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RESOCONTO DEL  VIAGGIO A KRAGUJEVAC  22-25 OTTOBRE 2009

a cura di Amneris Bonetti

22\10\09, l’aria del mattino è fresca, la giornata si annuncia piovigginosa, dalla finestra della cucina guardo la strada, solo pochi minuti perché l’auto di Maurizio è già in arrivo. Qualche gioco di prestigio per riuscire ad utilizzare anche il minimo spazio rimasto ancora  libero nel capiente bagagliaio della Corolla Verso, e alla fine, come sempre, il miracolo si compie:  ci sta tutto!  nessun pacco rimane a casa.  E via, Amneris, Maurizio e Riccardo si avviano per l’ ennesimo viaggio solidale di Zastava – Brescia.

Prima fermata a Padova dove ci attende Bruno Maran, fotoreporter volontario che sta creando una monografia sulla Zastava. Saluti, presentazioni poi via, verso Kragujevac, alla guida si alternano Bruno e Maurizio, io e Riccardo dopo qualche ora di riposo e lettura prepariamo le buste delle adozioni:  inseriamo i soldi, controlliamo gli elenchi, i mittenti, il numero dei ragazzi: tutto OK. Ci raggiunge la chiamata di Gilberto Vlaic per informarci che è già a Kragujevac e ci attende presso la sede del Sindacato.  Questo viaggio prevede  infatti la presenza dei tre gruppi, di Brescia , Trieste e Roma ( Un ponte per… ) invitati alla stessa cerimonia  d’inaugurazione .
Il viaggio prosegue  tranquillo, nessun problema alle frontiere, tempo in miglioramento, un po’ di Beatles, , un po’ di disquisizioni sui massimi sistemi , qualche battuta e un po’ di risate circa la condivisione  dei panini.
All’arrivo il clima cambia improvvisamente: aria pesante, visi preoccupati, tensione.
Nella sede del sindacato, dove ci attende Gilberto Vlaic con i  membri del gruppo di Trieste, veniamo subito  messi a conoscenza che l’indomani sarà comunicato  il licenziamento di 2.000 operai della Zastava Auto,sindacalisti compresi.

Immediato cambio del programma: domattina alle 7.30 tutti, i volontari insieme agli operai, davanti alla fabbrica!

Giornata grigia e piovosa, davanti ai cancelli lavoratori silenziosi , Delke offre bandiere, io mi avvolgo le spalle con quella della FIOM BRESCIA, altri quella della CDL di Brescia, c’è anche quella della FILCAMS, qualche foto per documentare e anch’io mi avvio verso la fabbrica; all’ingresso del cancello c’è il servizio di vigilanza che mi blocca col braccio, vietandomi d’entrare. Raika discute con il rappresentante italiano della Fiat: ci viene ordinato di togliere le bandiere prima di entrare, lo facciamo.  Dopo poco ci fanno passare, piove, ci uniamo ai lavoratori raggruppati intorno al pianale del camion, dal quale Zoran Mihajlovic , Segretario del Sindacato Zastava Auto, sta parlando.

Denuncia i licenziamenti,  l’ accordo tra Fiat e Governo Serbo non rispettato, propone la richiesta di ammortizzatori sociali,  assunzioni di figli di lavoratori ora licenziati, di mobilitazioni forti in caso di ulteriori disattese degli accordi.
Qualche applauso,  silenziosamente l’assemblea si scioglie, respiro nell’aria sensazioni di  impotenza, di rassegnazione, di frustrazione.. …..  c’è un silenzio pesante… … piove.

Anche noi ci allontaniamo in silenzio, non vengono parole.

