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08 gennaio, 2009




 
 

Andamento Monetario e Finanziario. I dati più recenti confermano la graduale moderazione della crescita dell’aggregato monetario ampio e del credito evidenziatasi negli ultimi mesi. Essa riflette l’impatto dei più elevati tassi di interesse, dell’inasprimento delle condizioni di finanziamento e del rallentamento della crescita economica. Al tempo stesso, i medesimi dati continuano a indicare che il ritmo dell’espansione monetaria e creditizia di fondo è vigoroso, segnalando il permanere di rischi al rialzo per la stabilità dei prezzi nel medio periodo. In linea con tale valutazione complessiva, il tasso di crescita sui dodici mesi di M3 ha segnato un ulteriore lieve calo in agosto, rimanendo nondimeno elevato, all’8,8 per cento. continua

 

 

   
   
  Andamento Mercati Obbligazionari In Europa

Ecco un resoconto della Banca di Italia sull'andamento negli ultimi mesi del mercato Obbligazionario a livello Europa.

In settembre i rendimenti dei titoli di Stato a lungo termine sono rimasti sostanzialmente invariati nell’area dell’euro e in Giappone e sono calati negli Stati Uniti. Nei principali mercati mondiali l’incertezza degli operatori sull’andamento a breve termine dei rendimenti obbligazionari, misurata dalla volatilità implicita del comparto, è notevolmente aumentata a seguito degli avvenimenti delle ultime settimane che hanno completamente ridefinito il panorama finanziario. Come indicato dai tassi di inflazione di pareggio, le aspettative degli operatori riguardo all’inflazione a medio‑lungo termine nell’area dell’euro (e i connessi premi per il rischio) sono diminuite in settembre a causa dei timori sulle prospettive economiche. Infine, i differenziali di rendimento sulle obbligazioni societarie nell’area dell’euro si sono sensibilmente ampliati a causa delle gravi tensioni che hanno interessato di recente i mercati.

Alla fine di settembre i rendimenti dei titoli di Stato a dieci anni nell’area dell’euro sono sostanzialmente
invariati rispetto alla fine di agosto, collocandosi a circa il 4,3 per cento il 30 settembre. Negli Stati Uniti per contro i rendimenti dei titoli di Stato a lungo termine sono diminuiti di oltre 5 punti base, scendendo al 3,8 per cento alla fine del periodo sotto rassegna. Si è di conseguenza ridotto il differenziale fra i tassi di interesse nominali sui titoli decennali negli Stati Uniti e nell’area dell’euro che si è portato a -50 punti base alla fine di settembre. In Giappone i rendimenti dei titoli di Stato a dieci anni si sono mantenuti invariati, attestandosi all’1,5 per cento alla fine del periodo in esame. Con l’intensificarsi delle tensioni sui mercati finanziari mondiali, l’incertezza degli operatori sull’andamento a breve termine dei rendimenti obbligazionari, misurata dalla volatilità implicita del comparto, è aumentata considerevolmente su tutti i principali mercati. Dalla fine di agosto la volatilità dei rendimenti statunitensi è stata più pronunciata rispetto a quella dei corrispondenti rendimenti nell’area dell’euro: nella prima metà di settembre i rendimenti dei titoli di Stato negli Stati Uniti hanno dapprima segnato un significativo calo e poi una ripresa. L’andamento è ascrivibile ai tumultuosi eventi che hanno investito i mercati finanziari, fra cui la
scomparsa del modello di broker-dealer puro e il salvataggio dell’impresa assicurativa AIG. In un primo momento, questi eventi hanno innescato una riallocazione dei portafogli a favore di attività più sicure, spingendo gli investitori ad acquistare titoli di Stato. A sua volta ciò ha fatto scendere i rendimenti. Successivamente, i timori legati sia al piano di salvataggio proposto dal Tesoro statunitense – che prevede un pacchetto di 700 miliardi di dollari per l’acquisto di attività illiquide collegate a mutui e l’eventuale ricapitalizzazione di istituzioni finanziarie in difficoltà – sia al suo impatto sul bilancio del paese potrebbero aver moderato l’interesse degli investitori per i titoli di Stato, facendo pertanto risalire i rendimenti. In settembre i rendimenti dei titoli di Stato a lungo termine indicizzati statunitensi sono rimasti sostanzialmente costanti, a indicazione che le attese di inflazione degli operatori non si sarebbero modificate in modo significativo nel periodo in esame. Dalla fine di agosto si è notevolmente accresciuta
la volatilità dei rendimenti obbligazionari nominali a lungo termine nell’area dell’euro, sempre nel contesto delle turbolenze che hanno colpito i mercati finanziari. Nel periodo sotto rassegna
i rendimenti reali sui titoli indicizzati a dieci anni erano aumentati di 17 punti base e un incremento persino maggiore, pari a 32 punti base, era stato segnato dai rendimenti reali a termine a cinque anni su un orizzonte quinquennale. È probabile che questi incrementi riflettanouna variazione dei premi per il rischio. A settembre le aspettative degli operatori riguardo l’inflazione dell’area nel lungo periodo e i connessi
premi per il rischio, misurati dai tassi di inflazione di pareggio impliciti a termine, sono diminuite di circa 10 punti base. Il 30 settembre il tasso di inflazione di pareggio a termine a cinque anni su un orizzonte quinquennale si è collocato al 2,3 per cento. Nel periodo in esame anche i tassi di inflazione di pareggio a pronti a cinque e a dieci anni sono diminuiti di circa 10 punti base ciascuno. La moderazione delle aspettative di inflazione potrebbe essere ascrivibile ai timori degli investitori riguardo al possibile impatto negativo delle turbolenze finanziarie sull’economia reale.

Per maggiori info consultare il sito ufficiale.

 
 

 

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