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Il miracolo economico era il risultato di diversi elementi, trai quali l'assoluta stabilità dei salari in una fase di grande aumento della produttività. Come sostenere che il miracolo era stato pagato in primo luogo dalla classe operaia. La stabilità salariale era la conseguenza dell'abbondanza di manodopera, causata dalla continua pressione dei disoccupati che teneva basso il livello dei salari. Ma, con l'accelerarsi dei ritmi di crescita, aumentava anche il bisogno di nuova manodopera.

Tra il 1962 ed il 1963 la disoccupazione scendeva in Italia a livelli "frizionali", tra il 3 ed il 4%. Ciò porta a dei segni di ripresa sindacale già evidenti nel 1960. E non a caso il 1960 è stato l'anno della "scossa politica", della rivolta popolare contro il governo di Tambroni, l'anno nel quale siamo entrati nella nostra belle époque. Il miracolo si è già tradotto, almeno nelle grandi città, in consumi, dai viaggi all'estero allo champagne al caviale. Consumi una volta riservati e segreti, ma oggi esibiti come segno di riconoscimento delle proprie capacità e del successo ottenuto.

Nel Natale 1960 vi è un forte richiamo allo squilibrio determinatosi tra produttività e retribuzioni. Se la produttività nelle aziende è aumentata del 43%, perché non dovrebbero trarne qualche vantaggio anche coloro che vi lavorano?

Il fatturato dell'industria elettromeccanica a Milano in cinque anni è pressoché triplicato, passando dai 283 miliardi del 1955 ai 600 del 1960, mentre la retribuzione operaia è rimasta immutata: nel 1960 è di 227 lire l'ora contro le 379 della Francia e le 441 del Belgio.

 

 

 

 

 

 

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