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INTRODUZIONE
Questo scritto di Brown va letto insieme al precedente perché insieme costituiscono la proposta di un nuovo rapporto tra città e campagna.
E' sempre più difficile aumentare la produzione di grano mentre va detto e aggiunto che il prezzo è condizionato anche dall'oligopolio dei grandi distributori internazionali.
Sicuramente va diminuita la produzione di etanolo!
Migliorare le Riserve di Cibo Riducendo Strategicamente la Domanda di Grano www.earth-policy.org Di Lester R. Brown Earth Policy Release Plan B 4.0 Book Byte 9 Novembre 2010 Dopo vari decenni di rapida crescita nelle rese mondiali del grano, ora è più difficile aumentare la produttività della terra in un modo veloce abbastanza da stare al passo con le domande di una popolazione in crescita, molto più ricca. Dal 1950 al 1990, la produttività della terra del grano mondiale è aumentata del 2,2% all’anno, ma dal 1990 fino al 2009 essa andò su di solo 1,3% all’anno. Nonostante dei progressi locali impressionanti, la perdita globale attuale nell’espansione della produzione di cibo ci fa pensare più seriamente alla riduzione della domanda per stabilizzare la popolazione, scendendo nella catena del cibo, e riducendo l’uso del grano per rifornire le auto. Una delle proposte base di Plan B, la strategia ambiziosa dell’Earth Policy Institute per salvare la civiltà, è di fermare la crescita di popolazione non oltre gli 8 miliardi entro il 2040. Questo richiederà uno sforzo educativo di tutta la popolazione per aiutare ovunque la gente a comprendere come sia veloce la relazione tra noi e i nostri sistemi di supporto in deterioramento. Ciò significa pure che serve un programma di rottura per avere i servizi di controllo della nascita e della riproduzione per gli oltre 200 milioni di donne che vogliono pianificare le loro famiglie ma non accedono ai mezzi per farlo. Mentre l’effetto della crescita di popolazione sulla domanda di grano è piuttosto chiaro, quello del sollevamento dell’opulenza lo è di meno. Una delle questioni che ho posto spesso è: “Quante persone può supportare la Terra?” Io rispondo con un’altra domanda: “A quale livello di consumo di cibo?” Usando numeri interi, al livello USA di kg 800 di grano cadauno all’anno per cibo e mangime, i 2 miliardi di ton. di raccolto annuo mondiale di grano supporterebbero 2,5 miliardi di persone. Al livello Italiano di consumo di quasi 400 chilogrammi, il raccolto attuale supporterebbe 5 miliardi di persone. Ai kg 200 di grano consumati dall’indiano medio, si supporterebbero 10 miliardi. Degli 800 chilogrammi di grano lordi consumati per persona ogni anno negli Stati Uniti, quasi 100 chilogrammi sono mangiati direttamente come pane, pasta e cereali per colazione, mentre gran parte del grano è consumata indirettamente sotto forma di bestiame e prodotti di pollame. Per contro, in India, dove la gente consuma meno di kg 200 di grano all’anno, quasi un pound al giorno, quasi tutto il grano è mangiato per soddisfare i bisogni umani di cibo di base. Poco è disponibile per la conversione in prodotti di bestiame. Tra gli Stati Uniti, l’Italia e l’India, l’aspettativa di vita è più alta in Italia persino negli USA dove le spese mediche per persona sono molto più alte. Le persone che vivono molto in basso o molto in alto nella catena del cibo non vive quanto quelli al livello intermedio. La gente che fa una dieta mediterranea che include carne, formaggio e cibo di mare, tutto con moderazione, è più sana e vive più a lungo. La gente che vive in alto sulla catena del cibo può migliorare la sua saluta andando in basso su tale catena. Per chi vive in paesi a basso reddito come l’India dove una fibra amidacea come il riso può dare il 60% o più dell’energia calorica totale, mangiare più cibi ricchi di proteina migliora la salute e aumenta l’aspettativa di vita. Sebbene noi consideriamo raramente l’effetto climatico delle varie opzioni dietetiche, esse sono sostanziali per dire il minimo. Gidon Eshel e Pamela A. Martin dell’Università di Chicago hanno studiato questo tema. Essi iniziano con il notare che per gli Americani l’energia usata per fornire la dieta tipica e quella usata per il trasporto personale è più o meno la stessa. Calcolano che la differenza tra le opzioni di trasporto a più o meno intensità di carbonio e tra le opzioni dietetiche è quasi di quattro a uno. La Toyota Prius, per esempio, usa quasi un quarto del carburante che serve ad un Chevrolet Suburban SUV. Allo stesso modo per le diete, una dieta vegetale richiede quasi un quarto dell’energia che serve ad una dieta ricca di carne rossa. Il passare dall’ultima ad una dieta a base vegetale taglia le emissioni di gas serra quasi come farebbe il passare da un Suburban al Prius. Il passare dalle forme di proteina animale più grano-intensive a quelle meno può ridurre anche la pressione sulla terra del pianete e sulle risorse idriche. Per esempio, il passare dal bue nutrito a grano che richiede quasi 7 pounds di grano concentrato per ogni pound addizionale di peso vivo rispetto al pollame o al pesce gatto, i quali richiedono quasi 2 pounds di grano per pound di peso vivo, sostanzialmente riduce l’uso di grano. Quando consideriamo quanta