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Oggi metto un pezzo mio che parla anche del mondo visto dall'Italia e non solo del nostro triste paese .....
Rivoluzione, politica e soldi nel terzo millennio
13/04/2011
Di F. Allegri
Oggi voglio commentare uno scritto di Marco Travaglio del 12 novembre 2010 e intitolato: “I partiti delle libertà”. Lo farò partendo dallo scritto del professor Nappini che ho pubblicato ieri e che si intitola: “Qui il Novecento è finito”.
In quello scritto il professor Nappini mi dice che il novecento è morto insieme ai suoi deliri ideologici i quali sono stati sostituiti dalle agende politiche segrete delle multinazionali e dei potentati finanziari del mondo.
Nel novecento avevamo un DISORDINE POLITICO E CRIMINALE e ora si lavora ad una società globale impostata sulla legge del più ricco che sempre più spesso ha bisogno di disordine per poter realizzare se stessa. E il disordine è quello di prima!
Il professore non include le CONCEZIONI MORALI DELLE CLASSI SOCIALI ANTAGONISTE tra i deliri ideologici, forse dovrebbe cominciare a farlo; in ogni caso si rende conto che c’è un passaggio e continuità tra le lotte sociali di un tempo e il consumismo morente di oggi.
Nessuno crede più al progresso, anzi questa appare come la più triste delle illusioni.
Siamo tornati al millenarismo e alle guerre totali contro nemici demonizzati e debolissimi come avversari. Questo favorisce le guerre a bassa intensità o, come nel caso libico, conflitti a sostegno del prezzo del petrolio.
Viviamo la terza rivoluzione industriale, questa cambia LE CREDENZE E LE FORME DEL CONOSCERE IL REALE attraverso la PUBBLICITÀ TELEVISIVA e via RETE, i social network, l’uso del computer nella vita quotidiana, la connessione fra le grandi economie imperiali.
Questa rivoluzione crea uomini nuovi che non mi sembrano migliori, ma certamente sperano di essere più “belli” ovvero più conformati ai modelli imposti e veicolati.
PREMESSO tutto questo ci si può inoltrare nel Belpaese.
Come dice il professor Nappini, qui troviamo i ceti sociali che vivono di politica e solo di quella e una popolazione anziana che vive nel terrore del cambiamento e della sostituzione anagrafica per raggiunti, e sorpassati, limiti di età.
Qui il novecento prova a rigenerarsi e a perpetuarsi, ad illudersi e a fuggire dalla realtà.
E’ in questo contesto che colloco il pensiero politico italiano, quello che governa, quello che è diversamente concorde, quello che gira intorno ai palazzi e quello che non riesce ad uscirne.
Fingono di vivere ancora nel 1994 e possono farlo perché cavano i soldi dalle paure dei molti e con leggine dello stato molto estese.
Parlo dei partiti delle libertà che Travaglio descrisse 12 novembre e sull’Espresso di quella settimana. Parlo anche dei partiti incerti tra la socialdemocrazia tedesca e la democrazia americana considerate come realtà che possono convivere in un’organizzazione politica.
In ogni caso ho voluto premettere un come pensano i partiti al come si finanziano raccontato dal Travaglio.
Travaglio iniziò con varie domande, tra le quali c’era questa: “E che uso fanno dei finanziamenti pubblici che intascano, mascherati da “rimborsi elettorali”, per un totale di 2,2 miliardi negli ultimi 16 anni?”
La domanda è giusta, ma la risposta non può essere quella della responsabilità giuridica dei partiti, serve una comprensione delle loro ideologie per arrivare a questi “rimborsi elettorali” e poi ripartire più sconcertati di prima. Se esiste un’Italia migliore e più preparata questa deve organizzarsi e manifestarsi.
Dall’altra parte c’è il nucleo di una ricca follia italiana che può rovinare il paese.
Questo fare come gli pare non è anarchia è follia di arricchiti e prepotenti, soggetti convinti di aver capito tutto e spesso anche di essere migliori dei cittadini.
Il rapporto tra denaro e politica è il lato oscuro dei sistemi politici moderni e non può esistere una legge che obblighi i partiti a rispondere della loro gestione patrimonial - finanziaria e del rispetto della democrazia interna (tesseramenti, congressi, candidature, gruppi dirigenti, organi di garanzia), con regole severe e sanzioni efficaci, non conviene a nessuno.
Travaglio ha ragione solo quando dice che tale legge non conviene a nessuno, non si rende conto che sono i partiti stessi quelli che dovrebbero darsela e che certe leggi una volta fatte (sarebbe un miracolo) sono facilmente aggirabili!
E’ vero che una bocciofila è più regolata di un partito, ma io devo dirvi che i partiti non sono regolabili, al massimo si può liberalizzare e io so che quel giorno i nostri partiti non diverranno liberi e capaci di pensare, ma solo totalmente dipendenti dalle multinazionali, con discorso a parte per il PDL che farò un’altra volta.
Concordo in parte con Travaglio quando ci rammentò: “siamo il paese più corrotto d’Europa, appena retrocesso al 67° posto nella classifica dei paesi più onesti di Transparency International e scavalcato financo dal Ruanda”. Concordo in parte perché quella statistica è troppo indulgente con alcuni paesi come la Svizzera e in generale con tutti i paradisi fiscali.
E’ certo che noi siamo messi bene.
Il pezzo si concluse con un appello morale a Fini.
Io invece vi saluto dicendovi che ogni cambiamento parte da noi stessi e dal nostro modo di pensare e spero di avervi sensibilizzato al fatto che alla base della degenerazione politica italiana non c’è il suo portafoglio troppo gonfio ma il suo modo di pensare deformato e irresponsabile.
Ho intenzione di fare un pezzo anche sulle deformazioni del pensiero politico e della realtà: pensate a cosa è davvero il movimento no global internazionale e cosa è il nostro oppure non crederete mica che l’Unione Europea è quella che ci descrive il PD da una decina di anni?
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