IL SATIRO DANZANTE

home page

 

INTRODUZIONE

 

ENOLOGIA:

la pianta vitis vinifera

maturazione e raccolta

il mosto

torchiatura

effetti e controindicazioni

 

MITOLOGIA

la leggenda dell'uva

la leggenda del vino

riti dionisiaci

Bacco a Roma

Satiro danzante

 

BIBBIA

la benedizione di Noè

dal cantico dei cantici

parabola cattivi vignaioli

 

STORIA:

origine della viticoltura

il vino: la sua storia

il vino nell'antica Roma

come si beveva a Roma

Roma e le osterie

 

LETTERATURA

la locandiera

la vendemmia

er vino de li frati

er vino novo

er vino

la gabella del vino

canzone di bacco

ode al vino

 

MUSICA

carmina burana

canzoni da osteria

 

PAGINE DEI RAGAZZI

barzelletta

cruciverba classico

cruciverba

zig zag

elisa

francesca

giulia

giuliano

marzia

noemi

serafin

valentina

Nel Marzo del 1998 viene ripescata nel canale di Sicilia, al largo di Mazara del Vallo, una statua di bronzo. Era a circa 500m di profondità. Rappresenta un Satiro, una delle figure mitologiche del corteo orgiastico che accompagnava Dioniso, il dio greco del vino. Un Satiro Danzante. Lo scultore aveva fissato nel bronzo l’attimo in cui il satiro era su punto di spiccare un salto, sulla punta del piede destro.

La gamba sinistra sollevata, piegata all’indietro, il busto è ruotato e le braccia sono distese.Probabilmente il braccio sinistro era avvolto da una pelle di pantera e dalla mano ciondolava la coppa di vino vuota. Nella mano destra, invece, scuoteva il tirso (caratteristico di Dioniso e dei compagni): una lunga asta con in cima un intreccio d’edera a forma di pigna, ornata con nastri di stoffa. Infine la testa, abbandonata all’indietro fino a toccare quasi le spalle, con le ciocche dei capelli al vento che accompagnano il movimento in cui spiccano gli occhi gialli, rivolti verso l’alto, in estasi. Nell’ottobre del 1998 le Autorità siciliane hanno affidato il Satiro all’Istituto Centrale per il Restauro dove si erano già compiuti importanti interventi su opere antiche in bronzo, come l’Efebo di Selinunte, i Bronzi di Riace e il monumento equestre di Marco Aurelio. L’Istituto ha dedicato al Satiro quattro anni di intenso lavoro, attraverso l’utilizzo delle più avanzate tecnologiche e il supporto di esperti e studiosi, restituendo all’opera scultorea la sua originaria bellezza e forza espressiva.

Appena arrivato dalla Sicilia, il Satiro era ricoperto da numerose incrostazioni, alcune dovute alle condizione fisico-chimiche del fondo marino, altre agli organismi che vivono in acqua. Lo spessore delle pareti è mediamente di 6-7 millimetri; è stata riscontrata una presenza di piombo pari al 16-17 per cento. Il Satiro danzante pesa, complessivamente, cento otto chili. Al suo interno è stata collocata una struttura di sostegno di acciaio poggiate su un basamento antisismico (l’altezza complessiva è poco meno di tre metri). La statua troverà la sua definitiva collocazione in un apposito Museo realizzato nella Chiesa di Sant’Egidio a Mazara del Vallo.