proteina animale consumare, è utile distinguere tra prodotti nutriti con il grano e nutriti con l’erba. Per esempio, gran parte del manzo del mondo è prodotto con l’erba. Persino negli USA, con l’abbondanza di nutrimenti, oltre la metà del peso del bestiame di manzo aumentato viene da erba e non dal grano. L’area globale delle terre erbose, che è quasi doppia di quella a raccolto mondiale che di solito è troppo ripida per essere irrigata o troppo arida da arare, può contribuire alla fornitura di cibo solo se usata come pascolo per produrre carne, latte e formaggio. Oltre il ruolo dell’erba nel fornire proteina di alta qualità nelle nostre diete, qualche volta si presume che noi si possa aumentare l’efficienza dell’uso della terra e dell’acqua passando dalla proteina dell’animale a quella della pianta di alta qualità, come quella dei fagioli di soia. Tuttavia, a conti fatti, la resa del grano nel Midwest USA è da 3 a 4 volte quelle dei fagioli di soia, perciò ci sarebbe più efficienza/risorsa nel produrre grano e convertirlo in pollame o pesce gatto con un rapporto di 2 a 1 piuttosto che avere qualcuno troppo fiducioso nella soia. Seppur la crescita di popolazione sia stata la base della domanda agricola da sempre, la conversione su grande scala del grano in proteina animale emerse solo dopo la II guerra mondiale. La grande conversione del grano in carburante per auto è iniziata solo pochi anni fa. Se noi vogliamo rovesciare la diffusione della fame, noi dovremo quasi certamente ridurre l’ultimo uso del grano. In prospettiva, la stima delle 114 tonnellate di grano usato per produrre etanolo nel 2009 negli USA è pari al cibo fornito a 370 milioni di persone alla media dei livelli di consumo di grano mondiale. Il passare alla svelta alle famiglie più piccole, lo scendere nella catena del cibo sia consumando meno proteina animale o passando alle fonti di tale proteina più grano-efficiente, e rimuovendo gli incentivi per convertire il cibo in carburante aiuterà a garantire che tutti abbiano da mangiare. Ciò diminuirà pure le pressioni che portano all’uso dell’acqua del terreno e allo sfruttamento delle foreste pluviali tropicali, altre 2 tendenze che minacciano la vita della civiltà globale. # # # Tratto da Capitolo 9: “Nutrire Bene Otto Miliardi di Persone”, in Lester R. Brown, Plan B 4.0: Mobilizing to Save Civilization (New York: W.W:Norton & Company, 2009), disponibile on line a www.earth-policy.org Dati aggiuntivi e fonti di informazione a www.earth-policy.org Sentitevi liberi di passare questa informazione anche agli amici, ai familiari e ai colleghi! Follow EPI: Media Contact: Reah Janise Kauffman Research Contact: Janet Larsen
Earth Policy Institute 1350 Connecticut Ave. NW, Suite 403 Washington, DC 20036 www.earth-policy.orgTradotto da F. Allegri il 31/03/2011 |
Improving Food Security by Strategically Reducing Grain Demand www.earth-policy.org By Lester R. Brown Earth Policy Release Plan B 4.0 Book Byte November 9, 2010 After several decades of rapid rise in world grain yields, it is now becoming more difficult to raise land productivity fast enough to keep up with the demands of a growing, increasingly affluent, population. From 1950 to 1990, world grainland productivity increased by 2.2 percent per year, but from 1990 until 2009 it went up by only 1.3 percent annually. Despite some impressive local advances, the global loss of momentum in expanding food production is forcing us to think more seriously about reducing demand by stabilizing population, moving down the food chain, and reducing the use of grain to fuel cars. One of the key components of Plan B, the Earth Policy Institute’s ambitious strategy to save civilization, is to halt world population growth at no more than 8 billion by 2040. This will require an all-out population education effort to help people everywhere understand how fast the relationship between us and our natural support systems is deteriorating. It also means that we need a crash program to get reproductive health care and birth control services to the more than 200 million women today who want to plan their families but lack access to the means to do so. While the effect of population growth on the demand for grain is rather clear, that of rising affluence is much less so. One of the questions I am often asked is, “How many people can the earth support?” I answer with another question: “At what level of food consumption?” Using round numbers, at the U.S. level of 800 kilograms of grain per person annually for food and feed, the 2-billion-ton annual world harvest of grain would support 2.5 billion people. At the Italian level of consumption of close to 400 kilograms, the current harvest would support 5 billion people. At the 200 kilograms of grain consumed by the average Indian, it would support 10 billion. Of the roughly 800 kilograms of grain consumed per person each year in the United States, about 100 kilograms is eaten directly as bread, pasta, and breakfast cereals, while the bulk of the grain is consumed indirectly in the form of livestock and poultry products. By contrast, in India, where people consume just under 200 kilograms of grain per year, or roughly a pound per day, nearly all grain is