per dozzine di altre medicine cruciali, incluso il prednisone farmaco popolare per l’allergia; il metformin, per i diabeti, e l’amlodipine, per l’alta pressione del sangue.

Questo volo verso l’Asia solleva questioni serie.

Il Senatore S.Brown (Dem. Ohio) tenne delle audizioni perché credeva molto che “la mancanza di regolazione su tali affari è una situazione avventata che lascia uno spazio per i disordini nella fornitura, medicine contraffatte, pure il bioterrorismo”.

La produzione industriale della Penicillina fu sviluppata dal consiglio di produzione di guerra USA nella 2° Guerra Mondiale e molte imprese la fecero in impianti qui, poi il governo cinese attirò le industrie laggiù con molte liberalizzazioni e cattive regole di sicurezza.

Pochi anni fa 95 Americani morirono a causa di un ingrediente contraffatto prodotto in Cina per il farmaco heparin, un farmaco anticoagulante necessario in chirurgia e in dialisi.

Come disse al The New York Times E. Polastro, consulente dell’industria del farmaco Belga: “Se la Cina ottiene ogni risultato con Obama, ciò sarà un grande problema”.

Il Times concluse: “Così per ora, ci piaccia o no, la Cina ha la situazione in mano”.

Chi ha dato alla Cina tale posizione dominante?

Le multinazionali del farmaco USA, che insieme ad altre grandi imprese USA, spinsero attraverso il Congresso, con il supporto di Bill Clinton per la ratifica degli accordi commerciali “demolitori”sia del NAFTA che del World Trade Organization.

Essi crearono la struttura molto globalizzata che ora sostengono perché sono obbligati al fine di incontrare la competizione globale. Sono furbi, vero?

Altri atti non patriottici riguardano le compagnie petrolifere che, nonostante abbiano avuto ricche gratifiche fiscali per investire in energia in USA, investirono in petrolio oltre i mari. Ora gli USA dipendono da fonti straniere per la gran parte del loro petrolio.

Non scordare i giganti industriali-militari che prosperano sulla nostra espansione militare estera e vendono armi moderne a molte dittature che le usano per opprimere il loro popolo e compromettere la nostra sicurezza nazionale.

Le multinazionali USA che esportano lavori all’estero mostrano troppo poco riguardo per il nostro paese, o per le comunità USA che sostennero loro per decenni.

I lobbisti societari avari continuano a pressare per più privilegi e immunità, sopra quelli dei veri umani, così da essere meno responsabili sotto la legge USA per i crimini societari ed altre cattive condotte.

Se le imprese USA continueranno ad espandere i loro diritti di personalità attraverso le decisioni politiche dell’U.S. Supreme Court (vedi l’ultima nota per il 5 a 4 sul caso Citizens United che aprì le chiuse della cassa societaria contro o per i candidati elettorali), allora, esse potrebbero essere giudicati come “persone” e valutate per la loro lealtà al loro paese di creazione.

Poiché le corporations sono chiaramente entità “artificiali” e non veri esseri umani, degli standard delle libertà civili più stretti vanno applicati alle concentrazioni enormi e impersonali di potere, capitale e tecnologie conosciute come corporations.

L’Independence Day del 4 di Luglio presenta un’opportunità per un’attenzione nazionale al bisogno di convocare questi giganti societari in fuga che sfruttano per il profitto le sensibilità patriottiche degli Americani, ma declinano di essere sottoposti ad attese o valori patriottici.

I lettori interessati ad unirsi a tale sforzo per il 4 luglio 2011 contattino info@csrl.org.

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Tradotto da Franco Allegri il 21/09/2011

[April 22 2011]

In The Public Interest

Stripmining America - Unpatriotically

By Ralph Nader

It is time to apply the standard of patriotism to the U.S. multinational corporations and demand that they pledge allegiance to the United States and “the Republic for which is stands…. with liberty and justice for all.”

This July 4, 2011 would be good day for Americans to demand such a corporate commitment.

Born and chartered in the U.S.A., these corporations rose to their giant size on the backs of American workers and vast taxpayer-subsidized research and development handouts.

When they got into trouble, whether through mismanagement or corruption, these companies rushed to Washington, D.C. for bailouts from American taxpayers.

When some were challenged in foreign lands, the U.S. marines came to their rescue, as depicted decades ago by two-time Congressional Medal of Honor winner, Marine General Smedley Butler.

So what is their message to America and its workers now? It is not gratitude or loyalty.

It is “we’re outta here, with your jobs and industries” to dictatorial or oligarchic regimes abroad, such as China, that know how to keep their impoverished, and abused workers under control.

Note that these company bosses have no compunction replacing U.S. workers with serf-labor, but they never replace themselves with bi-lingual executives from China, India and elsewhere who are willing to work for one-tenth or less of the huge pay packages executives get from their rubber-stamp boards of directors in the U.S.

Just this week, the Wall Street Journal headlined “Big U.S. Firms Shift Hiring Abroad.”

Veteran reporter, David Wessel writes:

“U.S. multinational corporations, the big brand-name companies that employ a fifth of all American workers, have been hiring abroad while cutting back at home, sharpening the debate over globalization’s effect on the U.S. economy.

