BCE: Come va l'Economia nel resto d'
Europa?
Nella maggior parte degli altri Stati membri dell’UE non appartenenti
all’area dell’euro, la crescita del PIL è stata piuttosto stabile
nel secondo trimestre mentre gli andamenti dell’inflazione in agosto
sono stati contrastanti. In Svezia la crescita sul periodo
precedente ha continuato a diminuire, collocandosi allo 0,0 per
cento nel secondo trimestre (ben al di sotto della media di lungo
periodo pari allo 0,8 per cento). In Danimarca, l’incremento del PIL
in termini reali sul periodo precedente è salito allo 0,6 per cento
nel secondo trimestre (rispetto alla media di lungo periodo dello
0,5 per cento), dopo la crescita negativa del primo trimestre pari a
-0,8 per cento. In agosto gli indicatori del clima di fiducia dei
consumatori e delle imprese del commercio al dettaglio hanno
continuato a diminuire
in entrambi i paesi, mentre l’inflazione sul periodo corrispondente
misurata sullo IAPC è ulteriormente aumentata, portandosi al 4,8 per
cento in Danimarca e al 4,1 per cento in Svezia. Il 4 settembre la
Sveriges Riksbank ha aumentato il tasso di riferimento principale di
25 punti base al 4,75 per cento.
In tre dei quattro principali paesi dell’Europa centrale e orientale
la crescita economica è rimasta stabile nel secondo trimestre,
registrando un tasso sul periodo precedente pari allo 0,6 per cento
in Ungheria, allo 0,9 nella Repubblica Ceca e all’1,5 in Polonia. Il
tasso di espansione del PIL sul periodo corrispondente è
ulteriormente aumentato in Romania, dove ha toccato il 9,3 per cento
nel secondo trimestre. Gli indicatori delle vendite al dettaglio e
del clima di fiducia dei consumatori sono peggiorati nella
Repubblica Ceca e in Polonia nei mesi recenti fino ad agosto, mentre
sono rimasti sostanzialmente stabili o sono migliorati
rispettivamente in Romania e in
Ungheria. In agosto l’inflazione sui dodici mesi misurata sullo IAPC
è diminuita nella Repubblica Ceca (al 6,2 per cento dal 6,8 di
luglio), in Ungheria (al 6,4 per cento dal 7,0 di luglio) e in
Romania (all’8,1 per cento dal 9,1 di luglio), mentre è rimasta
ostanzialmente invariata in Polonia (al 4,4 per cento). Il calo dei
tassi di inflazione nella Repubblica Ceca, in Ungheria e in Romania
è stato attribuito in gran parte alla riduzione dell’impatto dei
rincari dello scorso anno, mentre in Polonia la vigorosa dinamica
salariale ha contribuito a mantenere livelli di inflazione elevati.
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