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...in giro c'è grossa crisi...

SAGGIO BREVE

Riflessioni sul secondo libro del “De Reditu Suo”: quando cambia Firenze e la comunicazione.

06/05/2010

Di F. Allegri

Sfrutto l’occasione dell’inizio della pubblicazione del secondo libro del professor Nappini per fare delle considerazioni sui temi che questo scritto ci propone; l’ho già fatto e probabilmente lo rifarò.

VIVIAMO UNA TRANSIZIONE TUTTA PARTICOLARE; DOPO DECENNI DI CRESCITA E DI RELATIVO BENESSERE CONSUMISTICO E INIZIATA IRREVERSIBILE E LENTA LA CADUTA DEGLI DEI.

Molti non se ne rendono conto, altri non riescono a ribellarsi, altri cercano ulteriori vantaggi egoistici, il professore invece ha iniziato un cammino del cuore e della memoria, prova a guardare indietro, a ricostruire processi, scruta dietro l’angolo.

OGGI VOGLIO DARGLI UNA MANO PER QUEL CHE POSSO, LO FARÒ ANCHE IN FUTURO QUANDO PARLEREMO DI RICOSTRUZIONE DELLA CIVILTÀ ITALIANA.

In questo scritto mi occuperò di 2 riflessioni del professore contenute all’inizio del secondo libro, sono rispettivamente la terza e la seconda. La terza riflessione è del 31 gennaio scorso e si intitola: “LA CITTÀ E LA MEMORIA PRIVATA”. In questo scritto il professore fa una camminata per Firenze e lo fa pensando ai cambiamenti di questi anni.

La sua constatazione è questa: “LA CITTÀ È CAMBIATA PRIMA QUEI LUOGHI SI CHIAMAVANO DIVERSAMENTE E OGGI CHE HANNO UN NUOVO NOME LI HO CONFUSI. PER ESSERE ESATTI RITORNANDO VERSO CASA HO AVUTO MODO DI OSSERVARE CHE IN FIN DEI CONTI FIRENZE IN CERTI SUOI PUNTI È PROPRIO UN’ALTRA COSA.

ROSTICCERIE E FRIGGITORIE CINESI, RIVENDITORI DI KEBAB, MINIMARKET CON L’ESERCENTE ASIATICO ALLA CASSA, VENDITORI AMBULANTI DI COLORE DANNO IL SENSO DI UN MONDO UMANO ALTRO CHE SI È INCLUSO E INCASTRATO IN CIÒ CHE CREDEVO DI CONOSCERE E IN QUALCHE MODO CAPIRE.”

Il professore ha trovato per caso la Firenze che non ha patria e che ha radici diverse dalle nostre.

Ha trovato quella migliore, probabilmente nei retrobottega ce n’è un’altra fatta di lavoro nero e sfruttamenti vari, ma oggi mi basta questa.

Io credo che essa si integri con 20 anni di malgoverno e sperperi in città, questo piccolo mondo è il frutto della città di nessuno e del malaffare che sono ultimamente è stato individuato, in parte.

I fiorentini che non conoscono e non capiscono la loro città dovranno fare i conti anche con questo soggetto debole che si presterà alle mille strumentalizzazioni dei vari potentati.

Il professore ha avuto un profondo risveglio interiore: “LA MIA MEMORIA PRIVATA È IN DIFETTO PERCHÉ CONFONDE IL PASSATO REMOTO DELL’INFANZIA E DELLA PRE-ADOLESCENZA CON QUESTA FATICOSA MATURITÀ APPENA INIZIATA. MI SONO TROVATO DAVANTI ALL’EVIDENZA DA ME TROPPE VOLTE IGNORATA CHE PROPRIO NEL MIO QUOTIDIANO QUEL MONDO CHE CREDEVO DI CONOSCERE SI È TRASFORMATO, CIÒ CHE RICORDO TALVOLTA NON RISPONDE A QUELLO CHE C’È OGGI PERCHÉ LA MIA MEMORIA PRIVATA RIMANDA AL PASSATO, ALLA MIA ESPERIENZA PERSONALE.”

A MIO AVVISO IN QUESTA FRASE C’E’ LA SORGENTE DEL DE REDITU SUO, il primo passo di un cammino fatto di quasi 140 scritti e riflessioni.

Il professore pensa di essere disarmato: “QUESTA REALTÀ MI COMUNICA CHE LO SPAZIO CHE CREDEVO ANCHE IL MIO NON È PIÙ TALE PERCHÉ SI È MODIFICATO, E NON CI POSSO FAR NULLA; I PROCESSI CHE HANNO FATTO QUESTO SONO MATERIALMENTE INCOMMENSURABILI RISPETTO ALLA MIA VITA DI SINGOLO. STAVOLTA HO SPERIMENTATO SULLA MIA PELLE L’ENORME DISTANZA FRA LA VITA DEL SINGOLO E L’ENORMITÀ DI TUTTO CIÒ CHE LO CIRCONDA; MI SONO SENTITO UN CORPO ESTRANEO, UN SOGGETTO ISOLATO DENTRO UN MONDO UMANO DOVE SONO SOLO DI PASSAGGIO E DOVE I LEGAMI PRECEDENTI DI NATURA CULTURALE, STORICA, AFFETTIVA SONO STATI RIMOSSI, TAGLIATI O SI SONO RIDIMENSIONATI.”

