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Cronologia

 

Credits

 

Tra i personaggi politici italiani più importanti degli anni del boom si ricordano:

Antonio Segni

Tra i fondatori della Democrazia Cristiana. Deputato, più volte ministro e presidente del Consiglio. Eletto presidente della Repubblica nel 1962, si dimise nel 1964 in seguito ad una grave malattia

Alcide De Gasperi

protagonista della ricostruzione politica ed economica dell'Italia dopo la seconda guerra mondiale e leader dei governi di centro formatisi dal 1947 con l'esclusione delle forze di sinistra. Nel 1921 divenne deputato al parlamento italiano e ricoprì la carica fino al 1926. Durante la seconda guerra mondiale De Gasperi contribuì alla fondazione del partito della Democrazia cristiana, che ereditava le idee e l'esperienza del Partito popolare di don Sturzo. Dopo il crollo della dittatura di Mussolini, De Gasperi fu nominato ministro senza portafoglio del nuovo governo. Ricoprì la carica di ministro degli Esteri dal dicembre 1944 al dicembre 1945. In qualità di presidente del consiglio, De Gasperi favorì e guidò una serie di coalizioni di governo, composte dal suo partito e da altre forze moderate del centro.

Palmiro Togliatti

Nel 1921 fu uno dei fondatori del Partito comunista italiano (PCI). Ebbe un ruolo importante nell'elaborazione della linea politica delle grandi intese tra partiti antifascisti. Partecipò alla guerra civile spagnola (1936-1939). Nel 1944 assunse responsabilità di governo nelle coalizioni dei partiti antifascisti che ressero il paese negli ultimi anni di guerra e all'indomani del conflitto. Dopo l'uscita dei comunisti dal governo, nel 1947, guidò l'opposizione di sinistra. La sua azione fu decisiva per il radicamento del PCI nella società italiana. Pur senza troncare i rapporti con l'Unione Sovietica, egli adottò una linea politica basata sul valore della democrazia e sulla peculiarità delle "vie nazionali al socialismo".

Amintore Fanfani

Nell'immediato dopoguerra fu tra i fondatori della Democrazia Cristiana, partito cattolico nelle cui liste fu eletto all'assemblea costituente. Deputato, segretario del partito, ministro e più volte presidente del consiglio dei ministri, fu uno degli artefici della svolta politica di centrosinistra, basata sulla collaborazione tra democristiani e socialisti.

Pietro Nenni

presidente del Partito socialista (1966-80). Giornalista, militò fin da giovanissimo nel Partito repubblicano; nel 1911 subì una condanna per aver organizzato lo sciopero contro la guerra italo-turca e scontò un anno di prigione. Combatté nella prima guerra mondiale e nel 1921 aderì al Partito socialista italiano (PSI). Dal 1923 al 1925 fu direttore dell'"Avanti!" e nel 1926 fondò con Carlo Rosselli il settimanale repubblicano-socialista "Quarto Stato". Arrestato più volte per la sua opposizione al regime fascista, nel 1926 andò in esilio in Francia, dove entrò a far parte del Comitato esecutivo dell'Internazionale socialista. In seguito si unì alla brigata Garibaldi e combatté nella guerra civile spagnola.

Mario Scelba

Tra i fondatori della Democrazia Cristiana, fu ministro degli interni nei governi di centro. Fu accusato di usare metodi repressivi contro le manifestazioni degli operai e degli studenti. Fu presidente del consiglio dei ministri dal 1954 al 1955.

Giorgio Almirante

leader della destra neofascista. Esordì con un incarico politico nella Repubblica sociale italiana e dopo la fine della seconda guerra mondiale promosse la fondazione del Movimento sociale italiano, partito di ispirazione fascista di cui fu segretario dal 1947 al 1954 e dal 1969 al 1987.

Ferdinando Tambroni

Tambroni, ex centurione della Milizia fascista, fu ministro degli Interni nel 1955 durante il governo di Segni, nel 1957 con Zoli e con Fanfani nel 1958. Inoltre fu ministro del Bilancio nel 1959 ancora con Segni.

Infine, nel 1960 è capo del governo con i voti della DC dei monarchici e del MSI.

Fu costretto a dimettersi dopo i numerosi morti e feriti causati dai disordini verificatisi durante le manifestazioni del congresso del MSI a Genova.

Non aveva previsto, infatti, che un congresso del MSI avrebbe inevitabilmente causato confusione in una città caposaldo della sinistra.

Aldo Moro

fu deputato della Democrazia cristiana ininterrottamente dal 1948. Prestò servizio in qualità di ministro della Giustizia negli anni 1955-57, ministro della Pubblica Istruzione dal 1957 al 1959 e ministro degli Esteri negli anni 1970-72; dal 1959 al 1963 fu segretario della Democrazia cristiana, di cui divenne presidente nel 1976. Nel 1963 rivoluzionò la scena politica italiana, formando una coalizione di governo che includeva il Partito socialista. Leader della corrente di sinistra della DC, Moro iniziò una politica di apertura verso il Partito comunista, che portò alla formazione di due governi di "solidarietà nazionale", sorti allo scopo di fronteggiare l'emergenza del terrorismo e la crisi economica. Il 16 marzo del 1978 fu rapito e poi assassinato (9 maggio) dalle Brigate rosse.

 

 

 

 

 

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