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Le suggestive grotte del Capo Palinuro, che oggi si specchiano
in un mare cristallino, circa 130.000 anni fa (fase glaciale
Riss), erano circondate da un paesaggio completamente diverso.
Il mare arretrando per centinaia di metri dall'attuale linea di
costa aveva lasciato spazio a fitti boschi chiazzati di ampie
radure, la fauna era prevalentemente costituita da stambecchi,
daini, cervi, cavalli, orsi e leoni delle caverne, mentre le
grotte erano riparo dell'homo erectus. Tutto ciò è documentato
dai rinvenimenti fossili, in particolare nella famosa Cala Delle
Ossa si possono osservare, incastonate nella roccia e levigate
dal mare, le ossa di un tale incredibile zoo.
Una frequentazione più assidua dell'uomo primitivo è registrata
nel neolitico (IV millennio); i numerosi resti di utensili in
ossidiana, ritrovati nella duna fossile, fanno pensare a
Palinuro come ad una stazione di commercio con le Eolie da cui
proveniva il vetro naturale. Durante l'epopea greca il
promontorio era già conosciuto ai naviganti per la pericolosità
delle sue correnti, per questo lo chiamarono Palinouros, una
sorta di capospartivento.
A conferma del timore gli stessi greci designarono col nome di
una sirena, Molpè ossia la leggiadra, il fiume che scorre alle
pendici del Capo Palinuro; e si sa che le sirene erano
l'allegoria di acque perigliose.
Nel 540 a.C. colonizzatori ionici provenienti da Focea fondarono
Elea (Velia) acquistando i diritti sul territorio dalla
popolazione indigena, gli Enotri; allo stesso tempo eressero su
Capo Palinuro, in località Timpa della Guardia, un villaggio con
annessa necropoli. Gli scavi hanno restituito in abbondanza
vasellame, utensili, monili e anche alcune monete incuse con la
scritta (Pal-Mol) che sta per Palinuro, il promontorio, e Molpa
(da Molpè) l'insediamento. Pal-Mol dur˜ il breve periodo di
trent'anni; nel 510 misteriosamente si estinse.
Il poeta Virgilio affascinato dai luoghi dà una sua
interpretazione dei fatti e narra, nell'Eneide, di Palinuro,
nocchiero di Enea che tradito dal sonno cade in mare, ma giunto
a riva è assalito e ucciso dagli indigeni.
Gli dei dell'oltretomba, offesi dall'episodio sacrilego,
puniscono gli abitanti con una tremenda pestilenza. Forse non
sapremo mai come andarono esattamente i fatti ma è utile
ricordare che la storia dei Focei è intessuta di questioni
riguardanti territori e ...donne! In età romana Palinuro-Molpa
fu munito di stazioni di osservazioni per l'avvistamento di navi
cartaginesi, ma fu anche frequentato da illustri personaggi,
come l'imperatore Massimiano detto Erculio, che lo scelsero per
la bellezza dei luoghi e la bontà dei vini. In epoca medievale
del binomio sopravvive solo Molpa e sull'omonima collina fu
edificato un abitato che sarà distrutto, una prima volta, nel
547 da Belisario, generale bizantino.
I superstiti si rifugiarono presso vari cenobi dei dintorni
concorrendo alla fondazione di alcuni paesini tuttora esistenti,
tra cui Centola.
I Normanni, nel secolo XI, in lotta contro i Longobardi,
fortificarono il colle edificandovi una possente rocca, che
ancora si conserva. Le robuste difese non sottrassero Molpa al
tragico destino che dopo dieci secoli si rinnovava: all'alba
dell'11 giugno 1464 una masnada di Saraceni la distrussero
facendo schiava la sua gente. Molpa non si riprenderà più.
Nel 1554 il feudo di Molpa- Palinuro fu acquistato dal nobile
spagnolo don Sancio Martinez de Leyna che vi edific˜ alcune
delle torri costiere.
Il carattere strategico del Capo Palinuro non sfuggì al re di
Napoli e Sicilia Gioacchino Murat che, nel breve decennio della
Repubblica Partenopea (1806-1815), guarnì l'altura con una serie
di fortini intorno ai quali si fronteggiarono in più occasioni
francesi da una parte e inglesi, borboni e briganti dall'altra.
Gli ideali della rivoluzione francese avevano fatto breccia
anche nell'animo cilentano e i moti risorgimentali del 1828
videro Palinuro coinvolta nelle lotte alla tirannia borbonica: a
Palinuro fu letto il proclama dei rivoltosi cilentani "Popolo
Napoletano!,....", a Palinuro furono fucilati i patrioti
Capozzoli. Nei successivi anni del secolo ci fu una rinascita
del villaggio di pescatori e alcune famiglie gentilizie vi
edificarono interessanti edifici, ricordiamo Villa Stanziola,
Palazzo del Principe e Palazzo Rinaldi.
La storia recente vede la realizzazione della stazione
meteorologica nel 1936 e poi l'affermarsi di un turismo
internazionale promosso dal Club Mediterranèe e potenziato dalla
laboriosa gente di Palinuro. |