RUEDI BAURN

Ruedi Baurrn
Ruedi Baurn


Ruedi Baur, nato il 5 marzo 1956 a Parigi, di nazionalità francese e svizzera. Svolge il suo apprendistato come grafico presso lo studio di Michael Baviera.

Nel 1979 si laurea in graphic design alla Zurich School of Applied Arts.

Nel 1989 ha fondato l’Integral Concept, ora un gruppo di cinque studi partner indipendenti in grado di intervenire congiuntamente su ogni tipo di progetto interdisciplinare.
Con l’Integral Concept, Ruedi Baur lavora su progetti bi e tri-dimensionali in svariati campi della comunicazione visiva: identità, orientamento e programmi di informazione, mostre di design, design urbano.

Tra il 1989 e il 1994 Ruedi Baur, ha coordinato il dipartimento di design «spazio di informazione» dell’École des Beaux-Arts Beaux-Arts di Lione.

Nel 1995 è stato professore alla Hochschule für Grafik und Buchkunst di Lipsia dove è stato nominato rettore dal 1997 al 2000.

Dal 1989 al 1994 è direttore del dipartimento di design de Lyon, dal 1993 al 1996 dirige anche il il corso di laurea specialistica „espace civiques et design“.
A Lipsia.

Nel 1999, ha fondato l’Interdisciplinary Design Institute (2id).

Nel 2002 divenne presidente dell’Alliance Graphique Internationale (AGI):

Dal 1992 e membro del “CAFA Art Research Centre for the Olympic Games” dal 2004.

 

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Attualmente, Ruedi Baur è professore al Luxun Academy of Shenyang e alla Central Academy of Beijing (Cafaa) in Cina, alla École Nationale Supérieure des Arts Décoratifs de Paris (ENSAD) in Francia e alla Zürcher Hochschule der Künste (ZHdK) in Svizzera.

Dal 2004, insieme a Vera Kockot e Clemens Bellut, è responsabile del “design2context”, il Design Research Institute della di Zurigo (HGKZ).

 

Ruedi Baurrn
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I suoi principali clienti sono:

Il Ministero francese per la gioventù, l'istruzione e della ricerca.
Ha vinto nel 1997, la revisione della segnaletica e l'identità visiva del Centre Pompidou e il di Parigi.
l' ospedale universitario di Berna.
L' esposizione nazionale svizzera " Expo 02 ".
L' aeroporto di Colonia / Bonn.
L'European University Centre di Strasburgo.
Sta lavorando anche a progetti per la trasformazione di interi quartieri.

 

Ruedi Baurrn
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intervista a Redi Baur
.

Il nome dell'Istituto di ricerca sul Design di Zurigo di cui sei stato uno dei fondatori — Design2context — è una dichiarazione d'intenti: il progetto non può prescindere dal suo contesto.
Un'identità strettamente connessa dunque al genius loci è la risposta che il design può dare ai problemi della Ruedi Baur

Ruedi Baur:

Si in effetti una dichiarazione d’intenti.
Penso che i progettisti abbiano oggi una responsabilità culturale importante in rapporto all’uniformazione visiva del nostro mondo.
È chiarissimo che, eccettuati casi di isolazionismo forsennato, noi ci troviamo in uno spazio d’influenza comune.
Le differenze non risultano più da caratteristiche locali in àmbito giuridico, economico, culturale – come è stato in passato – ma da un’autentica volontà. Oggi il lasciar correre e la condiscendenza portano al prodotto globale intercambiabile e indifferenziabile.
È attraverso la progettazione della differenza che questa potrà sussistere nella propria contemporaneità, dunque al di fuori della logica patrimoniale della museificazione.
Un’autentica questione di design.
Ma è una questione che esige l’allontanarsi del progettista da quest’idea modernista della miglior soluzione per ogni situazione e pretende il suo confrontarsi con la particolarità del problema su cui lavorare, qui ed ora. Dunque genius loci nel senso di un confronto del progettista con tale singolarità per trasformarla e collocarla in una contemporaneità vivente.

In questo interesse nei confronti della contestualizzazione, scorgo l'invito verso un intervento "politico" da parte del designer. Il design non può dunque essere "neutrale"?