Proseguiamo nel programma che prevede una visita alla Scuola Tecnica per visionare la nuova, bella Mediateca (Sala di cultura Italiana) realizzata con la competenza e l’impegno che caratterizzano  l’operare di questo Preside e la sua comprovata serietà nel gestire oculatamente i nostri contributi economici.
Soddisfatti, rivisitiamo anche gli interventi precedenti: la sala mensa per gli studenti -  la saletta insegnanti dove ci è stato offerto ogni prodotto esposto al bar con la solita, calda ,generosa ospitalità di questa gente -  la sala polivalente per attività culturali dove veniamo raggiunti da suoni e rumori provenienti  dallo  spazio a fianco, sbirciamo incuriositi , un gruppo di studenti sta ballando con l’insegnante di. . . matematica!  restiamo tutti a guardarli:  sono bravissimi!!!!  Io resto sempre  affascinata da queste danze popolari così allegre , dai ritmi coinvolgenti, dai  movimenti scanditi, da questa gioia che ti trasmettono.  Loro si offrono ai nostri sguardi e ora ballano per noi.

Giungiamo ora  alla Scuola Primaria Popovi?. L’avevo già vista anni fa, ricordo i bambini della materna tutti seduti stretti lungo le pareti di una classe che in realtà era poco più di un corridoio, ora ci accoglie una stanza ampia, luminosa, dove, sui materassi azzurri soprapposti in fondo all’aula, sono seduti bambini e bambine curati negli abiti e nei capelli, come agghindati a festa; disposti lungo la parete a  fianco sono presenti i genitori che hanno preparato per noi cibi tipici, buonissimi che i bambini ci offrono orgogliosi dopo aver cantato e ballato per noi.
In sala insegnanti, parliamo con la Preside di un eventuale intervento sui bagni che sono in condizioni veramente  pietose: non percepiamo la stessa sicurezza e garanzia che ci ispira la Scuola Tecnica, qualcosa ci induce alla prudenza e ci riserviamo di valutare con più attenzione e più dettagli la cosa, preoccupati di gestire con responsabilità le nostre risorse comunque limitate.

Pranzo, un oretta di riposo . Ci aspetta l’inaugurazione della sala di fisioterapia presso l’Assoc. di assistenza ai malati di Sclerosi Multipla. Presenti, oltre a molti malati, tutti coloro che hanno dato contributi: il Comune di Kragujevac, Un ponte per… di Roma, Zastava - Brescia, Non Bombe Ma Solo Caramelle di Trieste, l’ Associazione delle Fotomodelle, le aziende fornitrici di manodopera e materiali , ecc.. Solita calda accoglienza, cibo, bevande, discorsi, intervista televisiva . …. .  poi siamo tutti invitati per la cena al ristorante della Croce Rossa Italiana.

Per me lì c’è un incontro speciale: mi aspetta la mia famiglia che abbraccio dopo due anni, gli occhi della mamma  sono sempre lucidi per la commozione. Vengono invitati a cenare al ristorante con noi, loro sono gente schiva, non si fermano, ma resta con me Marina che in questi anni mi ha sempre scritto e ultimamente mi manda sms  sul cellulare. Con un piccolo vocabolario che le avevo messo nel primo pacco inviatole, costruisce buffi e dolcissimi messaggi, io, più pigra, le rispondo in italiano. Anche durante la cena comunichiamo col vocabolario in mano, coi gesti e con gli sguardi. Rajka ci regala qualche minuto della sua mediazione ma è subito richiamata ai suoi doveri ufficiali.
 All’improvviso irrompe nella sala una rumorosa banda balcanica rom, la cui musica  infiamma gli animi, e molti dei nostri si alzano e iniziano i balli intorno ai tavoli, l’atmosfera è di festa, di gioia ,di musica . Rajka è stanca, non sta molto bene chiede di andare a casa, anch’io saluto e abbraccio Marina, il papà è venuto a prenderla, comincio anch’io a sentire il peso della stanchezza e con Riccardo mi avvio a piedi verso l’albergo. …saprò al mattino che Bruno e Maurizio invece sono stati coinvolti e hanno ballato fino alla fine. (… loro sono giovani!!!!)

