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La Penisola, area di
antica tradizione casearia, offre itinerari alla ricerca di antichi sapori e
storici vini, attraverso prodotti e produttori, espressione del territorio. Si
passa dal limoncello di Sorrento all'olio
DOP Penisola Sorrentina, dalla pasta di
Gragnano ai latticini
di Agerola, sostando in veri templi del gusto e girovagando per cantine e
frantoi. Il nostro itinerario parte da Vico Equense,
vero paradiso gastronomico, dove piccoli "artigiani del gusto" realizzano dei
grandi prodotti, come la salsiccia e il salame fatto di carne suina e scorza di
arancia, e i magnifici prodotti caseari, dai burrini, caciottine ripiene di un
delicato purè di burro, ai caprignetti, piccole palline ottenute da una crema di
formaggio caprino (cacio-ricotta) che, dopo essere state cosparse di erbe
aromatiche, vengono conservate sott'olio. Il più pregiato di tutti è il rinomato
Provolone del Monaco DOP, formaggio
stagionato a pasta filata nella caratteristica foggia a melone leggermente
allungato o a pera, senza testina. I prodotti caseari della zona sono ancora
prodotti in modo artigianale e svariate sono le botteghe gastronomiche e i
produttori presso cui si possono assaggiare e acquistare i prodotti tipici, ma
anche osservare il ciclo di produzione.
Da notare sono le trecce alle olive
e le altre specialità dei Monti Lattari.
Vico Equense è anche rinomata per essere la
patria della pizza a metro, ma una sosta gastronomica non può mancare in
località Sant'Andrea, dove si proveranno vere emozioni per il palato e le
cui specialità sono la pasta fresca, la fonduta di fiordilatte, con prosciutto e
tartufo nero e il calamaro ripieno con verdure e gamberi, intelligente
variazione su un tema locale.
Da Vico Equense ci spostiamo a
Meta, uno dei Comuni dove si produce l'olio
DOP Penisola Sorrentina, per il quale esistono anche qui numerose
aziende produttrici, di antichissima origine (alcuni frantoi risalgono al 1600)
presso le quali è possibile assaggiare la loro produzione olearia, acquistare e
ripercorrere un itinerario alle origine della tradizione contadina. Proseguendo
lungo la penisola si giunge a Piano di
Sorrento. Anche qui numerosi sono i frantoi storici che pian piano hanno
ampliato la loro offerta attraverso servizi di agriturismo dedicati. Attraverso
un itinerario presso i produttori si ha l'occasione di gustare prodotti della
terra in splendidi scenari naturali che alternano uliveti a piante di frutta e
agrumi. A pochi passi da Piano di Sorrento
ci troviamo a Sorrento, patria del limoncello,
fatto con scorze di limoni, alcool, acqua e zucchero, ottimo dopo il pranzo e
consumato in bicchierini di vetro appositamente messi in freezer. Caratteristico
è passeggiare per i vicoli del centro per provare, nelle varie "bottegucce", un
babà al limoncello e un goccio di liquore, quasi
facendo una gara tra i vari produttori che con cordialità guidano nella libera
degustazione, o per provare uno specialissimo dolce, come la
delizia al limone, circondati da fotografie che
testimoniano il passaggio di vip di fama internazionale. Non meno importante del
rinomato limoncello, è il
nocino, un liquore ottenuto dall'infusione di mallo
verde di noce in alcool e prodotto con le noci di Sorrento
dalle piccole dimensioni e dal gheriglio polposo e saporito. Per assaggiare i
piatti tipici c'è solo l'imbarazzo della scelta, dai ravioli all'aragosta alla
torta di arance e noci, dai leggendari gnocchi alla sorrentina con pomodoro,
basilico e fiordilatte filante, alla cucina
semplice e saporita di un'ottima pasta e ceci.
