Il Fabraterno 2007/01


camminando, con un occhio alla trasformazione dell’ambiente

la camminata

camminare per star bene, per vedere, per sapere


di Giovanni Ruspandini

Chi mai penserebbe che la camminata (la camminata sistematica fatta per anni) oltre che un valido esercizio per il benessere fisico è anche un misuratore del costume che cambia, un modo per controllare le alterazioni del territorio e il grado di coscienza civile del cittadino? Ebbene, per noi la camminata è stata, ed è, tutto questo. Oggi sono centinaia le persone che frequentano con assiduità la pista di atletica e le strade di campagna di Ceccano, ma appena dieci anni fa eravamo in due. Si raggiungeva in macchina quella tale contrada e si dava inizio alla camminata; un itinerario ogni volta diverso, un ampio giro senza passare mai due volte nello stesso punto. E' stato così che abbiamo conosciuto il contado di Ceccano e dei paesi del circondario. Si camminava, si osservava, si cercava di indovinare i commenti delle persone al lavoro negli orti che ci guardavano sottecchi, evitando di incrociare i nostri sguardi: “Chissà che vanno facendo quei due, a piedi! Saranno due albanesi. Passano, guardano. Non me la raccontano giusta!” La serenità dei paesaggio e l'atmosfera calma e rilassata davano ala alla nostra fantasia che si sfrenava in progetti e in suggerimenti a dir poco surreali come la ricetta semplice e infallibile per vincere le partite di calcio, a beneficio dei tifoso incontrato casualmente che ci ascoltava disorientato: “Se fossi io l'allenatore, appena comincia la partita, manderei tutti all'attacco. Quattro, cinque gol e poi metterei tutti in difesa!” Passando di nuovo nelle stesse zone a distanza di tempo, abbiamo riscontrato il diffondersi di giardini davanti alle abitazioni con erba all'inglese e piante ornamentali, ma anche la presenza diffusa dei muri di recinzione, segnali eloquenti del senso di insicurezza crescente, con cani da guardia ringhiosi segnalati da cartelli qualche volta singolari, come quello in contrada Colle Leo: Attenti al cane! Si fiara. Sul margine erboso della strada abbiamo trovato animali antelucani (il riccio, l'istrice, la volpe...) schiacciati deliberatamente da automobilisti sadici e criminali. Nelle campagne abbiamo visto cose che le amministrazioni comunali preferiscono non vedere: insospettabili capanne di cartone o di larniera messe su alla svelta con finte finestre alle pareti e poi, l'anno successivo, la costruzione in loro vece di ville in cemento armato con tanto di cartello e di progetto di ristrutturazione! Col tempo siamo cresciuti di numero ed è andato via via restringendosi il raggio di azione della nostra camminata: non più contrade sconosciute e fuori mano, ma le stradine di Colle Leo e di Colle San Paolo. 1 discorsi sono diventati seri: politica, emigrazione, educazione civica... Durante la calura estiva la camminata lungo il tratto di foresta a galleria, ombroso e suggestivo, nel Bosco Faito ci ha fornito lo spunto per parlare di ambiente e di ecologia. Abbiamo provato ad immaginare la Macchia Faito acquistata dal Comune e trasformata in area protetta, al riparo dai megaprogetti speculativi, e ci siamo chiesti se si riuscirà mai a difendere la nostra Amazzonia dai cumuli di immondizia, dal taglio abusivo e dalla caccia indiscriminata. No, non ci sono stati cambiamenti significativi dal punto di vista della crescita civile e della coscienza ambientalista! Quanto a noi, qualche iniziativa abbiamo cercato di prenderla. Ma effimero è stato l'effetto del tabellone fissato ad una pianta: Discarica riservata alle persone rozze e incivili, e nessun seguito ha avuto la nostra petizione firmata da decine di cittadini per far vietare la caccia nell'area degli impianti sportivi tra il Sacco e il Cosa dopo il rinvenimento di uno svasso con un'ala spezzata dai pallini. Troppo potente e troppo protetta politicamente si è rivelata la lobby dei cacciatori che è arrivata ad organizzare nel Palazzetto dello Sport la giornata della libera caccia: un insultante tentativo di proporsi come ecologisti e un affronto alla vera sensibilità naturalistica. Ultimamente ci siamo spostati nel campo di atletica accanto a decine di camminatori di ogni età, anzi di camminatrici perlopiù, ché sono le donne oggi a prevalere. La bellissima pista di atletica svolge un ruoto davvero prezioso che, riteniamo, va al di là delle intenzioni degli ideatori del progetto e degli amministratori comunali. Sono veramente tante le persone che usano l'impianto in tutte le ore del giorno: camminano, corrono, parlano, con grandi benefici per la salute e per la socialità. Una struttura sportiva a disposizione dei cittadini nel senso vero e democratico della parola, forse l'unica nella provincia. Ma durerà? Come verrà regolamentato l'ingresso una volta ultimati i lavori? L’impianto continuerà ad essere la grande palestra di tutta la comunità, oppure le centinaia di giovani, di anziani, di bambini che oggi lo usano verranno ricacciati lungo le strade in mezzo al traffico e allo smog mentre la pista resta sotto chiave a disposizione di pochi privilegiati e di qualche gruppo sportivo ? Speriamo proprio di no.

Giovanni Ruspandini