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La corona
di colline che fa da fondale al grande palcoscenico di
Marina Lobra appare al navigante come un anfiteatro rivolto
a nord-ovest. La Conca naturale, che sormonta la spiaggia e
l'agglomerato, si presenta inizialmente con ripide pareti che si
addolciscono poi verso Pipiano e digradano ancora più dolcemente, in
lontananza, verso Capo Massa.
Lungo le falde, coltivate a ulivi e
limoni, e sui crinali, vie e viuzze
collegano i numerosi nuclei abitati su cui spiccano campanili e
antiche torri. Quest'area, pur con qualche ferita (le cave di
Marcigliano e Capo di Massa o le scogliere di massi neri) e qualche
nuovo insediamento (San Montano e Conca Verde), costituisce ancora
oggi uno spettacolo notevole, quasi presepiale.
Quattro piccoli corsi d'acqua solcano questa parte del suolo
lubrense: i rivoli vernotici di Fontanella, Marina Lobra, Pipiano e
Patierno.
L'agglomerato di Marina della Lobra
Il borgo si sviluppa, vive e respira
lungo la caratteristica gradinata
che, stretta all'inizio, si allarga progressivamente man mano che
scende verso la piazzetta con la fontanina, dove un tempo sorgevano
i lavatoi. Da questo punto, mentre il percorso principale si snoda
con andamento ad “S”, si biforcano due rami più piccoli che vanno a
ricongiungersi poi sull'arenile.
Tutta la vita dei “marinieri” si svolge lungo questi percorsi in
“pietra di Massa”; una vita a continuo contatto di gomito, di voci
che si rincorrono e si sovrappongono da una finestra all'altra, di
giochi di bambini nei piccoli cortili e nei caratteristici androni.
Origini del borgo
Lungo il
tratto di costa da Marcigliano a Capo Corvo, fin dal
periodo romano, esistevano
tre distinti insediamenti:
la villa di Fontanella (di
cui restano tratti di opus reticulatum); della
Chiaia (di cui è
attualmente in fase di scavo uno straordinario ninfeo); di
Capo Nasto, il piccolo
promontorio appartenente alla più vasta zona di Marcigliano,
toponimo di chiara derivazione romana, ove si rinviene qualche
tessera musiva e qualche coccio.
Abbandonati tali insediamenti, a causa dell'eruzione
del Vesuvio nel 79 d.C., con conseguente esodo dalle nostre
coste, bisogna attendere qualche secolo prima di intravedere segnali
di ripresa economica e sociale. A Massa
il primo nucleo
insediativo, secondo gli storici, sarebbe sorto intorno ad un
castrum sul colle dell'Annunziata e al
delubrum di Fontanella,
ultima testimonianza sopravvissuta al periodo romano.
Relativamente a questo “mitico delubrum” di Fontanella, studiosi
locali ed archeologi si sono sbizzarriti nell'ipotizzare culti in
quel tempio: da Athena-Minerva alle Sirene,
da Diana a Cibele a Ecate a Giunone, tutto l'Olimpo al femminile
sembra sia passato per la Lobra. In realtà, allo stato non c'è
ancora la certezza archeologica dell'esistenza di quel tempio;
esistono tuttavia molti reperti e tradizioni antichissime che ne
confortano ampiamente l'ipotesi. Tra queste la consuetudine, di
chiara derivazione pagana, in uso ancora al tempo del Persico: "...insino
ad oggi quando vengono con navi, o altri vascelli grandi salutano la
Madonna con sparare tre pezzi d'artigliaria per essere arrivati
salvi dalli pericoli del mare, e danno alli Frati Minori, che
servono in detta Chiesa, tutto quello che l' è avanzato dalla
provisione del vitto, et altri doni ".
Altra
consuetudine, riportata dal Montorio, era quella di tenere la
solennità della festa sulla spiaggia di Fontanella con tutte le
feluche della Marina che, giungendo a riva, salutavano la chiesa con
colpi di bombarde e di archibugi, a cui rispondevano le campane
della chiesa: "... i naviganti, ... nello spuntare al capo di Corbo,
la salutano con tiri di bombarde, o di archibuci, essendo barche
capaci di tali istrumenti da fuoco, o almeno con orazioni
jacolatorie, e son corrisposti dal suono delle Campane di detta
Chiesa. A questo ossequio sono li Marinari quasi che forzati,
essendosi sperimentato più volte, che mancando di salutarla, ne è
venuto ad essi qualche gastigo con pericolare nell'acque ".
