Stemma Città di Montichiari
Prodi alla Margherita

  Ultimo aggiornamento: 19-01-04

Home
Documento Lista unica
Prodi alla Margherita
Lista Unica
Messaggio di Prodi

Lettera di Prodi a Rutelli e alla Margherita.

1-9-03
Carissimo Francesco, carissimi amici, ”Giorni d’Europa”. Con questo titolo, che richiama anche il nome del vostro quotidiano, voi avete giustamente voluto porre l’Europa al centro degli incontri, delle riflessioni e dei dibattiti di queste vostre giornate di Lerici. Vi prego di considerarmi pienamente partecipe di questa vostra iniziativa.
Io credo con voi che davvero l’Europa segni oramai i nostri giorni, quelli presenti e quelli futuri. Il nostro paese, noi stessi, d’ora in avanti, non potremmo che pensarci come partecipi e responsabili di una comune storia europea, dal momento che, liberamente, assieme a centinaia di milioni di donne e di uomini, noi abbiamo scelto di unire e ampliare i confini dell’Europa, di coniugare assieme unità e diversità, sovranità nazionale e federalismo, uguaglianza e sviluppo, libertà e azione comune, per costruire, secondo i valori dell’umanesimo democratico, l’Europa di tutti.
Quel che il nostro paese, assieme agli altri paesi, decide di essere in Europa contribuisce a determinare quel che l’Europa può decidere di essere in se stessa e nel mondo.
Si tratta di una responsabilità e, vorrei dire, di una sensibilità e di un sentimento nuovi. Il nostro comune destino europeo è dunque il frutto della qualità dell’ispirazione e dell’azione europeista delle forze politiche nei singoli paesi e in Europa.
Dico queste cose perché anche il campo delle forze democratiche e riformatrici del nostro paese deve misurarsi in modo adeguato con questo nuovo compito, ad un tempo nazionale ed europeo. Di questo sono stato convinto fin dall’inizio del mio impegno politico. Per questo assieme a molti di voi indicammo, nella proposta dell’Ulivo, l’avvio di un progetto politico di rinnovamento per l’Italia e per l’Europa.
Far fare oggi passi decisivi a quella proposta politica è divenuto urgente. Più volte in passato ho richiamato le forze politiche del centro-sinistra a questa necessità e questo sono andato riaffermando recentemente in numerosi incontri.
Noi non possiamo ripetere il passato in nessuna delle sue forme e delle sue suddivisioni ideologiche: né in Italia, né in Europa. Quelle forme, quelle suddivisioni sono passate.
Noi dobbiamo intendere le nostre storie, le nostre rispettive tradizioni come una lezione esigente, che mentre esclude nominalistiche ripetizioni sa trarre da esse nuovo alimento e nuova forza, sia dalla memoria dei momenti più alti, sia dalla memoria delle insufficienze e delle colpe.
Sono ben consapevole che l’Ulivo non comprende e non esaurisce l’intero campo del centro-sinistra in Italia, così come so altrettanto bene che le aggregazioni politiche europee, nella loro attuale definizione, non possono immaginare di contenere o pensare di circoscrivere, attraverso un processo di inglobamento, la spinta innovatrice di cui siamo portatori, in Italia e in Europa.
Il vino nuovo del cambiamento non può essere contenuto in otri vecchi. Vogliamo portare noi stessi, e convincere diverse altre forze a farlo con noi, oltre i recinti ideologici e politici della vecchia Europa.
Quando penso a voi, quando penso alla Margherita vedo chiaramente i contorni di questo problema.
La Margherita è stata infatti la novità politica più significativa di questi anni recenti: essa ha dato vita con decisione a una nuova aggregazione nella quale appartenenze politiche diverse, da quelle nate nel solco del movimento cattolico popolare a quelle laico-liberali, si sono incontrate e stanno imparando a vivere assieme. Essa ha avviato un processo di condivisione politica tra realtà che un tempo erano divise e contrapposte, trasformando in proposta politica comune la parte migliore di una storia sino ad allora separata.
Tutto questo è stato possibile grazie al progetto dell’Ulivo. Tutto questo trova il proprio significato in funzione del compimento di quel progetto. La Margherita ha mostrato infatti che l?Ulivo non solo era una proposta politica realistica e possibile, ma adeguata e necessaria alle attese e ai bisogni del paese.
Ora è tempo di fare altri passi in avanti. Di camminare assieme anche ad altre forze democratiche di diversa ispirazione, a quelle sorte dalla tradizione del movimento operaio, a quelle ambientaliste. Il 18 luglio scorso ho proposto concretamente che alle prossime elezioni europee del 2004 tutte le diverse forze che condividono la stessa idea di Europa si presentino agli elettori in una lista unitaria. Lo considero un atto decisivo nella costruzione dell’Ulivo; un passo indispensabile se vogliamo dare un contributo significato allo sviluppo del bipolarismo nel nostro paese ed esercitare significativamente la nostra responsabilità nei confronti dell’Europa.
Per confermare questa mia convinzione ho recentemente detto che quella proposta non può essere intesa come un gesto isolato, senza conseguenze politiche per l’Italia e per l’Europa. Quel passo innovativo per l’intera politica italiana va dunque inteso come un nuovo inizio, essenziale se si vuole giungere alla piena realizzazione dell’Ulivo. Se si vuole davvero giungere alla realizzazione di un soggetto politico unitario, capace di accogliere con pari dignità, di rispettare, di riconoscere e di promuovere forze e aggregazioni di diversa ispirazione e tradizione, valorizzando e portando ad unità le organizzazioni e i partiti che hanno detto sì all’Ulivo.
Caro Francesco, cari amici, in questo arduo ed ambizioso progetto noi siamo spinti dalla convinzione che la Democrazia e’ figlia e madre della Libertà; che la politica non è una responsabilità di pochi, bensì un’impresa autenticamente popolare; che il suo compito è quello di contribuire a costruire giorni migliori, per questo opera per rimuovere le disuguaglianze e trasformare le condizioni che opprimono le donne e gli uomini che vivono assieme, per questo tende a promuovere giustizia e sviluppo sociale e umano. Noi siamo spinti dalla convinzione che la politica è una grande responsabilità che riguarda il bene degli uomini: tutti e ciascuno, storia per storia, volto per volto. Con questo convincimento nel cuore, noi non possiamo accontentarci di dichiarare le nostre intenzioni per poi assolverci di fronte alla loro mancata realizzazione.
La nostra è una responsabilità difficile. Essa va esercitata con fermezza e con gradualità. Rispettando l’ordine dei giorni e delle opere, sapendo che le decisioni che vengono prima non possono essere rimandate, non possono essere saltate.
Noi non conseguiremo alcun obiettivo significativo se salteremo le tappe intermedie di questo percorso. Vi è infatti un rapporto qualitativo e non solo logico consequenziale tra ciò che deve essere fatto oggi e quel che, grazie a ciò che si è compiuto oggi, può essere realizzato domani. Per la nostra stessa responsabilità in Italia e in Europa, noi non sostituiremo alla fatica dei giorni l’effetto effimero di una dichiarazione di intenti.
Se è vero che senza un progetto non si intraprende un cammino è ancora più vero che la grandezza e la necessità del progetto debbono sollecitarci ad intraprenderlo subito, non a rinviarlo al domani.

Roma, 31 agosto 2003   Romano Prodi
 

Home | Documento Lista unica | Prodi alla Margherita | Lista Unica | Messaggio di Prodi

Ultimo aggiornamento: 16-01-04