Il Fabraterno 2007/01


Carmelina nell’omelia del Parroco del Sacro Cuore Don Dante

Ero ignorante e tu mi hai istruito

in una chiesa caratterizzata dalla numerosa presenza dei suoi allievi


di Enza Sperduti

 

Ero ignorante e tu mi hai istruito. Con queste parole don Dante nella chiesa del Sacro Cuore concludeva l’ultimo saluto a Carmina Spada, la nostra Carmelina, consegnandola all’eternità e al nostro ricordo rivestita dell’incomparabile prestigio di insegnante. E con queste parole egli ama pensare che l’abbia accolta Gesù, come promesso durante la sua predicazione terrena: -Venite, benedetti del Padre mio ….Perchè io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito….ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me-. E Carmelina ha svolto con tanta sensibilità e passione il suo servizio da meritare di entrare nel numero degli eletti. Carmelina si potrebbe ricordare sotto tanti aspetti, perché tanti erano i suoi affetti e i suoi interessi. Ma la lunga e commossa fila di studenti che preceduta dagli stendardi della scuola entrava in chiesa a stringersi intorno all’amata professoressa, quei ragazzi che manifestavano apertamente il dolore e lo smarrimento, le innumerevoli testimonianze di affetto e riconoscenza rese tra le lacrime in uno spettacolo straordinario che riporta la scuola a un’altezza oggi così minacciata, sottraggono Carmelina alla sfera privata e ne fanno un simbolo istituzionale.
Ero ignorante e tu mi hai istruito.
Come sono commoventi e belle queste parole, come rendono giustizia agli insegnanti che con fatica e con l’anima fanno il loro dovere, e come risuonano severe per quelli che non rispondono alla grandezza del loro compito! E come altrettanto severamente risuonano per gli studenti che quel compito non lo rispettano e lo rendono, benché appassionante, più faticoso di quanto non sia! Carmelina insegnava lettere greche e latine, con la sua voce inimitabile faceva conoscere e amare ai suoi ragazzi gli autori classici antichi. Materia poco proficua per il profitto, il guadagno, gli affari. E infatti Carmelina voleva solo coltivare la mente e il cuore di quei ragazzi, voleva solo aiutarli a riconoscere quanto di più bello e vero la vita sa dare. E loro l’amavano, come si ama a quell’età e come si ama chi ti apre porte affascinanti e sconosciute. E l’avranno ancora, l’avranno ogni volta che dalla perduta giovinezza, da quel mondo indimenticabile e completamente diverso da ogni altro che è il mondo dei banchi di scuola, d’improvviso arriverà ora all’uno ora all’altro di essi uno sguardo, un suggerimento, un sorriso della loro professoressa. E vedranno più chiaro.
Ero ignorante e tu mi hai istruito.
Un’altra comunità che deve molto a Carmelina e soffre fortemente la sua perdita è l’Associazione Culturale Fabraterni. I suoi componenti, molti dei quali amici di lei da una vita (ma non hanno sofferto meno quelli recenti), hanno vissuto l’ultimo saluto in modo differente dagli studenti. In preda alla commozione si sono ritirati in se stessi, senza la capacità e il conforto di abbandonarsi scopertamente al dolore come per loro fortuna sanno concedersi i giovani. Il dolore era acre e muto. Dei Fabraterni Carmelina era “la voce”. Per suffragio universale, per tributo unanime e spontaneo, in ogni manifestazione spettava a lei leggere le pagine di maggiore interesse, e la modestia e la discrezione non nascondevano la suggestione di una voce che sembrava provenire da un palcoscenico. Il teatro, un’altra delle sue passioni, che aveva trasmesso ai ragazzi della scuola con un progetto teatrale che portava avanti da anni. Ma dei Fabraterni Carmelina era tante cose: membro del direttivo, membro della commissione esaminatrice nei concorsi letterari, fine relatrice di conferenze sulla letteratura antica, animatrice di feste in cui ballava, cantava e liberava la sua esuberanza……e intanto lo sguardo tradiva la malinconia di chi conosce e accetta le durezze della vita. Come dimenticarla? E infatti è qui, con noi, e sorride e professa la gioia e la fatica di vivere.
Ero ignorante e tu mi hai istruito..... cara dolcissima Carmelina.