MEMORIA E DINTORNI
E’ fatale, quando qualcuno
comincia a parlarci del passato, automaticamente gli si attribuisce
un’età avanzata. Alla conclusione di una esistenza
affiorano ricordi lontani nel tentativo di aggrapparsi alla vita
che sfugge o, più semplicemente, per testimoniare la fine
di un viaggio, la conclusione di una parabola. Il termine significa
anche un modo di esprimersi attraverso paragoni e non c’è
bisogno di rifarsi alle parabole del vangelo, che peraltro mantengono
intatta la loro efficacia. Le esternazioni di un vecchio costituiscono
quasi sempre un insegnamento. Dai ricordi affiora la storia, quella
vissuta da ciascuno, non proprio quella ufficiale, però tutti
potremo affermare di esserci imbattuti in piccoli o grandi avvenimenti
e potremo testimoniare qualche esperienza personale. C’è
gente che si è mossa dal proprio paese soltanto in rare occasioni.
Alcune di queste costituirono la chiamata alle armi e, per gli “anonimi”
combattenti, furono momenti indimenticabili. Alcuni abbandonarono
il paese per cercare fortuna altrove e, per questi, il ricordo dei
luoghi dell’infanzia rimase perenne. Per noi che stiamo vivendo
la nostra epoca in una relativa tranquillità, bersagliati
comunque da ogni genere di notizie, quale sarà il ricordo
da far emergere? I nostri padri hanno combattuto per la libertà,
per il benessere, hanno lottato perché la persona potesse
essere al centro di ogni attenzione. In realtà siamo diventati
l’obbiettivo, il “target dei media”. Viviamo tempi
di grandi contraddizioni e la progressiva perdita dei valori della
tradizione ci ha relegato nell’indifferenza tanto che l’indignazione
per l’assassinio di un bambino viene sopraffatta quasi immediatamente
da uno spot pubblicitario. Non c’è neppure il tempo
per elaborare la tragedia che dobbiamo pensare con quale detersivo
“sbiancare”… la coscienza. I cinquanta morti al
giorno per una guerra dimenticata non sono notizia d’apertura
e scivolano in secondo ordine, per lasciare il passo allo scontro
elettorale. Come galvanizzare la grande massa degli indecisi? Sembra
che la sensibilità si risvegli discutendo di tasse nuove
ed abolizione di vecchie. Quando leggerete queste righe il risultato
delle elezioni sarà noto e quale che sia, lo schieramento
vincente dovrà fare i conti con il sistema Italia senza quattrini
(leggi euro). Come andremo avanti? Ognuno ricorrerà al proprio
ingegno ed alla propria creatività per tappare le falle del
bilancio domestico. Quale governo potrà adeguare le pensioni
alla quarta età, sempre più numerosa e chi offrirà
certezza ai giovani e meno giovani alla ricerca di quello che la
nostra Costituzione sancisce come il diritto primario, il lavoro?
Si salvi chi può! Vi è una convinzione tutta italiana,
di essere furbi matricolati e di potersi sottrarre al pagamento
di qualche tributo attraverso l’evasione fiscale oppure ricorrendo
alla cosiddetta elusione, che sarei più propenso a chiamare
diffusa illegalità. Speriamo di ricordarci per tempo che
questa abitudine danneggia in primis noi stessi. Domani, alla resa
dei conti, non potremo dire che è stato uno scherzo della
memoria.
Tiziano Biasi - aprile 2006
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