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Giri di vite e giri di soldi

 Diario della crisi: 2011 - trentanovesimo mese di 84.

eccoci ai mesi "relativamente duri" della degenerazione sociale!

Dalla crisi dell’economia politica a quella della politica

30/05/2011

Di F. Allegri

Se l’Italia fosse un paese diverso avrei potuto dirvi che dopo i ballottaggi amministrativi di ieri e oggi sarebbe iniziato un periodo lungo di riforme e buon governo.

Nella vera Italia si trepida per l’esito di 2 ballottaggi amministrativi e la prospettiva temporale massima del governo è a 14 giorni visto il significato politico che avranno le prossime consultazioni referendarie.

Perché questo?

La risposta è che abbiamo un governo debole: nei numeri, nei principi e nei programmi.

La debolezza numerica del governo è nota da mesi anche se nessuno dice che abbiamo un GOVERNO DI MINORANZA PREVALENTE che permane per la mancanza di accordo politico tra le opposizioni.

I principi e i programmi vanno insieme e il filo che li lega è l’illusionismo: sono illusori e retorici sia i principi che i progetti.

Il principio più illusorio è il liberalismo ottocentesco poi viene l’anticomunismo postumo.

A livello di programmi, era illusorio il ponte dello stretto, il ritorno alle centrali nucleari, la riforma delle istituzioni e del sistema fiscale.

Questi sono i criteri di base della crisi politica che caratterizzerà il 150° anno dell’Italia e va considerato nel contesto della crisi monetaria europea.

Di recente l’antropologa conservatrice I. Magli ha creato un piccolo comitato per chiedere che l’Italia esca dall’euro, ma è da dicembre che sento parlare di fine della moneta unica.

Questa è un’illusione più piccola rispetto alle precedenti, ma anche questa dimostra l’impotenza (forse anche l’arretratezza) dei conservatori italiani rispetto a quelli europei.

Il trionfo di Draghi mi fa pensare che l’euro non sia in discussione e che non cadrà questa difficile e onerosa unione monetaria controllata dai poteri finanziari.

I conservatori italiani hanno delle ragioni di fondo perché l’euro è criticabile e lo è sin da quando fu introdotto.

La forza di ogni moneta risiede nei bilanci dei loro stati: solo l’euro deve sintetizzare oltre 20 realtà politiche!

La seconda forza di ogni moneta si basa sulla regolazione della mobilità dei lavoratori: l’eccessiva disoccupazione e gli spostamenti di popoli poveri non fanno bene alla stabilità monetaria mentre il posto fisso aiuta a stabilizzare le situazioni.

La terza forza di ogni moneta è nell’omogeneità economica dei territori e qui è evidente che esistono due realtà economica europee e temo che potremmo averne tre.

Io non auspico la fine dell’euro, ma ritengo possibile una riforma tesa a scongiurare l’uscita dei paesi poveri europei.

In ogni caso la fine dell’euro potrebbe non essere una tragedia, ma anche si!

Tutto dipende dall’evoluzione del processo di globalizzazione asiatico anche quello diretto dai poteri finanziari internazionali e gemello dell’assestamento dell’euro.

L’Europa si salverà se proverà a farlo, l’Italia prega per se stessa, di tanto in tanto.

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