Il Fabraterno 2007/01


odori, sapori, emozioni sulla scia di un Premio Nobel
viaggio nel Cairo di Nagib Mahafuz
a spasso tra i libri


di Gaetano Iorio

 

…l’aereo continua a girare… il vento ne fa tremare le ali…dal finestrino riesco a scorgere alcuni quartieri della città …ora si piega e il mio sguardo corre tra i vicoli…ora si rimette dritto e me ne impedisce la vista, mi angoscio, come se la città, non ancora, si volesse svelare…. ……ahlan wa sahlan!!! Il traffico è caotico, l’aria irrespirabile e c’è una foschia che non ha niente di magico, l’autista del taxi mi sorride:”siamo 20 milioni di personee 20 milioni di macchine!”. I miei polmoni sedotti si abituano subito alla città… Riesco a leggere nei volti della gente parole di scrittori sconosciuti agli occidentali. Ho voglia di scoprire perché gli egiziani non abbandonano mai Il Cairo neanche per ritirare il premio Nobel come fece Nagib Mahfuz che mandò un suo rappresentante. Forse perché è più di una metropoli, al-Qahira viene chiamata più spesso dai suoi abitanti semplicemente Misr (Egitto), perché Il Cairo è l’Egitto! …disse lo shaikh ‘abd rabuh alta’ih:” la vita sembra una serie di conflitti e lacrime e paure, ma ha un fascino che incanta e ubriaca”. Così scriveva Nagib Mahfuz e queste parole mi accompagnano nella scoperta di questa affascinante e misteriosa donna…al-Qahira! Un profumo dolce e intenso di mela mi spinge nel vicolo di shari’ elbostani el-sa’edy, mi siedo sconosciuto tra sconosciuti, fumo anch’io shisha alla mela e subito mi sento a casa…e qui tra nuvole di fumo bianco mi sembra finalmente di scorgere Nagib. Mi giurano che spesso la sera si fermava a fumare lì…e a me fa piacere crederlo! A pochi passi c’è il Caffè Riche, entro e mi sembra di essere tornato indietro nel tempo, quando era frequentato dall’intellighenzia cairota… alle pareti ritratti di Taha Huseyn, Umm Kulthum, Yahya at-tahir ‘abd allah… Ya habyby! Ya qalby! Ya al-Qahira! Da Al-Azhar, la più antica università del mondo, scorgo il bazar Khan el-Khalili, alle spalle del quale mi confondo in uno dei quartieri popolari del Cairo da cui Nagib Mahfuz trasse ispirazione per molti dei suoi romanzi. Amava stare tra la gente del quartiere, gente comune, con passioni e debolezze comuni…mi perdo tra i vicoli polverosi e animati che si spingono fino all’antica porta della città bab el-futuh…e ho l’impressione di essere finito anch’io tra le pagine di un suo racconto…spio ogni angolo con gli occhi curiosi e felici di un bambino…ogni rumore o profumo attira la mia attenzione e poi mi distrae verso qualcosa che cerco, che trovo, forse, che posso sentire ma non vedere… …uno scampanellio richiama la mia attenzione… è quello del collare del gatto che mi siede sulle gambe… orgoglioso mi mostra el- Fishawi, uno dei caffè dove Nagib spendeva la sua giornata, alla fine della quale tornava a casa a scrivere. …il canto del muezzin mi esorta a continuare il viaggio…la moschea di Ibn Tulun, el Qala (la Cittadella del Saladino), la Madrasa di Hasan, la Madrasa di Qala’un… ma anche le piramidi di Giza, meravigliose, imponenti… Nagib Mahfuz si definiva figlio di due grandi civiltà, quella dei faraoni e quella islamica e portava nei suoi scritti l’amore e il rispetto che ne nutriva, e musulmano difendeva la laicità dello Stato. Dedicò al Cairo e la sua gente la sua produzione letteraria e proprio in questi giorni la sua immagine mi sembra più imponente di quella del presidente. …i miei pensieri si fanno vento che gonfiano le vele delle barche sul Nilo… …arrivo alla Fiera Internazionale del Libro del Cairo dove una sua gigantografia mi accoglie…che stupore!!! L’intera città mi sta aspettando… migliaia di persone, intere famiglie, che trascorrono la giornata tra i libri…in verità gli egiziani trascorrono tutta la vita tra i libri! In ogni angolo di strada e su ogni marciapiede si vendono libri e le librerie sono luoghi meravigliosi dove i commessi sembrano conoscere ogni pagina che li circonda. Divento triste se penso che il mio paese è quello in Europa dove si legge meno… Gli alti minareti mi guidano verso il funduq accanto al quale una chiesa e una moschea si sfiorano incuranti delle convinzioni degli occidentali… sono stanco ma più ricco e felice… mi affaccio sul balcone, la mezza luna splende alta sulla città, mi fermo per un attimo…ma il profumo di mela è ancora nei miei polmoni… ya llah! ya llah! Il Cairo mi aspetta!!!