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La Provincia di Salerno è una provincia della
Campania di oltre 1 milione di abitanti.
Affacciata a sud-ovest sul Mar Tirreno, confina a
nord-ovest con la Provincia di Napoli, a nord
con la Provincia di Avellino, ad est con la Basilicata.
Per la vastità, la complessità e la
diversificazione del territorio, comprendente diverse regioni
storico-geografiche, è sicuramente una delle province più varie d'Italia. La
parte a nord del capoluogo, meno estesa, si divide nella fascia costiera (la
Costiera Amalfitana, cioè l'aspra costa
meridionale della Penisola Sorrentina che
va dal confine con la Provincia di Napoli
fino a Vietri sul Mare) e nel retrostante agro
nocerino-sarnese,
fertilizzato dalle ceneri vesuviane ed irrigato dal fiume
Sarno. L'Agro è anche l'unica zona pianeggiante della provincia oltre alla
grande piana del Sele
o di Paestum, bagnata dal fiume Sele,
fino al Novecento terra malsana e paludosa, oggi zona ad elevata produttività
agricola e di forte richiamo turistico. Proseguendo verso est si trova il
capoluogo, Salerno, che affaccia appunto sulla piana
di Paestum, da cui dista 40 chilometri. Infine, a sud,
oltre il fiume Sele,
la vasta area del Cilento, territorio montuoso e verdeggiante di difficile
accessibilità, a lungo rimasto isolato dai principali flussi di traffico,ma di
grande fascino paesaggistico. Attualmente il Cilento comprende il
Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Il
Cilento è una delle zone costituenti
la Lucania
storica.
A est del capoluogo comprende una parte dell'Appennino campano e confina con la
provincia di Avellino, cui è collegata attraverso la valle dell'Irno (il fiume
da cui prese probabilmente nome il capoluogo). Sempre al confine con gli
appennini, verso sud, si apre il Vallo di Diano, altra regione storica della
Lucania, che chiude ad est il Cilento e comunica con
la Basilicata.
Il territorio, in prevalenza collinare, è ricco di corsi d'acqua, il principale
dei quali è il fiume Sele, che nasce in provincia di Avellino e sfocia dopo 64
km nei pressi di Paestum, con una portata di circa 70
m/sec. Altri corsi d'acqua rilevanti sono il suo affluente Calore Salernitano,
il Tanagro, il Bussento, il Sarno, e l'Alento, da cui prende il nome la regione
cilentana (cis-alento).
Tra le alture di rilievo, vanno ricordate il Cervati (1898 m) e il massiccio
degli Alburni (1742 m) col monte Motola (1700 m) nel
Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, e il Pizzo San Michele (1.567
m) con la cima Mai (1.608 m), al confine con la provincia di Avellino.
La costa della provincia di Salerno si estende
per circa 220 km, da Positano a
Sapri. La morfologia della costa è estremamente varia: la parte nord è
rappresentata dalla celeberrima Costiera
Amalfitana, aspra e frastagliata, dalla quale si godono panorami unici al
mondo; la parte centrale è piatta ed è caratterizzata da un'ampia ed
ininterrotta spiaggia, orlata da una rigogliosa pineta, che si estende per più
di 50 km da Salerno ad Agropoli,
passando per Paestum; la parte sud ,detta "Costiera
Cilentana", si estende per circa 100 km da Agropoli
a Sapri ed è caratterizzata dal continuo alternarsi di
tratti aspri e rocciosi a spiagge ampie e sabbiose.
Il clima è uno dei più miti d'Italia ed è
caratterizzato da inverni tiepidi e da estati calde ma non afose. La temperatura
media del mese di gennaio è 10,8 ° mentre quella di luglio è di 24,5°. La
dolcezza climatica è dovuta al fatto che il territorio provinciale è protetto
dai venti freddi nordorientali ed esposto a quelli sud-occidentali. Il clima è
marittimo, temperato e moderatamente piovoso, specie nelle zone interne. I
periodi di maggiore piovosità sono l'autunno e l'inizio della primavera.
