COME E QUANDO BEVEVANO I ROMANI

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Il vino che bevevano i Romani era allungato con l’acqua, preferibilmente tiepida, meglio se di mare. Infatti, non veniva mai bevuto puro ed era simile ad un mosto cotto.

Era impossibile conservare il vino per un periodo abbastanza lungo, senza impedire che il bacterium aceti lo trasformasse in aceto; questo accadeva perché non c’era la tecnologia d’oggi.

Ai Romani piaceva anche condire il vino con erbe aromatiche, sale e miele.I vini venivano distinti in: debole, molle, pesante, alcolico, aspro, dolce, morbido, volgare e pieno.

I nostri antenati non conservavano il vino in botti di legno, ma in anfore e recipienti di terracotta.

I Romani bevevano in molte occasioni: di mattina, tra le 8:00 e le 9:00; poco prima di mezzogiorno e a cena.

Nelle occasioni importanti mangiavano e bevevano sdraiati su dei letti; vicino a loro venivano sistemate delle tavole dove veniva appoggiato il cibo e accanto ad esse una tavola rotonda, dov’ era sistemato il cratere, cioè il recipiente per preparare il vino.

Nelle case dei ricchi esso veniva preparato dagli schiavi più belli, eleganti e giovani, per ricordare il mito del coppiere dell’Olimpo.

La cena era divisa in varie parti; il vino veniva servito durante l’antipasto e durante la parte finale della cena, il dessert.

Giorgio De Chirico:

Il Dio Bacco

Alcune volte la cena veniva prolungata. In questa seconda cena veniva servito molto vino.Secondo l’usanza, veniva poi sorteggiato un “ capo” che decideva quanti bicchieri doveva bere ogni persona e quando si dovevano fare i brindisi.

Durante i banchetti c’ era anche l’abitudine di bere nella stessa coppa, che veniva passata a tutti gli invitati.

Col passare del tempo i vini laziali vennero lasciati ai plebei e i nobili cominciarono a bere quelli esotici.