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Atlantis: l’impero perduto

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Uscito per il Natale dello scorso anno, Atlantis: l’impero perduto è una produzione, l’ennesima, della Disney che sta ormai prendendo una cadenza semestrale per l’uscita dei suoi cartoni animati. Tuttavia dobbiamo ammettere che a differenza degli altri film degli ultimi anni, Atlantis è un progetto particolare che fa storia a sé.

E’ un cartone animato d’avventura che narra la storia di Milo Tatch, nipote strambo di uno strambo archeologo. Milo è anche appassionato linguista ed è proprio per questa sua passione che riesce  a rintracciare il diario del vecchio pastore dove viene narrata la storia di Atlantide e la strada per arrivarci.

Viene organizzata una spedizione da un ricco amico del nonno con una squadra di strani personaggi che, attraverso varie peripezie, riescono alla fine a giungere al continente perduto con risvolti avventurosi e imprevisti.

Dicevamo della particolarità del film: un cartone che non ricalca il classico stile disneyano fatto di  canzoncine, gorgheggi, “…e vissero tutti felici e contenti…” all’insegna della pace e dell’amicizia. Non che qua non trionfino i buoni sentimenti, anzi, ma il cartone è attraversato da un bello spirito d’avventura con mezzi “tecnologici” come sottomarini, scavatrici e altro (ricordiamo che la vicenda è ambientata nel 1914) in uno stile “verniano” con mostri marini e via dicendo; inoltre più di una volta si assiste a sparatorie, combattimenti e violenze varie.

Insomma una storia un po’ più cruda, per quanto lo possa essere un film che ha come target sempre dei bambini o dei ragazzi (ma forse i ragazzi d’oggi sono abituati a ben altro tipo di violenza…) che non è infarcita di stupide canzoncine. Anzi, non ce ne sono proprio! E’ stata una scelta ben precisa degli autori quella di non mettere parti cantate nel film ma di puntare tutto sull'avventurosità dell’azione e sul coinvolgimento emotivo dello spettatore.

Anche per quanto riguarda la realizzazione tecnica nulla da dire: il disegno è bello, i personaggi ben caratterizzati e spettacolari i panorami di Atlantide. E’ stato fatto un moderato uso della computer grafica  soprattutto per quanto riguarda il mostro marino che sta a guardia dell’ingresso della città perduta che comunque è integrato benissimo nel resto del disegno.

Nel complesso un discreto film che  balza agli occhi nell’anonimo panorama delle ultime produzioni della Disney; un film nel quale, nonostante alcune pecche riguardanti un plot assai utilizzato (c’è stata anche un’accusa di plagio per la grande somiglianza con un cartone giapponese, “La pietra azzurra”) e una certa limitatezza degli scenari, si possono trovare un grande coinvolgimento per l’avventura che ci viene posta davanti, la quale da sola riesce a catturarci e farci arrivare tutti ad Atlantide, l’impero perduto.

25/01/2003

Il protagonista del film