scartando il suono RE (tonica della
dominante LA, fondamentale del 2° nucleo del «Gruppo B») che rende l'accordo
dodecafonico e aggiungendo i due suoni mancanti LA e MI b.
Riepilogando possiamo dire:
«su ogni nucleo dello "spettro prismatico dei suoni" noi
possiamo sovrapporre un "suono base" dei nuclei successivi in modo da ottenere
tanti accordi di "superdominane" e, naturalmente, questa operazione può essere
invertita. Valendoci poi della abitudine acquisita di unire nel "sistema
diatonico-tonale" la TONICA alla DOMINANTE, noi potremo ottenere raggruppamenti
dodecafonici legittimati da tale accoppiamento abituale. Se si pensa che tutte
le combinazioni di smembramento sui nuclei di un "Gruppo" possono essere
praticate anche sugli altri; che, inoltre, altre combinazioni si possono
ottenere con le sovrapposizioni applicate sulla 9a maggiore, sarà facile ora
immaginare di quanto viene arricchita la tavolozza sonora».
«Quando ci saremo persuasi che ogni
ostacolo non va aggirato, ma affrontato e superato, allora si
comprenderà quanto sia necessario studiare a fondo la "Diatonia Modale", la
"Diatonia Tonale", l’ "Armonia" la "Precromatica", la "Esafonia \ l’ Alternato"
e la "Dodecafonia"...».
Poniamo mente al fatto che tutto ciò
che suggeriva (siamo ai 1951) in fatto di studio, Frazzi, non contempla
l'immenso ed ancora per tanta parte ignoto patrimonio della 23
pratica rinascimentale e particolarmente monteverdiana; non possiamo non
considerare con immensa riverenza la fatica ammonitrice alla quale con giovanile
entusiasmo Frazzi si accosta giornalmente rovistando fra i Canti, i
Contrappunti, ed i «Continui» del Peri, di Caccini, di Gesualdo, di Monteverdi...!
Non ci rimane, per completare la nostra
piccola ricognizione sull’«Alternato» di Vito Frazzi, che dare un rapido sguardo
ad alcuni temi affrontati dal Maestro nel suo
Trattato.
Interessante seguire le
differenziazioni che Frazzi individua nei vari sistemi compositivi onde appurare
l'essenza diatonica, esafonica o alternata di un'armonia: