£ G R E P P I A I T A L I A £ ...in giro c'è grossa crisi... |
INTORNO A
TANGENTOPOLI: M. Travaglio intervista Bocca
25/05/2010
Di F. Allegri
Oggi mediterò un’intervista del 14 febbraio 2010 fatta da M. Travaglio a G.
Bocca intitolata “Forse le persone stanno iniziando a stancarsi” pubblicata su
Il Fatto Quotidiano.
Premetto una mia considerazione su Tangentopoli e sulle inchieste che la
ridussero senza vincerla e nemmeno ferirla in modo decisivo.
Il mostro di Tangentopoli è ancora vivo, forte e dominante!
Mani Pulite fu un’inchiesta seria sia nel caso Enimont, sia nella moralizzazione
di Milano che di altre città, ma non molte.
La fine della DC e del PSI non è un merito suo, non va scordato il crollo
del comunismo e l’alternativa Berlusconiana che rappresento lo sbocco naturale
dell’evoluzione del nostro sistema politico. Mi chiedo anche quale alternativa
offrì la gioiosa macchina da guerra di Occhetto? 15 anni dopo posso dire che
questa è una questione minore e magari approfondirò un’altra volta.
L’intervista di Travaglio iniziò con il libro di Bocca “Annus Horribilis”
pubblicato da Feltrinelli.
Per Bocca l’anno orribile è stato il 2009, ma Travaglio teme anche il 2010
ed io sono con lui, per ragioni economiche.
Il libro di Bocca è un attacco a Berlusconi e al suo presunto autoritarismo,
Bocca dice anche: “La cecità degli italiani mi ricorda la Germania all’ascesa di
Hitler: tutti potevano vedere che tipo era, Hitler, eppure i tedeschi, e anche
gli europei, gli cascarono tra le braccia come trascinati da un vento
ineluttabile.”
Mi pare eccessivo, vista la debolezza del nostro premier e non so dirvi se Bocca
fosse al corrente dei litigi tra Fini e il premier.
Bocca denuncia un presunto muro di gomma, io non condivido e al contrario
segnalo e segnalerò il tempo perso in battaglie senza futuro e senza base: due
fra le varie, l’acqua pubblica e la legge bavaglio.
I 4 referenda sull’acqua sono un capolavoro incostituzionale e anche
inconsistenti se è vero che non toccano la questione dei manager di partito. La
legge bavaglio invece è un capro espiatorio fatto per far passare sotto silenzio
il famoso digitale terrestre. Un acquisto obbligato per tutte le famiglie che
sono chiamate ad attestare la loro sottomissione a quel modo di fare
informazione. Come mai non se ne accorge nessuno?
L’intervista a Bocca approfondisce sugli ultimi scandali, ecco cosa chiese
Travaglio e la risposta di Bocca:
“Che cosa la colpisce di più
negli ultimi scandali?
La loro incomprensibilità. Leggo la confessione di questo consigliere comunale
di Milano beccato con la tangente in mano: "Mi sono rovinato per 5 mila euro". O
è un pazzo incapace di ragionare, o faceva sempre così. Almeno Berlusconi ha le
sue giustificazioni: è ricco sfondato, ha ville dappertutto. Almeno Tangentopoli
era un sistema di corruzione che portava almeno una parte dei soldi ai partiti:
una logica, sia pure perversa e criminale, c’era. Ma qui i partiti non ci sono
più. E questi si vendono in cambio di qualche massaggiatrice, di qualche viaggio
gratis, di pochi spiccioli…La corruzione dilaga a tal punto che c’è gente che
ruba senza nemmeno sapere il perché.
Anche Tangentopoli, 18 anni fa, partì da una mazzettina di 7 milioni a Mario
Chiesa.
Andai a intervistare Borrelli e gli domandai perché i magistrati fossero
riusciti a scardinare il sistema così tardi. Mi rispose che la magistratura in
Italia riesce a incidere nel profondo solo quando nella società c’è un grande
allarme, quando si accende una grande luce. Oggi la luce non si accende, non
ancora. Ce ne sarebbero tutti i presupposti, la corruzione ci costa decine di
miliardi all’anno, siamo in fondo alle classifiche di tutti gli indicatori
civili, scavalcati anche da metà del Terzo Mondo, eppure tutto va ben madama la
marchesa.”
Questo è il punto centrale
della riflessione di Bocca e per me dimostra una verità antropologica, spiega
perché Tangentopoli è esistita e ha dominato.
Devo puntualizzare che le tangenti caratterizzarono tutta la storia d’Italia e
che questa non è una questione di uomini, giganti e nani, ma di organizzazione
sociale e politica da un lato e dall’altro c’è un problema di ritardo culturale
e di snaturamento morale. Per Bocca è il popolo che batte il grande ladro, in
realtà sono le istituzioni sane (se esistono) che devono tagliare i rami secchi.
