VIVERE
IL MONTELLO
Nel giugno deI 1884 nasceva a Venezia
Luigi Rossi in seguito chiamato Gino. Quale rilevanza può
avere tutto ciò? Nessuna, se non che l’interesse
nei confronti del pittore, e le cronache lo riportano spesso in
primo piano, trasforma la data in un momento storico. C’è
sempre bisogno che qualcuno solleciti la nostra memoria. Il mio
pensiero è andato a Gino Rossi, “el pitore mato”
sì proprio lui, volendo esporre qualche considerazione
sul nostro territorio.
Le origini veneziane di Gino Rossi riconducono al plurisecolare
rapporto di Venezia col Montello. La Repubblica Veneta lo ebbe
dopo una contesa con i Trevigiani nel 1339 e per il suo bisogno
di legname riuscì ad impedire ai “bisnenti”
(persone due volte povere) di accedere al bosco privandoli dei
mezzi di sostentamento.
La questione fu, dibattuta con i governi che seguirono, finché
cinque secoli dopo un altro veneziano Pietro Bertolini, sindaco
di Montebelluna e Ministro del Regno, favorì il ritorno
dei “montelliani” sul Montello, facendo votare una
legge ad un parlamento già lontano dai problemi del Veneto.
Pochi riuscirono a riscattare un pezzo di terra, ma per fortuna
altri veneziani iniziarono l’industrializzazione del territorio
con la costruzione del Canapificio Antonini & Ceresa e per
qualcuno la fame si allontanò.
Torniamo alla nostra vicenda: Gino Rossi si trasferì a
Ciano del Montello nel 1914 e così scriveva ad un amico
... ‘Noi stiamo in Alpe. presso ad un boschetto e qundo
tira vento forte ho quasi l’impressione che la mia casa,
come quella di Loreto, si stacchi dal suolo per volare verso ignoti
lidi (Magari!) Però goda un panorama superbo..’’.
Il boschetto è quello del Montello e in un’altra
lettera Gino esordiva così: “Caro De Tuoni, non hai
mai sentito nominare Ciano? Possibile che un Professore arrivi
ad ignorare uno dei paesi più belli del mondo?,, . Ciano,
caro Dario, è sulle rive del Piave - ma io, invece sto
su, ben in alto, in cima al Montello – e qui la sera e la
mattina mi godo il panorama della Libertà sconfinata. Pensa:
sconfinata.’’
Spensierata la mia fanciullezza quando salivo il Montello in compagnia
della nonna. Tutta la gente del posto si recava nel “Bosco”
per funghi, castagne e per la caccia, anche fuori stagione! Noi
frequentavamo un parente che alternava il lavoro dei campi con
la più redditizia (?) professione di sarto. Un giorno andammo
da tale P... allo scopo di avere un paio di pantaloni, ricavati
da una stoffa che aveva già visto il sole da una parte.
Dopo il cerimoniale delle misure, sgattaiolai all’interno
della stalla annessa alla casa. Mi accolse un vecchio dai grossi
baffi bianchi, che governava due vacche. Mi raggiunse anche la
nonna e si intrattenne a lungo col signore dai baffi alla “Umberto”.
Rivangarono vecchie storie, di quando si stava peggio e la gente
emigrava.
Nemmeno Gino Rossi se la passava molto bene sul Montello.
Il mestiere di pittore non lo ripagava, così decise di
proporsi come insegnante di disegno alla Scuola di Arti e Mestieri
della S.O.M.S. (Società Operaia di Mutuo Soccorso “Lodovico
Boschieri” a Crocetta del Montello). Dopo insistenze e raccomandazioni
riuscì ad ottenere il posto desiderato, ma il suo fervore
di docente venne apprezzato più dagli allievi che dai dirigenti
della Scuola. Fu costretto a lasciare l’insegnamento a seguito
di incomprensioni e la sua mente, già malata, diede segni
di cedimento. Questo suo disagio fu pateticamente espresso in
una lettera ad un’amica: “Giovanna mia questa vita
non finisce più dov’è Ciano? la nostra casa?...”
Dal 1925 al 1947, anno della sua morte, fu curato come pazzo.
Avrei voluto raccontarvi altre storie del Montello, quelle del
“mazariol” del paese scomparso, dei riti della ninfa
Ciane, ma lo farò in altra occasione.
Per il momento sarà sufficiente percorrere Via Erizzo,
dal Ponte dei Romani verso il Centro. Ad un tratto, sulla destra
compare un piccolo bosco, una miniatura di Montello, In queste
calde notti stellate potremmo inbatterci nelle fate del Buoro,
uscite da quel groviglio di acacie per sentire le ultime novità.
Ma che storie sono mai queste!
Sarà meglio affidare i nostri sogni all’agenzia di
viaggi di fronte al boschetto. Prenderemo un volo dell’ultimo
istante. In poche ore saremo lontano, lontano dal nostro paese
dove è più facile… ricordare.
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Tiziano Biasi - giugno 2003