La mattina prevede la consegna delle quote alle famiglie e il rituale scambio dei pacchi.
 E’ sempre un momento carico di emozioni : l’incontro con gli sguardi di chi è seduto davanti a te; le mani che stringono le tue a volte con forza, a volte sfuggenti quasi a tradire la voglia di sfuggire a questa realtà, a volte  tese semplicemente a ritirare la busta e ad andarsene  impermeabili, senza occuparsi di te, immerse nella propria preoccupazione. e i miei pensieri che vanno alla prepotenza di questo mondo dove la parte ricca possiede, consuma, comanda,  manipola a suo esclusivo arrogante indecente vantaggio l’altra parte.

Dopo pranzo siamo invitati nella sede del Sindacato, devono parlarci.
Clima grave, si parla dei problemi della fabbrica, del sindacato, del futuro dei lavoratori e dei sindacalisti, Rajka propone di venire in Italia con i vertici del sindacato di Kragujevac per tentare di far tornare l’ attenzione su una realtà della quale quasi nessuno parla più nel nostro paese.

Zoran aspira ad un sindacato europeo capace di  coordinarsi e sostenersi a vicenda facendo della battaglia di un paese  la battaglia di tutti i paesi dell’Europa,  io mi perdo nei pensieri e sogno un mondo in cui al  libero mercato globale si possa contrapporre un libero contratto globale che unificando contratti, salari e condizioni lavorative  chiuda ogni possibilità di speculare sulle guerre tra poveri.  

Stasera niente cena, per fortuna : verso le 18 siamo attesi in casa di Ana, famiglia di Maurizio, e sappiamo che ci sarà ogni ben di dio da mangiare.  Io ricordo Ana nel 2003, era  bella, sana con le guance rosse seduta in prima fila alla consegna, ma so che ora la troverò  incapace di camminare, la vedrò muoversi a fatica per casa trascinando le gambe malate e reggendosi con le mani alle pareti.  Ha finito la scuola, si è diplomata, ma ora che la malattia è sempre più evidente e invalidante non vuole più uscire, ha rifiutato tutti gli inviti proposti e per questo andiamo noi da lei a festeggiare il suo 19°  compleanno. Ci attende raggiante di gioia, bellissima, curata nei capelli e nel vestire, ci invita a gustare i cibi e ci accompagna  al suo computer per mostrarci parte delle 450 foto che ha scattato a Venezia: questa gita, alla quale lei ambiva da sempre, le è stata offerta da una catena di solidarietà la cui sottoscrizione era intitolata “il sogno di Ana”. E il volantino col disegno e il titolo è ora appeso in evidenza in camera sua.

Torno in camera stanca pur non avendo fatto nulla, stanca per tutti i pensieri le sensazioni, le gioie, le angosce vissute con intensità in questi giorni. Stanca di non poter far nulla, stanca di vedere la povera gente pagare, stanca delle ingiustizie del sistema economico di questo mondo, stanca degli eccessivi e offensivi privilegi ostentati con indecenza dai furbi .
Cerco un filo di fiducia, di speranza, che mi aiuti a trovare pace per la notte, sarà vero che dopo ogni temporale torna sempre il sole?

Dopo la pioggia e i temporali di bombe che hanno lasciato negli animi odio, paura, distruzione, morte, spero che la nostra presenza, pur fatta di piccole cose, silenziosa,  fedele negli anni, possa essere quel  raggio di sole che aiuta a riaccendere nei cuori la fiducia nell’altro, nella vita e nell’uomo.

Mi addormento con l’impegno di non cedere mai alla sfiducia, di lottare sempre, di tenere accesa nel cuore  la certezza che anche l’immensità del mare e’ costituita da umili gocce come me.

Alleggerita dal senso d’impotenza, rigenerata dalla dignità  di questa riscoperta consapevolezza , riposo pronta a ripartire domani con tutto il mio impegno per lasciare ai nostri figli un mondo migliore .


Associazione Zastava Brescia per la solidarietà internazionale - ONLUS
c/o Camera del Lavoro Territoriale di Brescia Via Folonari, 20 - 25100 - BRESCIA