Vero discepolo
Gesù dona ai suoi discepoli il suo stesso potere sui demoni.
"Egli allora chiamò a sé i Dodici e diede loro potere e autorità su tutti i demoni e di curare le malattie".
(Lc 9,1)
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Potere sui demoni
Una notte, mentre il Curato d'Ars cercava di addormentarsi, il demonio manifestò la sua presenza con grida: "Vianney, Vianney, ti avrò, ti avrò!".
E il Curato gli ripeté dal cantuccio oscuro ove era collocato il suo letto: Non ti temo.
Mons. Devie lo aveva autorizzato a usare del suo potere di esorcista, ogni volta che le circostanze lo richiedessero.
Anche su questo le testimonianze abbondano.
Era stata condotta da lontano dal proprio marito, un'infelice donna furiosa che emetteva grida incomprensibili.
Ve la condussero quattro uomini, nonostante le sue resistenze.
Il Curato d'Ars mise allora un suo reliquiario sulla testa dell'indemoniata, che rimase come morta.
Poco dopo, alzatasi da sola, raggiunse la porta della chiesa; ma passata appena un'ora, ritornò calma, prese l'acqua benedetta e s'inginocchiò, era stata liberata.
La sera del 27 dicembre 1857 un vicario di Saint-Pierre di Avignone e la Superiora delle Francescane d'Orange condusse ad Ars una giovane maestra, che dava tutti i segni della possessione diabolica.
L'arcivescovo di Avignone aveva studiato il caso personalmente, e aveva consigliato di condurla ad Ars da Vianney.
La mattina seguente la portarono nella sagrestia, mentre il Santo si preparava a indossare i paramenti sacri per la celebrazione della messa, ma subito l'ossessa tentò di raggiungere la porta gridando.
Rimasero in sagrestia il Santo e la misera vittima di Satana. La porta si aprì quasi subito, la potenza del Santo aveva avuto pieno trionfo; infatti, sulla soglia comparve la giovane, raccolta, piangente di gioia e con dipinta sul viso un'espressione d'infinita riconoscenza.
Il 25 luglio 1859, verso le otto della sera, gli si condusse una donna ritenuta ossessa.
Suo marito che la accompagnava entrò solo con lei nel cortile della canonica, e don Vianney li seguì.
Presso la porta stavano un gran numero di pellegrini.
Nel medesimo istante in cui la donna uscì libera e felice, si udì nel cortile un rumore simile alla rottura violenta di rami d'albero.
Ciò fece tale fracasso che gli astanti ne furono spaventati.
Vi fu un'altra infelice, che non si riuscì a trascinare fino alla chiesa, tanta era la resistenza che opponeva, e la ripulsione che dimostrava verso il Curato d'Ars.
Perciò s'invitò il Santo nella casa dove alloggiava, mentre lei era assente. Attese il suo ritorno in una camera vicina.
Naturalmente, l'ossessa non era stata informata di nulla. Quando si avvicinava alla casa, la sorpresero violente convulsioni.
Anche questa volta il Santo compì la sua opera di liberazione.
Il 23 gennaio 1840 avvenne qualche cosa di fantastico nel confessionale stesso del curato Vianney. Una donna, arrivata dai dintorni di Puy-en-Velay e che fino a quel momento non aveva dato nessun segno di possessione diabolica, s'inginocchiava ai piedi del Santo.
In quel momento una decina di persone, aspettavano, nella cappella di San Giovanni Battista, il loro turno per confessarsi; costoro, anche senza vedere nulla, poterono udire tutto.
Siccome la donna rimaneva muta, don Vianney la invitò più volte a cominciare la sua confessione.
D'improvviso si udì una voce stridula e forte, che inveiva contro il Santo, contro i vescovi e altri sacerdoti.
La voce diabolica continuò così per vari minuti.
Lo spirito infernale, che aveva saputo fare degli appunti alla condotta degli altri prelati, tuttavia dovette svelare le virtù del Servo di Dio, la misera fu infine liberata.