Da Sorrento a Massalubrense si
prosegue in "giro per frantoi", dove l'attività è di antiche e nobili tradizioni
e dove si produce un olio dalla doppia certificazione, DOP
e biologica, ed è possibile osservare tutte le fasi della filiera, che
vanno dalla raccolta alla mulitura, passando per l'etichettatura, il tutto
"condito" da racconti e degustazioni. Attraverso i servizi di ristorazione della
zona è possibile assaporare irripetibili emozioni per il palato senza
dimenticare la qualità ed i dettagli, con l'aiuto di un grande amore e passione
per la tradizione e per l'innovazione culinaria, dai ravioli di caciotta e
maggiorana al pollo ruspante "riscoperto", irrorato da grandi
vini. E poi Agerola nota già ai tempi di Galeno il quale
riteneva che qui si producesse un latte molto salutare per la cura della tisi e
ancor oggi rinomata per i formaggi a pasta filata, dal tipico
fiordilatte al
caciocavallo, ottenuti dalla razza agerolese, misto di razza podolica e
razza jersey, allevata non solo in stalla ma anche "per foglie" nutrendosi della
vegetazione spontanea che cresce su questi monti conferendo ai prodotti aromi
unici. Ai turisti più curiosi si consiglia una visita guidata presso uno dei
numerosi caseifici locali per assistere al tradizionale e caratteristico metodo
di produzione. Il nostro tour enogastronomico prosegue a
Gragnano un piccolo comune dalle grandi
tradizioni, che già nell'etimologia del nome, Praedium granium, fondo della Gens
Granici di origine romana, proprietaria di grandi appezzamenti coltivati a
cereali, può essere definito la capitale della
Pasta.
Ma Gragnano è la città dei
maccheroni, capitale di una pasta eccezionale
famosa in tutta Italia, prodotta già dal XVII sec., che nasce da grano
duro di primissima qualità, ed ancor oggi trafilata al bronzo con un
procedimento lento e graduale, che le fa cosi mantenere tutto il sapore del
grano e le dona la caratteristica rugosità. È molto suggestivo fare una tappa
presso uno degli antichi pastai per vedere e vivere l'affascinante processo di
lavorazione. Non poteva che svolgersi qui la rinomata Festa dei Maccheroni
di settembre dove si celebrano fusilli, rigatoni, offerti in tutte le salse dai
pastai gragnanesi, a cui è connesso l'allestimento di un Museo della Pasta
a cadenza biennale (chiostro di San Michele Arcangelo in Via Santa Croce)
ove sono conservati gli attrezzi e le macchine indispensabili alla lavorazione,
come le ventole, vari formati di trafile in bronzo e bilance di varia portata.
Da non dimenticare, prima di lasciare il paese di gustare anche gli
impareggiabili panuozzi, pezzi di pane ripieni preparati con gli stessi
ingredienti della pizza, gustosa invenzione dei pizzaioli gragnanesi e di
degustare il vino, declamato da Mario Soldati, un
piccolo vino ma insuperabile. Una visita è d'obbligo nelle case vinicole della
zona che da oltre quarant'anni imbottigliano vini alle pendici dei
Monti Lattari e, grazie all'impegno degli
operatori, questo piccolo, grande vino, rivive i fasti del passato e consente di
riprovare intatte emozioni di altri tempi.
C'è poi Lettere dove secondo una tradizione
locale ci sono i migliori vigneti, belli da ammirare nei giorni della vendemmia
quando secondo gli antichi sistemi di raccolta, muli robusti si arrampicano su
sentieri impervi provvedendo al trasporto dei grappoli. Ed è qui che incontriamo
due cantine di qualità dove per gli amanti del buon bere sarà piacevole
immergersi nella lettura di questi vini e fare un giro in bottaia. Proprio botti
costruiva inizialmente la famiglia Sorrentino, una delle prime a ridare nobiltà
ai vini tipici della penisola Sorrentina. Ma tanti sono i "fautori" della
crescita e diffusione del vino di Lettere fin dal 1860 e da sempre la
passione per il vino è tramandata da generazione in generazione.
Ultimo centro del nostro itinerario è Cetara,
con la straordinaria colatura di alici. |