PENSIONI: I pilastri della pensione
La “previdenza sociale” costituisce uno dei
principali obiettivi degli Stati moderni e consiste nella tutela dei
lavoratori che hanno smesso di lavorare per motivi di età o sono
temporaneamente o permanentemente incapaci di farlo (per malattie,
infortuni, maternità). Al ricorrere di queste condizioni i
lavoratori hanno diritto a ricevere una rendita, cioè una somma di
denaro mensile; a chi smette di lavorare, dopo aver raggiunto l’età
minima ovvero in quanto versi in una situazione di incapacità al
lavoro, viene pagata la pensione, cioè una rendita
vitalizia. Tale rendita è reversibile, vale a dire viene pagata al
coniuge e, se minori di età, studenti o inabili al lavoro, ai figli
del pensionato deceduto.
Per poter beneficiare della previdenza sociale i lavoratori
debbono pagare mensilmente una somma di denaro che viene trattenuta
dal loro stipendio (i c.d.“contributi previdenziali”),
cui si aggiungono i contributi versati dal datore di lavoro. Il
versamento dei contributi è obbligatorio.
Il compito di raccogliere i contributi previdenziali e di pagare
le pensioni è affidato a soggetti pubblici specializzati, gli
Enti previdenziali. I principali sono l’INPS (che
si occupa prevalentemente dei lavoratori privati) e l’INPDAP (che si
occupa dei lavoratori pubblici).
La pensione obbligatoria (cioè derivante dal pagamento dei
contributi obbligatori per legge) costituisce il primo
pilastro della previdenza.
Considerato che la pensione obbligatoria può non assicurare da
sola un adeguato tenore di vita, i lavoratori possono scegliere di
destinare una parte del proprio risparmio alla costruzione di una
rendita aggiuntiva, versando contributi alle forme pensionistiche
complementari. Il versamento dei contributi è libero e volontario.
Le forme pensionistiche complementari si
distinguono in due categorie: i fondi pensione e i piani
pensionistici individuali (PIP), entrambi sottoposti alla vigilanza
della COVIP.
I fondi pensione costituiscono il secondo pilastro della
previdenza e sono istituiti da banche, assicurazioni, SGR e
SIM; possono essere chiusi o aperti. Ai fondi chiusi possono
iscriversi solo i lavoratori che appartengono ad una determinata
categoria (dipendenti di una particolare azienda, che svolgono un
determinato tipo di lavoro o residenti in una particolare Regione);
ai fondi aperti, invece, può iscriversi chiunque.
I PIP costituiscono il terzo pilastro della previdenza
e si realizzano mediante polizze assicurative (contratti di
assicurazione sulla vita a scopo previdenziale). |