eaten directly to satisfy basic food energy needs. Little is available for conversion into livestock products. Among the United States, Italy, and India, life expectancy is highest in Italy even though U.S. medical expenditures per person are much higher. People who live very low or very high on the food chain do not live as long as those at an intermediate level. People consuming a Mediterranean-type diet that includes meat, cheese, and seafood, but all in moderation, are healthier and live longer. People living high on the food chain can improve their health by moving down the food chain. For those who live in low-income countries like India, where a starchy staple such as rice can supply 60 percent or more of total caloric intake, eating more protein-rich foods can improve health and raise life expectancy. Although we seldom consider the climate effect of various dietary options, they are substantial, to say the least. Gidon Eshel and Pamela A. Martin of the University of Chicago have studied this issue. They begin by noting that for Americans the energy used to provide the typical diet and that used for personal transportation are roughly the same. They calculate that the range between the more and less carbon-intensive transportation options and dietary options is each about four to one. The Toyota Prius, for instance, uses roughly one fourth as much fuel as a Chevrolet Suburban SUV. Similarly with diets, a plant-based diet requires roughly one fourth as much energy as a diet rich in red meat. Shifting from the latter to a plant-based diet cuts greenhouse gas emissions almost as much as shifting from a Suburban to a Prius would. Shifting from the more grain-intensive to the less grain-intensive forms of animal protein can also reduce pressure on the earth’s land and water resources. For example, shifting from grain-fed beef that requires roughly 7 pounds of grain concentrate for each additional pound of live weight to poultry or catfish, which require roughly 2 pounds of grain per pound of live weight, substantially reduces grain use. When considering how much animal protein to consume, it is useful to distinguish between grass-fed and grain-fed products. For example, most of the world's beef is produced with grass. Even in the United States, with an abundance of feedlots, over half of all beef cattle weight gain comes from grass rather than grain. The global area of grasslands, which is easily double the world cropland area and which is usually too steeply sloping or too arid to plow, can contribute to the food supply only if it is used for grazing to produce meat, milk, and cheese. Beyond the role of grass in providing high-quality protein in our diets, it is sometimes assumed that we can increase the efficiency of land and water use by shifting from animal protein to high-quality plant protein, such as that from soybeans. It turns out, however, that since corn yields in the U.S. Midwest are three to four times those of soybeans, it may be more resource-efficient to produce corn and convert it into poultry or catfish at a ratio of two to one than to have everyone heavily reliant on soy. Although population growth has been a source of growing demand ever since agriculture began, the large-scale conversion of grain into animal protein emerged only after World War II. The massive conversion of grain into fuel for cars began just a few years ago. If we are to reverse the spread of hunger, we will almost certainly have to reduce the latter use of grain. For perspective, the estimated 114 million tons of grain used to produce ethanol in 2009 in the United States is the food supply for 370 million people at average world grain consumption levels. Quickly shifting to smaller families, moving down the food chain either by consuming less animal protein or by turning to more grain-efficient animal protein sources, and removing the incentives for converting food into fuel will help ensure that everyone has enough to eat. It will also lessen the pressures that lead to overpumping of groundwater and the clearing of tropical rainforests, two additional trends that threaten the viability of our global civilization. # # # Adapted from Chapter 9, “Feeding Eight Billion People Well”, in Lester R. Brown, Plan B 4.0: Mobilizing to Save Civilization (New York: W.W. Norton & Company, 2009), available on-line at www.earth-policy.org Additional data and information sources at www.earth-policy.org Feel free to pass this information along to friends, family members, and colleagues! Follow EPI: Media Contact: Reah Janise Kauffman Research Contact: Janet Larsen
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138 - De Reditu Suo - Terzo Libro - Seconde note di sopravvivenza (del Prof. I. Nappini)
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136 - Aumentare i Macchinari Efficienti: Una Grande Vittoria per Consumatori e Clima di lester r. brown
135 - De Reditu Suo - Terzo Libro - L’Italiano educato dagli stranieri invasori- settimo discorso (del Prof. I. Nappini)
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133 - LE EMISSIONI GLOBALI DI BIOSSIDO DI CARBONIO CADONO NEL 2009 di Lester R. Brown
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