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È
a Gragnano, l'antica Valle dei Mulini a sud del Golfo di Napoli, che la
tradizione della pasta di semola di grano duro
ha una storia lunga più di cinquecento anni. Una storia che comincia verso la
metà del 1500, grazie alla Natura generosa, che ha regalato a questa ridente
cittadina, stretta fra mare e monti, un ambiente ideale per la produzione e
l'essiccazione della pasta. Le acque copiose delle vicine sorgenti montane
alimentavano i numerosi mulini dislocati lungo la valle su cui si affaccia la
cittadina; la vicinanza dei mulini rendeva agevole l'approvvigionamento della
materia prima, la semola, ottenuta dalla molitura del grano duro. L'acqua
sorgiva conferiva un gusto caratteristico all'impasto.
Ma il ruolo chiave era giocato dal clima: caldo, ma mai troppo umido, perché
sempre arieggiato dalla brezza marina. Tale ambiente risultò subito ideale per
l'essiccazione della pasta, originariamente effettuata all'aperto, lungo le
strade cittadine. La pasta asciugava lentamente, in condizioni di temperatura ed
umidità naturalmente costanti e ciò garantiva non solo il gusto, ma anche la
perfetta conservazione del prodotto secco.
I primi pastifici a conduzione familiare sorsero agli inizi del 1600. Ben presto
la città divenne un centro produttivo di pasta così importante da condizionarne
il piano urbanistico. Tra il 1843 e il 1847 la via centrale fu infatti
ricostruita a partire dalle esigenze dell'essiccazione della pasta: la larghezza
della sede stradale, l'altezza dei fabbricati adiacenti e l'orientamento
sull'asse est-ovest furono studiati in modo che in ogni ora del giorno la luce
ed il calore potessero accarezzare i maccheroni stesi ad asciugare. È qui che
nel lontano 12 luglio del 1845 il Re di Napoli Ferdinando di Borbone, in seguito
ad un gustoso pranzo, concesse ai fabbricanti gragnanesi l'alto privilegio di
fornire la corte di tutte le paste lunghe. E fu così che per tutti Gragnano
diventò la città dei maccheroni.
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