Quotidianamente
arrivo al posto di lavoro, attraverso una stradina ai margini di
un piccolo campo di grano. Non posso dire di abitare in una metropoli
e quindi godo anche di altri spazi verdi, ma tengo d'occhio questo
piccolo campo quattro volte al giorno. Il mese scorso era ancora
tutto verde, di un verde intenso, poi, giorno dopo giorno ha cominciato
ad ingiallire. Oggi biondeggia. Eppure l'uomo non ha fatto nulla.
La stagione lo ha mutato nei colori, e la natura ha maturato il
suo grano. Oggi pure si parla di pace in Kosovo. La comunicazione
non ha avuto il clamore di una dichiarazione di guerra, e la gente
ha distolto l'interesse da questi eventi . E' da troppo tempo che
ci parlano di morti, di bombe, di situazioni disastrose. Ci siamo
creati una corazza protettiva come se si trattasse di spots pubblicitari,
e la notizia della pace, se da un lato ci fa tirare un sospiro di
sollievo, dall'altra ci fa dire...era ora. E' già ora di
cambiare argomento! Solo la natura non si stanca mai. Ogni stagione
si ripete all'infinito per produrre il pane di cui tutti abbiamo
bisogno. Ma è pure della pace che ci dobbiamo nutrire tutti
i giorni. La pace non è uno "status", è
un valore che va conquistato giorno dopo giorno, è l'affermazione
del bene sul male, su quel male che esiste ed esisterà sempre
e che, pertanto va costantemente combattuto. Non ci si può
adagiare sul benessere conquistato, non crediamo di poter raggiungere
la perfezione della vita nell'illusione di avere tutto quello che
ci viene proposto, più o meno consciamente. Impariamo dalle
stagioni a rinnovarci, affinchè i frutti di cui dobbiamo
cibarci, abbiano sempre un sapore nuovo. Un pensiero a tutte le
vittime di questa guerra, a tutti quelli che l'hanno dovuta vivere
in prima persona, a tutti quelli che dovranno ricordare, a tutti
quelli che hanno dovuto, loro malgrado, essere i protagonisti sconosciuti
e... a tutti quelli che si riconoscono in questa breve riflessione.
Tiziano Biasi - 10 giugno 1999 |