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La città incantata (Spirited away) |
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Non
è difficile parlare di capolavoro per “La città incantata” (Spirited
away). Dal grandissimo maestro dell’animazione giapponese Hayao Miyazaki, da vent’anni sulla cresta dell’onda ma
venuto all’attenzione del grande pubblico per la sua ultima opera, La
principessa Mononoke, un lungometraggio grandioso, vincitore del premio
Oscar per il miglior film d’animazione. La storia della piccola Chihiro
parte da un viaggio con i genitori per andare in una nuova città.
Una strada sbagliata e i tre si ritrovano in un posto magico e bellissimo
dove la bambina viene lasciata sola in quanto i genitori cadono vittima di
un incantesimo scatenato dall’ingordigia comune a tutti gli esseri
umani. Chihiro
si ritrova così a scoprire un mondo dove vivono i personaggi più strani
e bizzarri,
personificazione dei fantasmi e degli spiriti delle leggende giapponesi, sorta
di hotel dove questi ultimi vanno a rinfrancarsi e a purificarsi, un mondo
di fiaba ma dove i problemi (avidità, attaccamento al denaro), i
sentimenti (amore,passione,gelosia) sono reali. Un luogo ancora più
bizzarro per “noi” occidentali poco avvezzi a certe rappresentazioni
tipiche della cultura giapponese e orientale in generale: la
convinzione che in ogni cosa ci sia uno spirito che la governa. Nei fiumi,
nelle montagne, nelle piante, nel mare. E questi spiriti spesso sono
offesi dall’uomo che non li rispetta sporcandoli, distruggendoli,
inquinandoli: la città incantata è il loro “parco dei divertimenti”
dove fra una sauna rilassante e un massaggio riprendono vigore pronti per
tornare ad offrire i loro servigi agli uomini. Chihiro viene “assunta”
come lavoratrice dalla perfida strega che dirige la città e dal quel
momento riscopre quei sentimenti di solidarietà e amicizia che troppo
spesso gli uomini dimenticano. E’ il racconto della realtà
travestito da fiaba dove dietro ai colori brillanti e le facili attrazioni
si nasconde un mondo superficiale fatto di inganni e vuote vanità. Una produzione magistrale con
tutti i disegni del lungometraggio realizzati a mano e solo
successivamente colorati con l’aiuto del computer: una soluzione che ha
permesso di realizzare magnifici quadri dai colori meravigliosi, effetti
di luce strabilianti e piacevolissimi paesaggi. La corsa fra i fiori, la
vista sul mare, la passeggiata fra i prati sono scene impresse nei nostri
occhi per le quali ha un senso apprezzare il cartone animato fatto “come
si deve” puntando sulla qualità sia del disegno sia sulla profondità
della storia. Una favola “vera” capace di insegnare ai più piccoli il modo per affrontare le loro paure e regalando agli adulti, assieme all’inevitabile riflessione che scaturisce dalla visione, indimenticabili momenti di poesia. 03/05/2003 |