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La “Piana di Paestum”-  così viene per tradizione chiamata l’estensione pianeggiante dai piedi della collina di Capaccio al mare – era abitata già nella preistoria: da scavi condotti nel 1907 nelle vicinanze della c.d. Basilica, abbiamo testimonianze di insediamenti risalenti al Paleolitico superiore; nel 1960 uno stanziamento di età neolitica fu scoperto nei pressi del c.d. tempio di Cerere. Questo dimostra che l’area su cui sorse la città greca fu abitata fin dai tempi più remoti.

Al periodo Eneolitico, la prima fase dell’età dei metalli, risalgono testimonianze dell’arrivo massiccio sul territorio di nuove genti, forse provenienti dal Mediterraneo orientale: dalla località in cui è stata scoperta una loro necropoli, a circa 1,5 km. a nord della cinta muraria, l’insediamento di queste genti nella piana di Paestum è conosciuto nel mondo scientifico con il nome di Cultura del Gaudo.

È ragionevole pensare che verso la fine del VII secolo a.C., quando i coloni greci si affacciarono per la prima volta sulla piana, esistevano ancora nuclei di abitanti locali che, evidentemente, non seppero opporsi all’arrivo dei nuovi arrivati.

 

Verso il 600 a.C., infatti, greci provenienti dalla colonia achea di Sibari, forti forse di precedenti frequentazioni e cognizioni sulla pianura, dopo essersi assicurati un avamposto fortificato in vicinanza del mare - questo ci racconta Strabone, geografo dell’età augustea e nostra principale fonte letteraria sull’argomento - vi fondarono una città che chiamarono Poseidonia - anzi Poseidania, in dialetto dorico, e come polis Poseidania è attestata su una tavoletta di bronzo rinvenuta ad Olimpia e databile verso il 510 a.C. Nell’ambito degli studiosi è però ancora accesa la discussione critica sulle circostanze storiche intorno alle origini della città. Ad esempio: come mai i fondatori scelsero il nome di Poseidonia in onore del dio del mare, mentre la divinità protettrice della città è invece indiscutibilmente Hera, la madre degli dei, sorella-sposa di Zeus?

 

Proprio in onore di Hera e contemporaneamente alla fondazione della città, i Poseidoniati edificarono un santuario, l’Heraion, circa nove chilometri più a nord , sulla riva sinistra del fiume Sele e non lontano dalla sua foce. Qui i Greci trovarono un facile punto di approdo, al riparo delle correnti perché protetto, allora, da dune costiere; un luogo ricco di acque e di vegetazione sul bordo di una palude, ideale per essere eletto a locus sacer ; un ottimo avamposto difensivo sul fiume che costituiva linea di confine con il territorio etrusco al di là del fiume.

 

Poseidonia era difesa da mura poderose - le più imponenti e meglio conservate dell’antichità - man mano rafforzate, con quattro porte ai punti cardinali. La città, grazie alla felice posizione geografica aperta alle vie di traffico, ai corsi d’acqua ed alla fertilità del suolo, divenne in breve tempo una delle più importanti città della Magna Grecia raggiungendo un notevole grado di ricchezza e di conseguente fervore artistico e culturale. Già nella seconda metà del VI sec. a.C. vengono tracciate le strade, edificati due templi - la c.d. Basilica verso il 530 a.C., il c.d. tempio c.d. di Cerere verso il 500 a.C. - sorgono i primi monumenti pubblici nell’agorà; in questo periodo comincia anche la coniazione di monete su cui è effigiato Poseidone. Nel corso del V secolo vengono eretti il tempio c.d. di Nettuno e l’ekklesiastérion che, per la loro importanza monumentale e politica, fanno pensare a cospicui cambiamenti nelle istituzioni della città. Nel 468 a.C., durante la 78^ Olimpiade, un atleta di Poseidonia, di nome Parmenide, vince la gara dello stadio.

La magnificenza di questa colonia suscitò ben presto le mire di conquista dei Lucani, popolazione italica di stirpe sannitica, che la occuparono intorno al 400 a.C. mutandone il nome in Paistom.

I Lucani, pur non raggiungendo il livello culturale dei greci, continuarono a lungo le attività civili e militari. Testimonianza del livello di fusione fra i due popoli sono le numerose tombe dipinte dalle quali è possibile trarre molte informazioni sugli aspetti sociali e di costume della città in questo periodo.

Intorno al 335 a.C. la città fu occupata per breve tempo dal Alessandro il Molosso, zio di Alessandro Magno, venuto in Italia su richiesta di Taranto per combattere contro le popolazioni italiche.

Ben altra potenza intanto andava espandendosi lungo la penisola: Roma. Divenuta incontrastata padrona di queste regioni, dopo la guerra contro Pirro, nel 273 a.C. Roma vi fonda una colonia latina che assume il nome ufficiale di Paestum. Il Senato romano tenne sempre in grande considerazione questa città per la fedeltà dimostrata e gli aiuti forniti durante la guerra contro Annibale (seconda guerra punica).

I Romani arricchirono la città di grandi edifici tra cui il portico del Foro, le terme, l'Anfiteatro, il Comitium ed il tempio c.d. della Pace.