Note località turistiche balneari a livello
nazionale sono
Amalfi e
Positano, incluse nella
Costiera Amalfitana, oltre che Palinuro (Centola)
nella
Costiera Cilentana.
Storicamente, lo sviluppo territoriale è stato
pesantemente influenzato dall'assetto geografico. I primi insediamenti umani di
cui si abbiano tracce interessano la parte della piana pestana più vicina al
capoluogo (comune di Pontecagnano Faiano e zone limitrofe). In epoca storica, la
provincia fu visitata dagli Etruschi e soprattutto dai Greci, che vi fondarono
un importante centro della Magna Grecia, Posidonia, poi ribattezzata dai Romani
Paestum, oggi area archeologica tra le
più importanti d'Italia. I coloni greci conquistarono anche la città focea di
Elea, che avrebbe dato i natali a Parmenide e Zenone, tra i maggiori filosofi
dell'antichità.
Il capoluogo fu probabilmente insediamento etrusco, poi colonia greca che venne
più tardi conquistata o sostituita da una colonia romana, come altri centri
della provincia, al tempo della seconda guerra punica. Divenne comunque colonia
cittadina nel III secolo a.C.. Era in origine un castrum, un accampamento
militare posto sul fiume Irno, all'inizio della valle omonima che risale verso
le zone più interne della regione, Avellino e
Benevento. Tale valle rivestirà grande importanza
negli anni successivi alla caduta dell'Impero Romano.
Nel quinto secolo, infatti, il territorio fu coinvolto nella guerra greco-gotica,
e le zone più meridionali rimasero tagliate fuori dagli sviluppi successivi,
accomunandosi alla Basilicata in termini di isolamento e ritardo storico anche a
causa della relativa facilità di collegamento con l'allora Lucania attraverso il
Vallo del Diano. Subito dopo, i Longobardi (succeduti ai Goti nella lotta contro
Bisanzio)
istituirono a Benevento un loro ducato, detto
Longobardia Minor per distinguerlo dai possedimenti longobardi in Italia
settentrionale. Attraverso la valle dell'Irno i guerrieri nordici calarono poi
su Salerno, allora bizantina, e la espugnarono
istituendo anche lì una sede ducale (la statale che collega i due capoluoghi
appunto lungo la valle dell'Irno è ancor oggi detta dei Due Principati). La
storia della Longobardia minor finirà con l'esser ancor più lunga di
quella maggiore: a Salerno infatti il governo
longobardo giunse oltre il 1000, quando fu sostituito dalla fondazione del primo
regno normanno d'Italia, ad opera di Roberto il Guiscardo, che rovesciò l'ultimo
duca longobardo Guaimario V, impalmandone la figlia Sichelgaita (1077).
Qualche anno dopo i normanni misero fine anche alla
Repubblica
Amalfitana, a lungo rivale del capoluogo, e si rivolsero a fini di conquista
ad altre regioni, disinteressandosi delle zone meridionali della provincia (Cilento
e Vallo del Diano), abbandonate alle incursioni saracene ed alla fame.
Il successivo sviluppo della dinastia normanna, che culminerà nella
straordinaria figura di Federico II, porterà poi la Storia e il potere (e la
Scuola Medica Salernitana, straordinario esempio di cooperazione
interculturale) lontano da Salerno e dalla sua provincia, iniziando un processo
di lenta decadenza, caratterizzata da una progressiva involuzione prima feudale,
poi borbonica e sanfedista, dalla quale il territorio comincerà a liberarsi solo
nel XIX
secolo, non tanto per merito del conquistatore
Garibaldi o dei regnanti
Savoia
quanto per l'attiva utopia di due famiglie svizzere, i Mayer e poi i Wenner, che
inizieranno a
Pagani, sul fiume Sarno, un'attività tessile. Tale insediamento porta la
Rivoluzione Industriale nel salernitano, favorendo la nascita di un
significativo polo industriale tessile.
