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Nel verde della catena degli Alburni, a circa settanta km da
Salerno, in un suggestivo anfiteatro naturale sono situate le
Grotte dell'Angelo o di
Pertosa. Studi
recenti ne fanno risalire l'origine a circa trentacinque milioni
di anni or sono. Numerosi reperti dimostrano che le
Grotte di Pertosa furono abitate fin dall'età della
pietra; Greci e Romani adibirono l'antro a sede di culto ed
infine i Cristiani le consacrarono a San Michele Arcangelo.
Pertosa è situata sul versante destro della valle del fiume Tanagro, nel parco
nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Il suo nome deriva da "petrusu" termine
di dialetto arcaico che vuol dire apertura, in riferimento all'apertura delle
Grotte dell'Angelo. Nei pressi di Pertosa gli scavi archeologici, hanno portato
alla luce ruderi di case, di templi, utensili e oggetti che ci danno notizie
sull'esistenza di un piccolo centro abitato che fu distrutto probabilmente dalle
incursioni dei saraceni. Gli abitanti per proteggersi si rifugiarono a poca
distanza costituendo il primo nucleo di Pertosa. Successivamente i Bendettini
contribuirono alla crescita del nucleo abitato con la costruzione, intorno al
XIII secolo, della chiesa di Santa Maria con il monastero annesso.
Oggi
Pertosa è un centro prevalentemente turistico, legato alle sue stupende Grotte
dell'Angelo (o Grotte di Pertosa) tra le più importanti del sud Italia.
L'origine delle grotte risale a 35 milioni di anni fa, e sono attraversate da un
fiume sotteraneo. I reperti ritrovati all'interno dimostrano che le Grotte di
Pertosa furono abitate in epoche preistoriche, qui infatti, grazie alla
particolare umidità, i resti di legno delle antiche palafitte, le uniche
costruite all'interno di un sito, sono rimasti intatti nel tempo. Le grotte
furono utilizzate, in seguito, dai greci e dai romani come luogo di culto.
L'ingresso è allagato, per cui è possibile accedervi in barca sulle acque dal
colore verde e ricche di calcio del fiume sotterraneo, fino a raggiungere il
cuore del monte e la sorgente, da dove si diramano i vari percorsi.
Il percorso turistico si snoda attraverso vari cunicoli e gallerie che finiscono
in grandi Sale, tutte con una propria particolarità, si segnalano la Sala delle
Meraviglie, la Sala Grande che raggiunge un'altezza di 24 metri, la Sala delle
Spugne e la Sala dei Pipistrelli.
Le Grotte dell'Angelo, che si
snodano per circa 2500 metri attraverso gallerie, cunicoli ed
immense caverne, si caratterizzano per la bellezza delle
conformazioni di stalattiti e stalagmiti, per l'imponenza delle
caverne, e perchè, uniche in Italia, per visitarle occorre
percorrere un laghetto originato da un fiume sotterraneo.
Un barcone, sapientemente guidato
si inoltra nelle viscere della terra per alcune centinaia di
metri, lì il silenzio è rotto solo dal rumore delle acque e
dalle esclamazioni di sorpresa. Dopo pochi minuti di navigazione
si approda, ed inizia l'incanto. Una meravigliosa cascata creata
dal fiume Negro porta echi di tempi lontani, stalattiti e drappi
di candido alabastro pendono dalla volta delle caverne,
stalagmiti dalle forme più strane catturano lo sguardo
incredulo, si passa attraverso cunicoli e corridoi arabescati
illuminati dal gioco sapiente delle luci, in immensi saloni
ognuno dei quali porta un nome e si incontrano concrezioni
incredibili che la natura ha creato in milioni di anni.
Le Grotte dell'Angelo sono
facilmente raggiungibili attraverso l'autostrada A3 Salerno -
Reggio Calabria con uscita a Petina oppure a Polla a soli 6 Km
dalle rispettive uscite. A circa duecento metri dall'antro delle
Grotte vi è un ampio parcheggio per auto e bus, e senza rompere
l'armonia della natura, nei dintorni sono sorti efficienti
luoghi di ristoro, dove si possono gustare le squisitezze e le
genuinità della cucina locale. |