Monteverdi con tutte le sue incidenze),
fino a giungere con la nostra sensibilità
a percepire che quando due suoni
hanno in comune gli stessi armonici formanti
la nona minore, possono stare
insieme col raggruppamento loro proprio
purché siano sovrapposti a distanza e
possibilmente nelle parti estreme».
Dato l'accordo di nona minore:
disponiamo i suoni a scala:
e facciamo precedere i suoni reali dalle
appoggiature melodiche di tono (nere),
che spontaneamente si fanno individuare,
ed avremo la Scala Alternata 1/2 tono - tono:
(Scala tipo A)
Le appoggiature melodiche nascono
naturalmente dalle quattro trasformazioni
dell'accordo di nona minore, per
omologia:
(teniamo presente che l'omofonia
proviene dal «temperamento equabile» che, contrariamente a quanto asserito dalla
Scuola, era cognito e praticamente usato nel ‘500)15.
15 M.
LE ROUX - Claudio Monteverdi, Parigi 1951, pag. 63 e segg.; N. ANFUSO -
A. GIANUARIO, Preparazione alla Interpretazione della POIESIS Monteverdiana,
Firenze 1971, pag. 311 e segg.