Il regime fascista promuoverà poi la bonifica della piana pestana, liberando
terra fertile che sarà assegnata anche a coloni italiani, e con la ferrovia
tirrenica a binario unico si favorirà la penetrazione della modernità in
Cilento, 2500 anni dopo l'involontaria visita del mitico prototurista
Palinuro, nocchiero d'Enea.
Malgrado la Campania sia una delle regioni
italiane più colpite dall'inquinamento, la Provincia di Salerno presenta
diverse eccellenze ambientali, spesso riconosciute anche a livello
amministrativo. il territorio accoglie infatti un
parco nazionale, il già ricordato
Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, un Parco Regionale, il
Parco naturale Diecimare, una Riserva Naturale Statale, la
Valle delle ferriere, due Riserve Naturali Regionali, quella della
Foce Sele e Tanagro e quella dei
Monti Eremita e Marzano, poi un' Area Protetta Marina, la
riserva marina di Punta Campanella (oltre al Parco Marino di Punta Licosa,
primo del genere in Italia, che, previsto fin dal 1972, è purtroppo
ancor oggi non operativo), e infine le oasi protette di
Monte Polveracchio e
Persano.
Inoltre, sul territorio sono presenti due siti riconosciuti dall'Unesco
Patrimonio dell'umanità, la Costiera Amalfitana e il
Parco Nazionale del
Cilento e del Vallo del Diano, che è riconosciuto anche
riserva di biosfera.
La Costiera Amalfitana comprende i territori dei
comuni rivieraschi compresi tra Positano e
Vietri sul Mare, alle porte del capoluogo. Si tratta di un territorio di
straordinaria bellezza paesaggistica in cui l'attività umana ha saputo
integrarsi perfettamente, attraverso il paziente lavoro millenario per strappare
alle scoscese balze montane fazzoletti di terra per uso agricolo o edilizio. Si
è creato così un paesaggio antropizzato unico al mondo, impreziosito da
testimonianze storiche ed architettoniche tra le quali occorre segnalare il
Duomo di Amalfi
e i giardini di Villa Cimbrone e Villa Rufolo a
Ravello.
Il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano è invece un vasto territorio di
180.000 ettari che, anche grazie ad un isolamento secolare, ha saputo conservare
usi antichissimi, di grande valore salutistico ed ambientale. È infatti ad
Acciaroli,
sulla costa cilentana, che Angel Keys, insigne nutrizionista statunitense, ha
condotto gli studi sull'alimentazione che hanno portato alla definizione della
famosa 'dieta mediterranea'. Attualmente, il territorio è interessato da una
ricerca del
CNR, mirante a individuare i fattori anche
genetici che consentono eccezionale, attiva longevità in perfette condizioni
di salute alla popolazione cilentana. Al Parco, ai fini dell'attribuzione della
qualifica di Patrimonio dell'Umanità sono stati aggiunti i siti archeologici di
Paestum e
Velia (l'antica
Elea) e la Certosa di
Padula.
Occorre infine segnalare che l'area del Cilento è oggi uno straordinario
serbatoio di biodiversità in campo florofaunistico, esemplificata dalla Primula
di Palinuro (Primula
Palinuri), ma in particolare per quanto riguarda le piante alimentari:
per tutte, si segnala il fagiolo di
Controne,
dalla buccia sottilissima e dall'eccellente digeribilità. Per questi motivi nel
1997 il Parco è stato inserito dall'Unesco nel Programma MAB (Man And Biology),
come
Riserva di Biosfera.
Il territorio ospita anche complessi ipogei di grande interesse, fra i quali si
citano le Grotte di
Castelcivita, con uno sviluppo di oltre 4 km.,
le Grotte di Pertosa, da
visitare in parte in barca, le Grotte del
Bussento sul fiume omonimo. |