Ruedi Baur:
Perché mai il design dovrebbe essere neutrale? Il design trasforma, ed ogni atto di trasformazione porta in sé la propria responsabilità culturale, ecologica, sociale e dunque fondamentalmente politica. La neutralità è l’espressione politica della sottomissione del design all’ideologia del marketing e del liberalismo, dunque a modi di vivere nei quali noi non siamo considerati altro che consumatori. Non è questo il mondo che m’interessa, non è il mondo per cui lavoro.

Poter discutere degli aspetti generali e delle finalità di un incarico significa che il designer è coinvolto nei processi decisionali del committente.
Nella tua esperienza, quali sono le difficoltà principali nello stabilire questo tipo di rapporto?


Ruedi Baur:
Se si riprende la definizione del design formulata da Moholy Nagy, direi che ogni progetto in cui il progettista non sia altro che un esecutore e un formalizzatore non abbia nulla a che fare con il design.
Non dico che egli debba arrivare a imporre sempre le proprie idee, ma deve almeno confrontarsi con la questione, con i suoi perché, con la sua giustezza, con eventuali alternative eccetera.
Nel migliore dei casi egli potrà fare ciò in collaborazione col cliente, molto spesso cercando di convincere il cliente, talvolta anche contro il cliente o al di là del cliente, nell’interesse pubblico.

Nei tuoi progetti di identità urbana il progetto grafico è parte integrante dell'architettura, così come la segnaletica assume aspetti da vera e propria scenografia.
Tu come definiresti al tua attività?


Ruedi Baur:
La risposta alla domanda è abbastanza complessa poiché non sono sicuro che esista una coerenza perfetta in ciò che noi poniamo in opera.
Io uso diverse formule per definire il nostro lavoro ma nessuna mi soddisfa del tutto. Espressioni come identificazione, orientamento, informazione, rendere credibile, mi van bene nella loro giustapposizione.
Quel che si può affermare è che noi elaboriamo una sorta di urbanistica dei segni, di scrittura della città.
Questo lavoro di definizione della nostra attività resta ancora da fare. Lo rinvio poiché ogni atto di definizione è anche l’arrestare un procedimento aperto ed è probabilmente quest’ultimo a cui bisognerebbe dare un nome. Proveniamo innegabilmente dalla cultura della grafica, dell’identità visiva e della segnaletica.
Vi abbiamo innestato la cultura della messa in scena dell’oggetto e dello spazio.
Da molti anni abbiamo studiato le relazioni fra l’informazione e lo spazio, fino a preoccuparci sempre più della questione della città come spazio civico.
È al tempo stesso una sorta di ritorno all’indietro poiché questo era il tema di un post-diploma che avevo organizzato a Lione negli anni Novanta.

Un elemento importante che emerge dai tuoi lavori è rappresentato dall'uso, spesso giocosamente eterodosso, della tipografia. Il rigore del progetto può andare di pari passo con il divertimento e il gioco? O, per fare una domanda meno retorica, quando ti diverte un progetto?

Ruedi Baur:
L’ortodossia non è in effetti il mio pane quotidiano. Ma quel che m’interessa innanzitutto è l’uso della tipografia come base di un linguaggio visivo che conferisca identità.
Si può oltrepassare questa logica stupida della ripetizione infinita di segni identici e mettere in atto linguaggi visivi che siano riconoscibili in ogni espressione, qualunque essa sia; si può ricercare la singolarità, articolare di nuovo le regole e adattarle al contesto.
Rendersi singolari consiste certamente in questo, in una società così tanto convenzionale sul piano visivo come la nostra: irritare, intrigare…

Il design riuscirà dunque a cambiare il mondo?

Ruedi Baur:
Tutti noi possiamo cambiare un po’ il mondo in quanto cittadini, ancor più come progettisti.

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2000 Ruedi Baurn, segnaletica e sistema di orientamento dell ospedale, Inselspital di Berna.

 

2000 Ruedi Baurn, segnaletica e sistema di orientamento dell ospedale, Inselspital di Berna.

 

2000 Ruedi Baurn in collaborazione con Eric Jourdan, segnaletica e sistema di orientamento della Cité internationale universitaire de Paris,
l'ìintervento riguarada un cerchio centrale del diametro di 35 metri, che si trova presso la reception dell' uiniversità, un monumento storico. L'architetto dei Monumenti di Francia aveva accettato questa soluzione perché questo progetto solo in questo luogo, si adattava al contesto.

