Il Fabraterno 2007/01

 

PERISCOPIO CECCANESE


a cura di Alessandro Ciotoli

L’analisi del voto amministrativo
Mentre Antonio Ciotoli si accinge al varo della sua terza Giunta (nel corso del primo mandato ce ne furono due), vale la pena soffermarsi su alcune considerazioni relative al voto per le Elezioni Amministrative che hanno rinnovato il Consiglio comunale cittadino. Mai come questa volta le forze in campo erano così massicce: 7 candidati a sindaco, 18 liste, 344 candidati alla carica di consigliere comunale, numeri da grandi città e forse esagerati per una piccola città di 23 mila abitanti. Questi i risultati in termini percentuali: Antonio Ciotoli, candidato da otto partiti del centrosinistra, confermato sindaco con il 53.63% dei consensi. Dietro di lui, molto distaccati, Massimo Ruspandini (An-Dc, Fiamma Tricolore, L’altra Ceccano) che ha ottenuto il 15.16%; Angelino Stella (Per la Gente, La Spiga) con il 13.63%; Antonio Aversa (Forza Italia, Azione Sociale) con l’8,12%; Domenico Aversa (Movimento per la Sinistra-Verdi) con il 3,5%; Mario Sodani (Udc) con il 3,31%; Alessandro Battista (Italia di Mezzo) con il 2,66%. Per quanto riguarda i partiti, storico sorpasso dello Sdi che con il 15.09% diventa primo partito cittadino scavalcando i Ds fermi al 14%. Seguono le civiche Insieme per Ceccano con il 12,03% e Per la Gente con il 9,59%, la lista unitaria An-Dc con il 7,41% e i Comunisti Italiani con il 6,42%. Forte l’arretramento rispetto al 2002 di molti partiti tradizionali come ad esempio Forza Italia, scesa al 6,34%, Rifondazione scesa al 4,18%, la Margherita crollata al 4,34% e l’Udc scesa addirittura all’1,44%. Tra le altre civiche, ottimo il risultato de L’altra Ceccano, lista molto giovane che porta a casa il 4,49% dei consensi riuscendo anche ad eleggere Roberto Caligiore, e discreto quello del Movimento per la Sinistra-Verdi che si attesta sul 3,48%, un risultato senz’altro da tenere in considerazione in vista dell’apertura a livello nazionale del “cantiere” per l’unità dei partiti a sinistra del Partito Democratico. La caratteristica principale del voto del 27 maggio è stata l’estrema frammentazione del voto, che ha indubbiamente favorito sia il candidato forte, Antonio Ciotoli, per l’elezione del sindaco sia i candidati forti per la carica di consigliere. Se si analizzano i voti di preferenza infatti riscontriamo che su 344 candidati ben 39 hanno riportato 0 preferenze (di questi ben 14 sono della lista Azione Sociale, dove è stato votato solo il capolista), ossia l’11,4% dei candidati, mentre 47 candidati hanno riportato tra 1 e 5 preferenze, in sostanza i voti del proprio nucleo familiare o poco meno. Quindi il 25% dei candidati alla carica di consigliere ha ottenuto lo 0,9% dei voti validi, un dato che dovrebbe far riflettere sull’effettiva utilità di uno schieramento così massiccio di candidati che non hanno fatto altro che far perdere di peso alla scelta politica degli elettori, costringendoli spesso a dover scegliere tra una miriade di parenti ed amici alle prime armi senza però prospettive politiche. E’ stata questa alla fine la carta che ha consentito allo schieramento maggiore di fare man bassa non solo sul voto al candidato sindaco (anche se non è da sottovalutare il fatto che Ciotoli abbia preso 948 voti meno delle liste che lo sostenevano) ma anche e soprattutto sulle preferenze, dove le liste di Ciotoli hanno ottenuto il 61% facendo così scattare altri due seggi oltre ai dodici che normalmente spettano alla maggioranza. Nonostante la vittoria di Ciotoli ottimi i risultati di Ruspandini e Stella, che se fossero riusciti a trovare insieme agli altri candidati un accordo unitario avrebbero forse reso più difficile la vittoria al primo turno del sindaco uscente, una lezione per i prossimi appuntamenti elettorali. Il sindaco si trova così a gestire una maggioranza di sei partiti (Ds, Sdi, Insieme per Ceccano, Margherita, Pdci e Prc), con un equilibrio piuttosto difficile e con un quadro politico che da qui a pochi mesi potrebbe cambiare radicalmente. A ottobre nascerà il Partito Democratico, con la fusione tra Ds e Margherita che uniranno i gruppi consiliari. Tra qualche mese nascerà il partito unico a sinistra con Pdci, Rifondazione, Verdi, Sinistra Democratica, che porterà i due consiglieri eletti del Pdci e di Rifondazione a dare vita ad un unico gruppo consiliare. Resta poi aperta la questione socialista, lo Sdi andrà avanti con la scelta dell’isolamento o alla fine aderirà al Partito Democratico? Tutte questioni aperte che ridefiniranno il quadro politico già nei primi mesi della nuova Giunta Ciotoli, e c’è da credere che gli equilibri nell’assegnazione degli incarichi metteranno a dura prova la tenuta di un esecutivo nato dopo ore di trattative serrate e di vendette annunciate. Vedremo come andrà a finire.