Parola d’ordine: consumare!... ma fino a quando?

Le risorse del mondo sono mie o nostre?


di Tommaso Bartoli

 E’stata la lettera al Direttore sulla siccità da me pubblicata sull’ultimo numero del nostro periodico, a fornirmi l’opportunità di parlare con i ragazzi del catechismo dell’acqua, non solo come bene economico, come risorsa vitale, ma soprattutto come diritto universale e inalienabile dell’uomo, basato sulla dignità della persona. Senza acqua la vita è minacciata. Il tema dell’incontro catechistico con in ragazzi di Cresima della parrocchia di mercoledì 21 novembre u. s. aveva come titolo “Un mondo per tutti” ed era finalizzato ad educare i ragazzi alla solidarietà, alla mondialità. “L’acqua, per la sua stessa natura, non può essere trattata come una mera merce tra le altre e il suo uso deve essere razionale e solidale”. (1) Da questa veritiera citazione ne è scaturita una interessante riflessione su questo bene primario, al quale sono legate le responsabilità degli enti pubblici che tradizionalmente ne curano la distribuzione. Per sensibilizzare i ragazzi invece, ad un uso razionale e solidale dell’acqua, in modo da evitare inutili dannosi sprechi, ho consegnato loro un semplice questionario, predisposto allo scopo dal WWF. Alle semplici domande poste dal questionario, i ragazzi non avvezzi a simili analisi hanno trovato tutti delle difficoltà, pur trattandosi dell’argomento su consumi che giornalmente fanno: per dissetarsi, per la doccia, per lavarsi i denti, per lavarsi le mani, per il water, per giocare, per far da mangiare, per pulire casa, per innaffiare il giardino. Essi, perciò, hanno segnato sul questionario cifre non affatto corrispondenti al consumo annuo “pro capite“ in metri cubi. Nessuna indicazione inoltre, hanno scritto per lo spreco. Doveroso per me è stato il sottoporre alla loro attenzione alcune cifre fornite dalla Commissione Mondiale per la Sanità: nel mondo un miliardo e quattrocento milioni di persone non hanno accesso all’acqua potabile. In Africa, nelle zone rurali meno del 60% dispone di acqua potabile. Noi in Italia con 40 litri di acqua facciamo la doccia, mentre per altri popoli tale quantità costituisce l’acqua per intere settimane. L’Italia è prima in Europa con i 1200 metri cubi di consumo e terza nel mondo, preceduta nell’ordine soltanto dagli Stati Uniti e dal Canada. Rispetto ai parametri europei non possiamo invece passare per spreconi: gli italiani consumano quasi 8 volte l’acqua usata in Gran Bretagna, 10 volte quella usata dai danesi e 3 volte quella che consumano in Irlanda e in Svezia. Allarme dello spreco anche da parte del WWF con l’ annuncio che le disponibilità pro capite d’acqua dolce in Italia sta scendendo dai 2700 metri cubi ai 2000 metri cubi. (2) Le cifre allarmanti riportate, ci dovrebbero far prendere coscienza della gravità dei problemi che riguardano il principio della destinazione universale dei beni, e i non meno gravi problemi ecologici. Questi richiedono un effettivo cambiamento di mentalità che induca inoltre ad adottare nuovi stili di vita, ispirati alla sobrietà, alla temperanza, all’autodisciplina, sul piano personale e sociale. In questo clima natalizio mi piace concludere questa breve riflessione con la seguente affermazione usata dal concittadino Prof. Fiorenzo Stirpe, ricercatore nell’ Università di Bologna, relatore in un incontro promosso, anni or sono, dalla nostra Associazione: “La Scienza dell’uomo, nel corso della storia, con lo studio e la ricerca ha scoperto solo in parte le ricchezze del creato, il resto è ancora tutto da scoprire”
E con questo sentimento carico di speranza che auguro a tutti buone feste.

(1) Cfr. Giovanni Paolo II Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2003;
(2) Cfr. (www.volint.it)