Berlusconismo Berlusconate...
Avvocato Martinazzoli, sembrava un'ascesa irresistibile
della leadership, oggi in molti criticano il berlusconismo. Anche perché
questo decisionismo non coinvolge nella scelta ma sta producendo l'effetto
della guerra.
Effettivamente, il pifferaio magico comincia a
perdere smalto. Mi è capitato altre volte di osservare che gli italiani
cominciano a misurare la distanza che c'è tra la vita e la televisione e non
è per caso che la sorte, probabilmente infausta, della televisione pubblica
sta nei pensieri di Berlusconi ben più che la crisi internazionale. Anche
qui, del resto, assistiamo a pratiche di fregolismo politico che mascherano
una sostanziale assenza di linea politica. Siamo ancora all'Italia dei giri
di valzer con in più la pretesa di far credere che guidiamo le danze. Dentro
o fuori i confini, la musica non cambia, è quella del circo. Ma tende al
tragico la farsa, quando si tratta di pace o di guerra.
L'Arcivescovo di Milano è stato recentemente severo
nei confronti del leaderismo: "nessuno può assolutizzarsi capo,... unto dal
popolo,... unto dal Signore". Si può dire che il Card. Tettamanzi nel suo
recente intervento ai politici ha tutelato i poveri, ma anche le assemblee
elettive e persino le minoranze?
In un contesto che supera la parzialità della
politica da un punto di vista etico, sono parole che pesano e significano.
E', se si può dire, un richiamo all'attitudine umana della regola
democratica che può atteggiare variamente le sue tecniche e le sue procedure
ma non può certo fondarsi su una logica di "supremazia". Il popolo non
"unge", vota. Non legittima il comando ma la responsabilità del governo. Non
dice che la maggioranza "ha ragione" ma che ha ragione di governare in
quanto maggioranza. Il fatto che il Cardinale abbia sentito il bisogno di
evocare questa grammatica, conforta la nostra preoccupazione e stimola la
nostra azione.
Si discute di sistemi elettorali e si vorrebbe
estendere la legge delle amministrative al Sindaco d'Italia. A differenza
dei collegi per il Parlamento la legge elettorale regionale ha una base
proporzionale su cui si innesta il premio di maggioranza. Al di là
dell'elezione diretta del Presidente che oggi mette sotto ricatto il
Consiglio può essere un utile punto di riferimento?
Io credo che la regola elettorale, ma - più in
generale - ciò che da forma e legittimazione ai poteri della rappresentanza
e del governo, dovrebbe avere riguardo a ragioni semplici e vietare un
eccesso di sofisticazione. Quanto più è sofisticato il meccanismo tanto più
si piega alle contingenti convenienze di questo o quell'altro settore
politico. Allora, per parlare propriamente della legge elettorale penso che
non bisognerebbe discostarsi troppo da un'alternativa chiara e comprensibile
al buon senso. O si sceglie l'opzione maggioritaria, ma allora per non
mortificare oltre misura il pluralismo politico conviene disporre la
consultazione elettorale su due turni, oppure si preferisce una
rappresentazione esauriente del pluralismo politico ed allora si sceglie il
sistema proporzionale, correggendo eventualmente gli inconvenienti con un
premio di maggioranza. Ma mi sembra chiaro che, per sua natura e ragione, il
premio di maggioranza esiga come presupposto che una maggioranza ci sia.
Una rete RAI a Milano: la questione è diventata
esplosiva per il CdA e per la maggioranza.
Nel nostro piccolo, su questo tema noi - dico noi
del Gruppo consiliare in Regione - abbiamo pur detto qualcosa di sensato. Ma
la mossa del moribondo Consiglio RAI è solo un gesto propagandistico e,
peggio, una resa alle convenienze bossiane. Comincio a temere che la storia
- che è stata anche grande - della televisione pubblica sia giunta al
capolinea, che non siano più rimediabili gli effetti di una dissennata
intrusione partitica che distrugge la funzione stessa di un servizio
pubblico televisivo. p.d.
Tratto
da Comunità Lombarde - marzo 2003
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