Cosa si prova a sentirsi straniero a casa propria? Non lo so immaginare, io so di aver fatto tutte le battaglie che potevo combattere e vincere e sono cosciente che civiltà multietnica e imperialismo si coniugano. In Italia abbiamo l’imitazione dell’imperialismo e del suo modello economico, nell’ultima ora dell’impero (per fortuna).

Io posso auspicare che si limitino i permessi di soggiorno in questi mesi difficili, sono che gli stranieri pagheranno più caro di noi questo folle progetto che non può essere riformato pensando al libero commercio e al blocco della circolazione.

Ho scritto di dazi e specificato modulati, ma so che la natura dei nostri problemi è politica e culturale, non economica.

Il professore mi dice: “LA DIVERSITÀ DELLA CITTÀ RAPPRESENTA ANCHE LA DIVERSITÀ DEGLI UMANI CHE NE SONO PARTE, NON È PIÙ POSSIBILE NEL BELPAESE IGNORARE L’EVIDENZA DELLA PRESENZA DI COMUNITÀ STRANIERE CHE SONO ORMAI PARTE DELLA POPOLAZIONE DELLE CITTÀ E DEI PAESI, NON È POSSIBILE NASCONDERSI DIETRO UN DITO E FAR FINTA CHE TUTTO SIA COME VENTI O TRENT’ANNI FA QUANDO TUTTO SEMBRAVA POGGIARE SU QUALCHE REGOLA CERTA, SU QUALCHE PATTO ANCESTRALE FRA POPOLAZIONI DIVERSE CHE PARLAVANO GROSSOMODO LA STESSA LINGUA E SI SON TROVATE A SUBIRE ALCUNE GRANDI TRAGEDIE DELLA STORIA.”

Quello che vede il professore è reale, a Firenze come ovunque.

Manca il fattore “crisi internazionale”. E’ bene dirsi che anche questa sarà ed è già una tragedia della storia. Le scelte politiche internazionali hanno rallentato e contenuto la valanga, ma nessuno è fuori pericolo e vivremo giorni, forse settimane difficili.

Questi popoli erranti e mescolati nel nostro paese hanno un culto doppio e triplo, adorano il Dio-denaro e le illusioni della pubblicità commerciale. A ben vedere la pubblicità è una divinità femminile di questo strano culto oscuro del mitico occidente.

Non concordo con il professore quando dice: “NON C’È UN SENSO NELLE COSE E NELLE ATTIVITÀ PRESENTI NEL QUI E ORA SE NON QUELLO CHE GLI UMANI IMPONGONO AD ESSE O CHE S’ILLUDONO DI ATTRIBUIRE. QUANDO TUTTO IL PENSIERO UMANO È RICONDUCIBILE O PESANTEMENTE CONDIZIONATO DALLE LOGICHE DEL SEDICENTE MERCATO È OVVIO CHE OGNI ATTIVITÀ ASSUME SENSO SOLO IN RELAZIONE AL PROFITTO ECONOMICO.”

Manca in questa riflessione un fattore politico che è superiore e originario. Qualcuno ha voluto e deciso questo e si tratta dei detentori del potere politico prima che di quello economico.

Dietro a tanta anonimità c’è sicuramente un mondo e un gruppo di grandi vecchi!

Il professore chiude dicendo: “QUESTO FA SÌ CHE LA MIA MEMORIA SI TROVI A DISAGIO QUANDO IL RICORDO CHE VIENE DAL PASSATO SI CONFRONTA CON QUESTO IMMEDIATO PRESENTE E CON LA SUA UNICA LOGICA.”

Io non provo disagio, conosco il male e le cure; passo al secondo scritto, sempre del 31 gennaio che si intitola: “QUESTO GRANDE SPETTACOLO SCELLERATO”.

Il professore inizia così: “CERTO CHE È DIFFICILE PENSARE A QUESTI ANNI CERCANDO INDIETRO NEL TEMPO PER CAPIRE SE ERA STATO PREVISTO TUTTO QUESTO DOMINIO (NELLA VITA DI OGNI GIORNO) DELLA PUBBLICITÀ E DEL MONDO DELLO SPETTACOLO.”

Questa frase mi ha fatto tornare indietro nel tempo, ai tempi della scuola superiore quando la mia classe fece uno studio collettivo sulla pubblicità e sul marketing in USA. Io mi interessai del tema del condizionamento e delle pubblicità che non avevano funzionato.