Tutte queste credenze non sfuggono certamente a
Norman Douglas che
riporta: “in passato una processione si recava a Fontanella per
rendere onore al luogo con salve di cannoni, come se uno spettrale
culto delle Sirene fosse sopravvissuto
tanto a lungo nell'era cristiana...”
Per quanto riguarda il materiale
archeologico proveniente dalla zona, esso è veramente
ingente. Con i reperti rinvenuti si potrebbe realizzare un piccolo
museo; purtroppo essi sono andati in gran parte distrutti o dispersi
in collezioni pubbliche e private. Neppure è facile stabilire, se
tali reperti appartenessero ad una villa o a un tempio.
Particolarmente cauto è Maiuri: "Allo stato attuale né una villa né
un tempio possono immaginarsi nel troppo angusto spazio del molo.
Bizzarro perlomeno supporre che l'una o l'altro si estendesse nel
vicino agrumeto e s'inserisse fra la strada e il paese. Purtroppo le
ricerche che sarebbe stato assai facile fare durante i lavori
stradali, sono pressoché impossibili oggi ".
Ma, pur non volendo contraddire Maiuri, per quanto si sia potuto
distruggere, qualche traccia, sul posto, è ancora possibile
ritrovarla, e un tempio, per quanto piccolo, non può essersi
dissolto nel nulla. Utile sarebbe un intervento della Soprintendenza
affinché, attraverso saggi mirati, possa delineare una precisa
stratigrafia in quei pochi lembi di suolo non stravolti dai lavori
della strada. Questo intervento unitamente a una accurata pulizia,
rilievo e datazione dei resti murari esistenti, siamo certi potrà
contribuire ad approfondire le conoscenze di questo luogo,
fondamentale per lo studio delle origini della nostra Città, dando
qualche utile indicazione archeologica su un'area alla quale si sono
interessati tanti illustri studiosi.
Riferendoci
al Medioevo, le cose non
sono più semplici. La totale carenza di fonti antiche, di strutture
ed altre testimonianze rende questo periodo ancora più buio ed
impenetrabile del precedente. L'unica testimonianze di questa epoca
ci viene segnalata dal Mingazzini, il quale "sotto il ristorante
della Lobra - e quindi fra il mare e la strada carrozzabile",
individua una struttura che definisce un "ipogeo a inumazione,
probabilmente una minuscola catacomba con un loculo aforno e due
arcosoli", senza "traccia di decorazione e nessun elemento di
datazione precisa ".
Relativamente poi alla chiesa antica di
Santa Maria di Fontanella,
la cui fondazione può essere posta in età antecedente al X secolo
d.C., ci restano solo alcune colonne intere e altre frammentate sia
in granito che marmo (tutte delocalizzate) e una gran quantità di
basoli di granito ben spianati, inglobati nei muri di sostegno della
strada provinciale da Fontanella fino a Pipiano. Si tratta
sicuramente di un'antica pavimentazione lastricata, di cui faceva
parte anche una soglia dello stesso materiale, di circa m 1,10 di
lunghezza, recuperata su un parapetto della stessa strada e oggi
presso il deposito comunale.
Altri elementi lapidei antichi risultano collocati nella nuova
chiesa e nel convento, ma non v' è certezza circa la loro
provenienza. Di estremo interesse è infine la lapide di Pontia
Auxonia esposta al museo Correale di
Sorrento, sulla quale sono incisi alcuni fregi paleocristiani.
Questo è probabilmente tutto ciò che resta della chiesa
paleocristiana di Fontanella. La carenza di elementi certi ci
autorizza ad affermare solo quanto segue: il
primo punto di aggregazione
socio-econbmico-religioso della Lobra, contrariamente a quello che
può apparire da una lettura superficiale dell'insediamento, è da
ricercare in riva al mare
e non a monte; tale punto non può essere quindi la chiesa attuale
con il convento, complesso certamente importante e in posizione
dominante sul casale, ma risalente solo al XVI secolo; l'unico posto
ove si può ragionevolmente ipotizzare una stratigrafia
storico-archeologica completa, dal periodo romano n- fino al XVI
secolo, è Fontanella ed è qui che dobbiamo ricercare quello che può
considerarsi l'elemento generatore della Lobra; questo edificio non
può che essere individuato nell'antica chiesa paleocristiana di
Fontanella, che, dal secolo XII, fu anche cattedrale e quindi
elemento di primaria importanza per la vita civile e religiosa di
Marina della Lobra e dell'intera
Massa Lubrense.
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