The companies cut their work forces in the U.S. by 2.9 million during the 2000s while increasing employment overseas by 2.4 million, new data from the U.S. Commerce Department show.”

While Mr. Wessel acknowledges that other economies, especially in Asia, are growing rapidly, he noted that “The data also underscore the vulnerability of the U.S. economy, particularly at a time when unemployment is high and wages aren’t increasing.”

Keep in mind that, while receiving all the public services, subsidies and protections in this country, large corporations have been abandoning America by shifting jobs overseas and by making our country perilously and unnecessarily dependent on foreign governments that naturally put their own interests first. For example, the drug companies no longer have any plant in the U.S. to manufacture essential raw ingredients for important antibiotics like penicillin.

In 2004, Bristol-Myers Squibb closed the last such factory in East Syracuse, N.Y. The drug industry always made lots of money here.

One of every two Americans are on a prescription medicine.

But the pharmaceutical companies want to make more so they have moved their production to Asia.

In 2009, The New York Times reported that “the critical ingredients for most antibiotics are now made almost exclusively in China and India”.

The same is true for dozens of other crucial medicines, including the popular allergy medicine prednisone; metformin, for diabetes; and amlodipine, for high blood pressure.

This flight to Asia raises serious questions.

Senator Sherrod Brown (Dem. Ohio) held hearings because he accurately believed that “the lack of regulation around outsourcing is a blind spot that leaves room for supply disruptions, counterfeit medicines, even bioterrorism.”

Industrial scale production of Penicillin was developed by the U.S. war production board in World War II and many drug companies made it in U.S. plants, until the Chinese government lured the industry there with many freebies and weak safety regulations.

A few years ago 95 Americans died from a Chinese produced counterfeit ingredient in the drug heparin, an anticlotting drug needed for surgery and dialysis.

As Belgium drug industry consultant, Enrico Polastro, told The New York Times: “If China ever got very upset with President Obama, it could be a big problem.”

The Times concluded: “So for now, like it or not, China has the upper hand.”

Who gave China that dominant position?

U.S. multinational drug companies, who along with other big U.S. companies, pushed through Congress, with Bill Clinton’s support, ratification of both NAFTA’s and the World Trade Organization’s “pull down” trade agreements.

They created the very globalized structure that they now claim they are beholden to in order to meet the global competition. Clever, aren’t they?

Other unpatriotic acts include the oil companies who, despite being given a rich oil depletion tax allowance to invest in energy in the U.S., invested in oil production overseas. The U.S. is now dependent on foreign sources for most of its petroleum.

Don’t forget the military-industrial giants that thrive on U.S. military expansion abroad and sell modern weapons to many dictatorial regimes which they use to oppress their people and endanger our own national security.

U.S. multinationals that export jobs abroad, show too little regard for our country, or to the U.S. communities that sustained them for decades.

Greedy corporate lobbyists continue to press for more privileges and immunities, over those held by real humans, so as to be less accountable under U.S. law for corporate crimes and other mis-behaviors.

If U.S. companies continue to expand their rights of personhood through U.S. Supreme Court’s political decisions (eg. the latest being the notorious 5 to 4 Citizens United case opening up the floodgates of corporate cash against or for electoral candidates), then, they should be judged as “persons” and evaluated for their loyalty to their country of creation.

Since corporations are clearly “artificial” entities and not real human beings, narrower civil liberties standards can be applied to the impersonal and massive concentrations of power, capital and technology known as corporations.

Independence Day July 4th presents an opportunity for a national attention to the need for calling out these runaway corporate giants who exploit for profit the patriotic sensibilities of Americans, but decline to be held any patriotic expectations or values.

Readers interested in joining such an effort for July 4, 2011 contact info@csrl.org.

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SOMMARIO DELLE ULTIME LETTERE:

202 - Aspettando la Scintilla (dalle lotte di Madison in Wisconsin al 18 aprile - il Tax Day)

201 - Considerare i progressisti come ovvio (secondo pezzo contro Andrew Cuomo e la politica dello stato di New York)

200 - La Follia della Marcia di Obama (dal nucleare alla guerra di Libia)

199 - Incubo nucleare (subito dopo il disastro in Giappone)

198 - PBS-NPR sono inclinate a destra (il sistema radio televisivo pubblico in USA)

197 - La svendita dei diritti dei bambini danneggiati (nello stato di New York)

196 - ‘Furiosi come l’Inferno’ a Madison

195 - L’ora Di Rovesciare i Dittatori Multinazionali (lotte sociali in USA)

194 - Le Istituzioni Civiche Essenziali per la Rivoluzione dell’Egitto

193 - “Il Tempo per la Democrazia in Egitto”

192 - Lettera Aperta al Presidente Obama sui diritti di voto nel distretto di Columbia (a partire dall'Egitto)

191 - L'abuso di antibiotici in USA

190 - L’azzardo di King (sindacati in USA)

189 - Lettera Aperta al Presidente Obama (sul lavoro, il salario e il nucleare)

188 - Sfidate la destra delle multinazionali e la copertura unilaterale dei media

187 - Cinguettando Continuamente sul Tempo (contro il consumismo tecnologico)

186 - La frode dell’industria farmaceutica

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Tra i molti scritti precedenti segnalo quello sulle multinazionali e le profezie di Ross Perot.

 

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