 

2000 Ruedi Baurn in collaborazione con Eric Jourdan, segnaletica e sistema di orientamento della Cité internationale universitaire de Paris,
il cerchio centrale del diametro di 35 metri sul quale sono state posizionate le scritte sul cemento prima della loro laccatura, in modo che la durata fosse almeno di quindici anni. .

 

2000 Ruedi Baurn in collaborazione con Eric Jourdan, segnaletica e sistema di orientamento della Cité internationale universitaire de Paris,
studio del lettering

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2000 Ruedi Baurn in collaborazione con Eric Jourdan, segnaletica e sistema di orientamento della Cité internationale universitaire de Paris,
studio cromatico

 

2002 Ruedi Baurn segnaletica per l' aeroporto di Köln-Bonn

 

2002 Ruedi Baurn segnaletica per l' aeroporto di Köln-Bonn

 

2002 Ruedi Baurn segnaletica per l' aeroporto di Köln-Bonn , pitogramma per un area di riposo

 

2002 Ruedi Baurn segnaletica per l' aeroporto di Köln-Bonn L'idea di base è che si potesse sostituire un cartello con una parola,con unas una parola con un segno per avere questo strumento iconografico che può essere utilizzato sia su testi o immagini.

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2002 Ruedi Baurn segnaletica per l' aeroporto di Köln-Bonn, testensione dell' identità visiva nel segno archiettonico

 

2000 Ruedi Baurn , principi di sovrapposizione grafica e tipografica per la segnaletica per il rinnovamento di tre livelli del Centre Pompidu a Parigi

 

2000 Ruedi Baurn segnaletica sospesa al soffitto del Forum per li rinnovamento di tre livelli del Centre Pompidou a Parigi

 

2000 Ruedi Baurn segnaletica sospesa al soffitto del Forum per li rinnovamento di tre livelli del Centre Pompidou a Parigi

 

2000 Ruedi Baurn segnaletica sospesa al soffitto del Forum per li rinnovamento di tre livelli del Centre Pompidou a Parigi

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2000 Ruedi Baurn panneli trasparentin per la segnaletica per li rinnovamento di tre livelli del Centre Pompidou a Parigi

 

2000 Ruedi Baurn panneli trasparentin per la segnaletica per li rinnovamento di tre livelli del Centre Pompiodu a Parigi

 

2000 Ruedi Baurn nuova identità visiva per il Centre Pompidu a Parigi.
Il marchio, la segmaletica e l' dentitàvisiva erano stati progettati nel 197 da Jean Widmer. Ruedi Baurn ne propone una nuova immagine, mantenendo il vecchio e famoso marchio progettato da Widmer

 

2000 Ruedi Baurn tipogramma per la biblioteca del Centre Pompidou a Parigi.

 

2000 Ruedi Baurn tipogramma per la l' ircam del Centre Pompidou a Parigi.

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2000 Ruedi Baurn ha utilizzato il caratere DIN disegnato da Michel Fernandez per la nouva identità visiva della segnaletica
del Centre Pompidou a Parigi.

 

1997-2001 Ruedi Baurn segnaletica del Centre Pompidou a Parigi

 

2000-2001Ruedi Baurn segnaletica per le zone industrialimi della Grand Lyon, realizzata ingrandendo degli elementi vegetali trovati nella zona

 

1999-2000Ruedi Baurn segnaletica turistica per la vecchia Lyon

 

1999-2001Ruedi Baurn segnaletica dei parchi della cità di Lyon, le informazioni importanti sono fosforescenti

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1999-2002 Ruedi Baurn scenografia identità visiva e segnaletica del Parco e del Musée Archéologique di iKalkriese, nella foresta di 'Osnabrück

 

Ruedi Baurn segnaletica identità visiva per una serie di esposizioni per l' Esposizione Nazionae Svizzera

 

1999 Ruedi Baurn scenografia identità visiva e segnaletica dell'Installation U.Eur. + CH / other nationalities tenutasi alla galleria La Chaufferie a Strasbourg

 

1999 Ruedi Baurn pannello per l' Installation U.Eur. + CH / other nationalities tenutasi alla galleria La Chaufferie a Strasbourg

 

