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Berlusconismo

  Ultimo aggiornamento: 01-10-03

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Berlusconismo Berlusconate...

Avvocato Martinazzoli, sembrava un'ascesa irresistibile della leadership, oggi in molti criticano il berlusconismo. Anche perché questo decisionismo non coinvolge nella scelta ma sta producendo l'effetto della guerra.

 Effettivamente, il pifferaio magico comincia a perdere smalto. Mi è capitato altre volte di osservare che gli italiani cominciano a misurare la distanza che c'è tra la vita e la televisione e non è per caso che la sorte, probabilmente infausta, della televisione pubblica sta nei pensieri di Berlusconi ben più che la crisi internazionale. Anche qui, del resto, assistiamo a pratiche di fregolismo politico che mascherano una sostanziale assenza di linea politica. Siamo ancora all'Italia dei giri di valzer con in più la pretesa di far credere che guidiamo le danze. Dentro o fuori i confini, la musica non cambia, è quella del circo. Ma tende al tragico la farsa, quando si tratta di pace o di guerra.

 L'Arcivescovo di Milano è stato recentemente severo nei confronti del leaderismo: "nessuno può assolutizzarsi capo,... unto dal popolo,... unto dal Signore". Si può dire che il Card. Tettamanzi nel suo recente intervento ai politici ha tutelato i poveri, ma anche le assemblee elettive e persino le minoranze?

 In un contesto che supera la parzialità della politica da un punto di vista etico, sono parole che pesano e significano. E', se si può dire, un richiamo all'attitudine umana della regola democratica che può atteggiare variamente le sue tecniche e le sue procedure ma non può certo fondarsi su una logica di "supremazia". Il popolo non "unge", vota. Non legittima il comando ma la responsabilità del governo. Non dice che la maggioranza "ha ragione" ma che ha ragione di governare in quanto maggioranza. Il fatto che il Cardinale abbia sentito il bisogno di evocare questa grammatica, conforta la nostra preoccupazione e stimola la nostra azione.

 Si discute di sistemi elettorali e si vorrebbe estendere la legge delle amministrative al Sindaco d'Italia. A differenza dei collegi per il Parlamento la legge elettorale regionale ha una base proporzionale su cui si innesta il premio di maggioranza. Al di là dell'elezione diretta del Presidente che oggi mette sotto ricatto il Consiglio può essere un utile punto di riferimento?

 Io credo che la regola elettorale, ma - più in generale - ciò che da forma e legittimazione ai poteri della rappresentanza e del governo, dovrebbe avere riguardo a ragioni semplici e vietare un eccesso di sofisticazione. Quanto più è sofisticato il meccanismo tanto più si piega alle contingenti convenienze di questo o quell'altro settore politico. Allora, per parlare propriamente della legge elettorale penso che non bisognerebbe discostarsi troppo da un'alternativa chiara e comprensibile al buon senso. O si sceglie l'opzione maggioritaria, ma allora per non mortificare oltre misura il pluralismo politico conviene disporre la consultazione elettorale su due turni, oppure si preferisce una rappresentazione esauriente del pluralismo politico ed allora si sceglie il sistema proporzionale, correggendo eventualmente gli inconvenienti con un premio di maggioranza. Ma mi sembra chiaro che, per sua natura e ragione, il premio di maggioranza esiga come presupposto che una maggioranza ci sia.

 Una rete RAI a Milano: la questione è diventata esplosiva per il CdA e per la maggioranza.

 Nel nostro piccolo, su questo tema noi - dico noi del Gruppo consiliare in Regione - abbiamo pur detto qualcosa di sensato. Ma la mossa del moribondo Consiglio RAI è solo un gesto propagandistico e, peggio, una resa alle convenienze bossiane. Comincio a temere che la storia - che è stata anche grande - della televisione pubblica sia giunta al capolinea, che non siano più rimediabili gli effetti di una dissennata intrusione partitica che distrugge la funzione stessa di un servizio pubblico televisivo. p.d.

 Tratto da Comunità Lombarde - marzo 2003