Il popolo è raggirato non sovrano, certi appelli alla militanza e alla
mobilitazione sono fuori luogo e distorti. Servono eroi non truppe cammellate.
Subito dopo Travaglio chiese a Bocca: “Possibile che, in Italia, le classi
dirigenti non riescano a smettere di rubare?”
Rispondo io: anche qui le classi dirigenti sono un blocco unico. Manca in
Travaglio l’idea che la sfida è titanica e non politica o totale. Il campione
dei buoni deve battere quello dei cattivi, non servono platee rissose e
chiassose o partigiani e kamikaze.
Bocca sostenne: “Quando esplose Tangentopoli, a costo di essere frainteso, dissi
che i gerarchi fascisti rubavano molto meno dei democristiani e dei socialisti.
Arrivai a elogiare i "barbari" della Lega che ce li avevano tolti dai piedi. Ora
questi rubano ancor più della Dc e del Psi. E lo fanno alla luce del sole, con
trucchetti da ciarlatani: invitiamo i capi del mondo al G8 e buttiamo centinaia
di milioni. Ma non possono farsi una telefonata, i capi del mondo?”.
In una sauna si suda e se si vuole smettere di sudare o si esce dalla sauna o si
stacca la spina. Il problema è la sauna non le persone dentro. Questa metafora
vale per la politica, non è questione di persone e partiti, ma di sistema o se
preferite di ambiente politico.
Nella seconda parte dell’intervista si parla di informazione e di democrazia
autoritaria.
Sono d’accordo con Bocca quando risponde alla seguente domanda di Travaglio:
“Forse, con più informazione
e più opposizione, sarebbe più facile ribellarsi.
La cosa più deprimente è la lettura dei giornali, per non parlare della
televisione. La nostra democrazia diventa autoritaria anche perché ci sono
giornalisti comprati con prebende e privilegi, ma soprattutto terrorizzati.
Incontro colleghi, si finisce per parlare di quel che combina Berlusconi, e
quelli cambiano subito discorso. Se diventi nemico, sei segnato. Tu ce l’hai
spesso col Corriere: credo che la carta stampata sia rimasta democratica, ma ha
paura di lui. Si inventa di tutto, pur di parlar d’altro: chiamano 'terzismo' il
doppiogiochismo. Dicono persino che, a parlar male di Berlusconi, si fa il suo
gioco. Ma a chi la danno a bere?”
Noi siamo il settantatreesimo sistema di informazione libero su 75, davanti a
Turchia ed Angola. Forse la situazione è più grave di quanto creda Bocca e
soprattutto le cause sono numerose e forti. Io credo che tutte le cause non
siano riconducibili a Berlusconi e l’ho già scritto.
Travaglio chiese a Bocca anche della beatificazione di Craxi e la sua
risposta fu interessante: “ … E’ la complicità fra colpevoli delle due parti. Di
Pietro lo attaccano perché ha il merito di essere l’unica opposizione. Craxi
piace tanto a questa destra e a questa sinistra per due motivi: intanto perché
era un corrotto, e poi perché, con l’idea della Repubblica presidenziale, ha
dato un’ideologia alla democrazia autoritaria che questi selvaggi di oggi
inseguono ma non riescono nemmeno a teorizzare. Questa democrazia malata la
dobbiamo pure a questa sinistra alla D’Alema che collabora da 15 anni con
Berlusconi. Hanno capito che, se non partecipano in qualche modo alla sua
greppia, non campano più.”
Qui non è facile litigare con Bocca, io condivido tutto anche l’ultima parte.
Manca il discorso su Fini che cambierebbe alcune prospettive politiche, ma per
il resto ci siamo.
Travaglio chiuse le sue domande con quella sulle speranze future e Bocca
tornò a chiedere alla gente di mobilitarsi: “Che la gente si accorga del
suicidio di farsi governare da uno abilissimo a fare soldi: quello i soldi,
invece di darteli, te li porta via. Che gli italiani si vergognino almeno per le
sue cadute di stile, tipo gli sghignazzi sulle belle ragazze mentre parla del
dramma degli immigrati col presidente albanese. Che capiscano come un minimo di
decenza e legalità è meglio di questa anarchia lurida. Non dico la virtù,
l’onestà: un po’ di normalità e di civiltà. L’unica bella notizia degli ultimi
anni è il popolo viola, spero che le prossime manifestazioni siano ancora più
massicce e visibili. Se si ribellano i ragazzi, non tutto è perduto.”
Per questi obiettivi servirebbe un informazione e una cultura che non c’è quindi
questi restano dei propositi.
Abbiamo problemi più grossi, meno mezzi e poche soluzioni!
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