1999 Ruedi Baurn manifesto per un incotro di tipografi all' l'école d'Arts visuels di Leipzig in Germania. Rudi Baurn ha insegnato in questa scuola di progetazione dal 1995 al 2002.In quella occasione riscopri la tipografia perché la scuola aveva mantenuto laboratori tipografici

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1998 Ruedi Baurn composizione "faire part de la naissance" realizata in occasione della nascita della sua terza figlia

 

1994 Ruedi Baurn biglietto di auguri di nuovo anno.

 

Ruedi Baurn manifesto in occasione del matrimonio della sorella, il manifesto fu afisso in tutti i oposti derlla mazione in cui il cognato aveva vissuto, nel manifesto all' interno dell' anello c'era un buco dove potevano teo0ricamente infilare mil dito qualsiasi giovane.

 

1987 Ruedi Baurn "la Traison" programmazione della grafica per il CRAC (Centro per la ricerca e l'Azione Culturale) di Valencia, dedicato al cinema,

 

1995-1999 Ruedi Baurn Design urbano del quartier de l'Épidème a Tourcoing (Francia)

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1990 Ruedi Baurn progetto per l'allestimento, inviti e progettazione della comunicaszione dell' esposizione "Art & Pub" al Centre Pompidou, il cui tema era il confronto tra arte, pubblicità e il design nel corso del Novecento

 

1984 Ruedi Baurn progetto grafico per i catalogo del mese di ottobre per le esposizzioni di artisti organizzata dal centro Arts.
Raelizzato dal BBV stodio asociato do Baurn con lo studio milanese Baviera et Vetter

 

1995 1999 Ruedi Baurn progetto di comunicazione per la 3° Biennale d' Arte di Lyon

 

Ruedi Baurn progetto della segnaletica per l' Esposizione florale di München

 

2004 Ruedi Baurn progetto grafico ambientale per un parcheggio sotterraneo a Merano. i posti macchina sono delle gigantografie di foto raffiguranti l'acqua in un contesto ambientale alpino

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1995 Ruedi Baurn segnaletica di un parcheggio della de la Cité internationale a Lyon

 

1995 Ruedi Baurn renderig del concorso per la Cinémathèque Francais di Paris ospitata in un edificio dell' architetto Frank Gehry

 

1995 Ruedi Baurn io per la Cinémathèque Francais di Paris, durante l'apertura o qualsiasi altro evento speciale, si può trasformare completamente lo spazio

 

1995 Ruedi Baurn identità visiva della Cinémathèque Francais di Paris

 

1995 Ruedi Baurn identità visiva della Cinémathèque Francais di Parisper la "note bianca, è stat utilizzata una vecchia immagine di Jean Marais

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1995 1999 Ruedi Baurn sistema di orientamento e segnaletica del Domaine National di Chambord

 

1995 1999 Ruedi Baurn sistema di orientamento e segnaletica del Domaine National di Chambord, senaletica lungo la strada nazionale che attraversa il parco

 

1991 Ruedi Baurn manifesto sul''ecologia realizzato in occasione del 700 ° anniversario della Confederazione Svizzera, in quell' occasione era stato chiesto a una dozzina di grafici svizzeri di realizzare dei progetti sul tema dell'l'ecologia

 

1996 Ruedi Baurn manifesto sul tema dell' estetica della sicurezza per "Numero" una rivista murale sviluppata per r Casa Factori:
le immagini sono riferite a telecamere di controllo stradale publica e privata, sul tema della paura dell'altro

   
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Ruedi Baurn manifesto tridimensionale per l' " Observatoire international des Prisons" di, Lyon, lo slogan è:" mes oeilleres, je ousitive" con i miei paraocchi, io sono positivivo

 

1994 Ruedi Baurn due manifesti affissi affiancati il manifesto è stato realizzato per una per una esposizione personale ad Amburgo , lo slogan è:" mes yeux soffrent" i miei occhi soffrono

 

2005 Ruedi Baurnsegnaletica temporanea per il "Parc de la Villette" a Parigi, la segnalitica è costituita da un insieme di palets industriali cclolrati più delle indicazioni e dei manifesti e cartelli

 

2005 Ruedi Baurnsegnaletica temporanea per il "Parc de la Villette" a Parigi

   
                 
                 
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