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Dalla
"Carta di Firenze" si riporta la definizione di giardino storico, "come una
composizione di architettura il cui materiale è principalmente vegetale dunque
vivente e come tale deteriorabile e rinnovabile. Il suo aspetto è così da un
perpetuo equilibrio, nell'andamento ciclico delle stagioni, fra lo sviluppo e il
deferimento della natura e la volontà d'arte e d'artificio che tende a
conservare perennemente lo stato". Proprio per la presenza degli alberi,
"materiale vivo", un giardino storico è di difficile datazione, si può datare
l'idea formale del giardino, ma non la materia di cui è composto.
Il giardino di Villa de Sangro di Fondi si può inserire in quella tipologia di
giardini della metà dell'Ottocento nei quali si riscontrano essenzialmente due
temi, il giardino "informale" e il cosiddetto giardino di "acclimatazione".
Data la scarsità di documentazione dell'originario giardino ci si riferisce
essenzialmente alla planimetria catastale del 1875, dalla quale si può senza
dubbio evincere che il giardino è diviso in due parti distinte, la prima verso
est, più piccola, con un tipico tracciato di aiuole a "macchia di leopardo" cara
alla tradizione cosiddetta "all'inglese", la seconda, verso ovest, la più
estesa, presentava semplicemente due grandi viali ortogonali tra loro, e uno
leggermente ruotato rispetto agli assi della villa. Uno dei due viali partiva
dal lato nord-ovest della villa e si fermava sul ciglio del vallone verso
Sant'Agnello, l'altro ortogonale, con orientamento nord-sud, era posto tra il
gazebo lato vallone e l'edificio della serra. Questo sistema di viali divideva
l'originaria superficie del giardino in quattro appezzamenti di terra
probabilmente adibiti essenzialmente alla coltivazione degli ulivi. Esiste un
disegno firmato dall'architetto Antonio Francesconi e datato 1850 relativo a un
edificio per serra da costruirsi nel parco della villa.
All'inizio dei lavori di
restauro, nell'anno 1992, si è redatta a cura de cav. Salvatore Stellato (già
tecnico dell'orto botanico) una relazione sulle essenze arboree del giardino,
classificandone ben duecentocinquanta: colpisce la totale assenza di qualsiasi
tipo di Citrus (limoni, mandarini, aranci) mentre è presente un gran numero di
piante, circa cento, di Olea Europea (olivo) e molte essenze della famiglia
delle Arecaceae tipiche dei climi tropicali e subtropicali, tra le quali varie
specie di Palmae, nonché molte cactacee e crassulacee; già della presenza
dell'edificio della serra che dalla notevole quantità di essenze esotiche,
possiamo dedurre che il giardino, nato con uno scopo utilitaristico legato alla
coltivazione degli ulivi, successivamente è stato trasformato in uno dei
cosiddetti giardini di acclimatazione tipico della metà dell'Ottocento come ad
esempio il giardino di Villa Lucia a Castellammare di Stabia, i giardini di
villa Rufolo a Ravello e non ultimo lo stesso Orto Botanico di Napoli.
La villa de Sangro di Fondi è ubicata rispetto al giardino in maniera del tutto
decentrata, posta tutta sul lato orientale quasi a non voler porre dei "vincoli"
al tema del verde e sicuramente il tema della "passeggiata" sul "balcone"
naturale che sovrasta il porto del Cassano era prioritario rispetto a qualsiasi
"impianto" più "formale" di giardino architettonico.
Il progetto di recupero e restauro del giardino riguardano una parte ridotta di
quello originario. L'alienazione di una parte del terreno annesso alla villa,
anche a seguito dell'apertura della strada verso sud, ha comportato
un'interruzione dell'impianto originario del giardino, per cui tutti i viali in
direzione nord-sud si fermano contro il muro di cinta. Si è voluto conservare
l'impianto generale del giardino, sia come tracciato, che come essenze arboree
già esistenti, prevedendo la sostituzione degli esemplari morti con altri della
stessa specie e operazioni di dendrochirurgia per quelle da salvare, come ad
esempio il grande pino (Pinus pinaster) di circa duecento anni posto sul lato
occidentale della villa verso il mare, parzialmente rovinato dalla presenza di
coleotteri del tipo scolitidi del genere Pinus.
Il giardino di
Villa Fondi,
è ora un parco pubblico, ma questa trasformazione d'uso non riguarda la perdita
d'identità del giardino stesso, permette la "godibilità" della ricchezza delle
diverse essenze ed esalta il grande valore paesaggistico del giardino che si
affaccia sulla marina di Cassano con uno strapiombo di cinquanta metri.
Gli unici elementi nuovi nel giardino sono la sistemazione del
ninfeo romano a
mosaico proveniente da Marina della Lobra, e la piccola costruzione posta sul
lato sud-ovest che occupa l'uscita di sicurezza della sala convegni al piano
interrato e i servizi igienici del parco.
La serra ottocentesca è stata restaurata e adibita a punto di ristoro-bar con
tavolini collocati nell'ampio marciapiede in cotto che circonda l'edificio.
L'unico nuovo viale è quello che percorrendo il confine di proprietà a sud del
giardino stesso richiude tutti i viali esistenti e porta verso la nuova
sistemazione del ninfeo romano.
Per quanto riguarda i materiali di finitura: la pavimentazione dei viali è in
battuto di tufo con cordoli e zanelle in peperino, come in peperino sono tutte
le panchine, sia a pianta rettangolare che semicircolare, sistemate lungo i
viali pedonali.
È stato realizzato un sistema di annaffiamento automatico tutto
interrato ad anello perimetrale per ogni singola aiuola, comandato da centralina
elettronica che differenzia, in funzione della stagione, la quantità di
erogazione d'acqua. L'impianto di annaffiamento attinge l'acqua da una vasca
interrata di circa quindici mc complessivi nella quale viene convogliata l'acqua
meteorica di scarico sia della copertura dell'edificio che delle zone
pavimentate del giardino. Per quanto riguarda l'impianto di illuminazione
esterna si sono scelte quattro tipologie di apparecchi illuminanti, con
l'obiettivo di graduare attentamente e diversamente le varie zone ed evitare
forti interferenze visive dal mare. Paline alte 3.50 m sono state sistemate
lungo i viali principali; paline alte 1.00 m lungo i viali secondari. Nel viale
che si affaccia sulla marina sono stati previsti piccoli lumi incassati nel muro
parapetto, mentre sotto alcuni gruppi arborei di alto fusto sono stati inseriti
fari a incasso nel prato.
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