Paestum prosperò, anche se con alterne vicende, fino al tardo impero. In età flavia, sotto Vespasiano, vi fu dedotta una colonia di veterani.A seguito delle mutate esigenze politiche di Roma, rivolte verso Oriente, come molti altri centri costieri, la città cominciò a cadere in una crisi irreversibile fino a che i suoi abitanti si ridussero ad una esigua comunità, convertita al Cristianesimo, concentratasi nelle vicinanze del c.d. tempio di Cerere trasformato in una chiesa cristiana, mentre altri salivano le colline vicine per sfuggire alla malaria che andava diffondendosi e alle incipienti incursioni dei Saraceni. Testimonianza importante di questo periodo è fornita dalla Basilica Paleocristiana.

La rapida decadenza della città antica può forse spiegare il sorgere si una città in collina - quasi certamente sulla base di un insediamento già esistente. Questa città ebbe il nome di Caputaquis perché sovrastava le ricche sorgenti di Capodifiume, già sede di culti nel periodo greco e romano, e oggi ricordata dai locali cittadini col nome di Capaccio Vecchio. Nel Medioevo, tra il IX e XIII secolo, Capaccio ebbe grande importanza commerciale e strategica, e specialmente durante il periodo imperiale di Federico II assunse quasi il ruolo di Paestum  nell’antichità.

In seguito alla partecipazione alla congiura dei baroni contro il grande imperatore, Capaccio fu assediata da Federico II che la espugnò e distrusse nel 1246.

Dopo l’abbandono, di Paestum non si parlò più per secoli anche se i suoi templi si ergevano sempre solenni tra la fitta vegetazione e ben visibili dal mare.

Un po’ di merito per la riscoperta va ascritto a scrittori e poeti del ‘500 e ‘600 che, con le loro citazioni su monumenti e caratteristiche del luogo, ne risvegliarono interesse e curiosità.

 

Ma la “riscoperta” vera e propria ha inizio nella prima metà del ‘700 quando scrittori, poeti ed artisti di molte nazionalità - tra i quali Goethe, Shelley, Canova, Piranesi - cominciarono a frequentare e ad interrogare le vestigia della rinomata città greca diffondendone la fama per tutta l’Europa.

L’effetto immediato di questo fenomeno valicò perfino i confini del continente europeo: infatti è facilmente riscontrabile che tutta l’architettura neoclassica, anche quella del nuovo continente americano, è stata influenzata fortemente dallo stile dorico dei templi di Paestum. Il fatto è stato opportunamente evidenziato qualche decennio fa da una mostra itinerante che ha viaggiato dall’America del Nord all’Italia sotto il significativo nome di “La Fortuna di Paestum”.

La Paestum odierna offre al turista l’occasione di una visita indimenticabile. Il clima, generalmente ameno per quasi tutto l’anno, permette di gustare appieno il fascino di uno dei complessi monumentali più grandi, più  ricchi e meglio conservati dell’antichità.

La monumentale magnificenza dei templi dorici e del tessuto urbano della città antica, la ricchezza e la bellezza dei reperti archeologici conservati nel Museo Nazionale che spaziano dalle preziose testimonianze protostoriche fino al periodo romano - dedicato a quest’ultimo periodo il recente allestimento di un’intera sezione espositiva nel Museo - non mancheranno di imprimersi indelebilmente nell’immaginazione del visitatore.

Dal 1999, il Museo si presenta in una rinnovata sequenza nell’esposizione, sempre accompagnata da un apparato esplicativo di testi in varie lingue corredati da disegni che ricostruiscono monumenti e complessi nelle loro fasi di vita e nelle loro funzioni.

A soli nove chilometri da Paestum è ora completamente fruibile anche un altro museo, di concezione completamente nuova, che permette al visitatore un vero viaggio nel tempo. Si tratta del Museo narrante dell’Heraion di Foce Sele, realizzato in una masseria dei primi decenni del ‘900, sapientemente ristrutturata ed ubicata nel suggestivo paesaggio naturale.

Molto ricca e varia l’offerta di ospitalità per il visitatore di Paestum: numerosi ed accoglienti alberghi, campeggi, villaggi turistici, residences permettono a chi scelga di soggiornare qui di ammirare e godere anche della bella e sabbiosa spiaggia che si estende per oltre 12 km.

Agli amanti della natura e di un’ospitalità dal sapore familiare, oggi Paestum offre anche la possibilità di soggiorno in uno dei vari agriturismi dislocati nella amena campagna che circonda la città antica.

Ogni anno l'Azienda Turismo organizza sul territorio un ricco calendario di eventi: manifestazioni di vario genere, soprattutto nel periodo estivo;convegni su materie di interesse turistico;spettacoli di teatro e musica.

La nostra località è particolarmente rinomata per i suoi prodotti tipici: la mozzarella di bufala e il carciofo. Al carciofo è dedicata ogni anno una Sagra del carciofo che, in un clima festoso e accogliente, offre la possibilità di apprezzare questo ortaggio nelle più varie e fantasiose utilizzazioni della cucina tradizionale del luogo. Meritevoli di una visita sono anche le aziende casearie presenti sul territorio, molto apprezzate per la genuinità e la prelibatezza dei loro prodotti.

Infine, grazie alla felice disposizione geografica, Paestum costituisce il naturale e comodo punto di partenza per escursioni su tutto il territorio circostante: il Parco nazionale del Cilento, i complessi speleologici di Castelcivita e di Pertosa, la certosa di Padula, i pittoreschi centri dislocati sull’affascinante Costa del Cilento, e molti altri centri ricchi di attrattive e bellezze naturali e storiche.

 

 

 

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