Sono passati 20 anni ma ricordo ancora quel frigorifero che nessuno aveva comprato perché era stato mostrato vuoto dalla pubblicità. Un’impresa metalmeccanica USA fallì per questo dettaglio e quel frigo era tecnicamente perfetto e concorrenziale.

Io non posso concordare con il professore quando dice: “I SEGNALI ERANO TANTI, MA CIÒ CHE SORPRENDE È LA FORZA CON CUI QUESTI FENOMENI SON VENUTI IN ESSERE: DI FATTO L’IMMAGINE DEL MONDO E IL VISSUTO QUOTIDIANO DEL SINGOLO SON CONDIZIONATI DALLA PRESSIONE ENORME DI QUESTO MODO DI COMUNICARE.”

A differenza di lui, io ho studiato questi processi e il marketing. A suo tempo riuscii a sfondare un muro di condizionamento e arrivai a capire che in fondo questo marketing era una scienza falsa e pericolosa. Fu un fatto notevole per un ragazzo giovane e riservato.

Il marketing vorrebbe fare quello che dice il professore: “MILIONI D’IMMAGINI, DI SUONI, DI SCENE ANIMATE E AFFINI SPINGONO A COMPRARE QUALCOSA O A STAR SUL MERCATO VENDENDO CAPACITÀ PROFESSIONALI E NON SOLO, SI TRATTA DI UN CONDIZIONAMENTO INCESSANTE E CONTINUO.”

Esso ha fatto questo per decenni, ma ora non potrà riuscirci più!

C’è un’altra domanda da porsi: “Chi è il campione di questo mondo?”

Ecco che mi trovo davanti al problema della crisi economica italiana futura: “ Come potranno gestire il nuovo mondo dei personaggi inventati per il vecchio?”

Il professore mi dice: “DENTRO IL CONDIZIONAMENTO C’È TUTTAVIA UNA NOVITÀ E SI TRATTA DELL’ASSORBIMENTO DELLE CATEGORIE CHE VIVONO DI POLITICA DENTRO LE LOGICHE DELLA PRESENTE CIVILTÀ DELLO SPETTACOLO”.

Questo accade in USA da 70 anni e in un certo senso questo vale anche per l’Italia. Anzi si può rintracciare il legame tra la politica e la comunicazione anche nel fascismo, almeno dagli anni trenta in poi. E’ cambiata solo la prospettiva, un tempo la comunicazione era strumento del potere ora i ruoli si sono rovesciati: la politica è strumento della comunicazione.

Non è detto che duri!

E’ vero che: “IL POTERE POLITICO DEVE RAPPRESENTARE SE STESSO CON MEZZI E LOGICHE NON DISSIMILI DAI DIVI E DALLE DIVE DEL PICCOLO E DEL GRANDE SCHERMO, DEVE ESSERCI; OSSIA DEVE ESSER PRESENTE LA MATTINA, IL POMERIGGIO E LA SERA NELLE FASCE ORARIE UTILI QUANDO IL POTENZIALE ELETTORE HA IL VIDEO ACCESO.”

Questo è il grande spettacolo scellerato e quasi lo vediamo 24 ore su 24 e devo dire al professore che nel mondo dei potenti c’erano tante menti sottili che sapevano bene quello che facevano e questo molto prima di Don Milani e di Pierpaolo Pasolini.

Fatta quella premessa concordo sul punto: “FORSE DON MILANI E PIERPAOLO PASOLINI CON CERTE LORO PRESE DI POSIZIONE, ALLORA DA MOLTI RITENUTE ECCENTRICHE, PER NON DIR DI PEGGIO, AVEVANO INTUITO LA NATURA INTIMA DELLA TELEVISIONE E DELLA PUBBLICITÀ COMMERCIALE E LA SUA CAPACITÀ DI ESSERE RAPPRESENTAZIONE DI TUTTO E DI ESSERE FORZA IN GRADO DI SEDURRE E CONDIZIONARE. PURTROPPO QUEI DUE PERSONAGGI PARALLELI E OPPOSTI SONO UN RICORDO DEL REMOTO PASSATO, BEN POCO È RIMASTO DELL’ANTICA SPINTA ALL’IMPEGNO CIVILE O RELIGIOSO A FAVORE DELLA POPOLAZIONE ITALIANA.”

Forse non è rimasto nulla! Io mi guardo intorno e al massimo vedo degli onesti professionisti della politica o degli arrabbiati senza arte e costrutto: che si sia smarrita anche la capacità di ragionamento? Questo non vale per M. Moore il quale coniuga al meglio arte e politica, il problema è che anche lei caro professore non lo sa, Moore ha dato allo spettacolare uno scopo sociale e forse è per questo che l’hanno proibito ai giovani americani come se lui facesse dei film dell’orrore.

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