Zastava - Brescia per la solidarietà internazionale - Onlus    

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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VIAGGIO A KRAGUJEVAC - Dicembre 2002

Sono tornati, lunedì 2 dicembre, i volontari delegati dalla nostra Associazione ad effettuare la consegna delle quote delle adozioni relative al secondo semestre 2002. La delegazione composta da Alfredo, Beppe, Francesco e Luisa, a cui si sono aggiunti Anna e Luciano che hanno scelto di accompagnarsi ad essi per vivere questa esperienza, ha realizzato tutto quello che si era proposto.

Il viaggio è risultato tranquillo anche se, come al solito, lungo ( 13 ore ) e, stavolta, un po' più faticoso del solito a causa del grande numero di pacchi, sacconi di plastica e fagotti vari che invadevano anche lo spazio passeggeri del pur capace pulmino. Infatti oltre alle quote, hanno portato i pacchi-dono inviati da numerose famiglie di adottanti di Brescia ai propri bambini adottati, oltre a quelli di vestiario usato e di materiale vario, destinato al Sindacato che provvederà successivamente a distribuirlo alle famiglie che ne hanno particolare bisogno. Dispiace che a causa della limitatezza dei nostri mezzi non sia stato possibile trasportare a Kragujevac tutto quello che molte famiglie di Brescia avevano messo a disposizione, ma è nostro intendimento cercare un mezzo di trasporto idoneo per poterlo fare in un prossimo viaggio.

L' accoglienza da parte del sindacato Samostalni è stata particolarmente calorosa: le delegazioni della solidarietà internazionale giungono a Kragujevac ormai da tre anni ed ogni volta l' emozione aumenta anziché diminuire. La sensazione di fare qualcosa di veramente essenziale per la vita di varie centinaia di famiglie di lavoratori è palpabile nella realtà in cui i volontari sono praticamente immersi per tutto il tempo della loro permanenza e dà a tutti nuove forze per continuare.

La scelta della nostra Associazione di far partecipare ai viaggi persone sempre diverse è giustissima. Proprio da queste ultime vengono le conferme alle nostre valutazioni circa la situazione sempre più catastrofica in cui milioni di cittadini europei, a due passi da casa nostra, siano costretti a vivere.

Ogni volta, infatti, è il solito pugno nello stomaco: si fa il giro delle famiglie a cui appartengono i bambini adottati dai membri della delegazione, si vive per qualche ora nei loro ambienti e, anche se la dignità e l' orgoglio di queste famiglie cerca di attenuare l' estremo squallore delle loro condizioni economiche e sociali, alla fine quando si torna nella propria stanza,in albergo, in tutti è presente la stessa amara sensazione e ci si chiede quali crimini possano mai aver compiuto questi uomini semplici per meritare un tale castigo,…..e i loro bimbi?

Eppure si fanno letteralmente in quattro per organizzare un' accoglienza degna per degli ospiti provenienti da quei paesi che tre anni fa hanno inviato i bombardieri che hanno ribaltato le loro vite oltre alle loro case e luoghi di lavoro. Eppure mai, neanche nei momenti di maggiore tensione, è venuta fuori una sola parola di rabbia nei nostri confronti: mi ricorderò sempre di quel padre di famiglia il quale accogliendoci nella sua umilissima dimora ci disse che al di sopra di tutti gli aiuti materiali che noi ogni volta portiamo, poneva il fatto che noi facevamo migliaia di chilometri per manifestare loro solidarietà e conforto e questo era un fatto che non avrebbe mai dimenticato.

C'è una grandissima solidarietà che unisce le poche forze di queste famiglie e questa fa si che possano affrontare i piccoli e grandi problemi della vita quotidiana. Si prestano le sedie per gli ospiti, la povera e magra gallina con la quale riescono a fare un brodo tanto gustoso e tante altre cose con cui riescono a mettere insieme un banchetto che da tempo non vedevano. Tante volte non partecipano al pranzo in ossequio ad una vecchia usanza contro la quale ogni volta cerchiamo di protestare ma inutilmente: loro stanno in piedi ai margini del tavolo a colloquiare con gli ospiti che in questi luoghi sono ancora sacri. Poi con la vecchia "600" Zastava, concessa in prestito dal vicino, vengono dalla periferia della città fino alla sede in cui verranno consegnate le quote.

Nel corso dei colloqui avuti con i dirigenti del Sindacato ed in particolare con Rajka che parla benissimo l' italiano, sono stati illustrati i progetti abbozzati per il 2003 dalla nostra Associazione. Si è perciò parlato della nostra disponibilità a realizzare una struttura di uso collettivo e sociale, la cui natura non è stata ancora stabilita in quanto necessita della partecipazione e dell' impegno di un gruppo promotore composto da lavoratori di Kragujevac ( cooperativa? ) in grado di seguirne la nascita e la successiva gestione.

Altro argomento affrontato è quello relativo al soggiorno in Italia di un gruppo di bambini, per un periodo di 2 settimane a fine giugno 2003, ospiti presso quelle famiglie di adottanti che si dichiarino disponibili e in condizioni di farlo. La nostra Associazione ha valutato che una vacanza seppur breve in un ambiente diverso da quello carico di tensioni di ogni tipo in cui vivono questi bambini, possa essere loro molto utile per riacquistare quella speranza nel futuro che può essere stata smarrita a causa di un troppo prolungato periodo di fatica di vivere e di stenti, causati dalla distruzione della Zastava e dalla sua mancata ricostruzione. Anche questo punto necessita di approfondimento soprattutto per quanto riguarda l' espletamento delle pratiche burocratiche che sia in Italia che in Serbia sono particolarmente lunghe e complesse. Cogliamo l' occasione di questa comunicazione per invitare fin da adesso quanti volessero accogliere il loro bambino adottato a comunicarcelo al più presto possibile: chiediamo solo di valutare con estrema serietà l' adesione a questa iniziativa che andrà poi approfondita nei contenuti con tutti coloro che vi aderiranno.

La delegazione ha inoltre proposto al Sindacato di verificare la possibilità di raccogliere presso le famiglie dei lavoratori gli oggetti di piccolo artigianato, quali i pizzi che molti di noi conoscono, i maglioni in lana lavorati a mano e quant'altro potesse essere posto in vendita sulla nostra bancarella a prezzi equi. Questa iniziativa potrebbe diventare una occasione di guadagno per molte famiglie che a Kragujevac hanno difficoltà a sviluppare i piccoli commerci a causa delle ristrettezze economiche in cui quasi tutti vivono.

I temi di ordine generale affrontati hanno spaziato sulle attuali condizioni politiche ed economiche della Serbia e sulle prospettive nel futuro prossimo. Particolare emozione hanno suscitato le notizie riguardanti la morte di numerosi lavoratori della Zastava che, subito dopo i bombardamenti, avevano partecipato ai lavori di sgombero delle macerie e di ripristino di due linee di produzione che poi la direzione aziendale e il governo avevano deciso di bloccare. Non si hanno dati certi né sul numero di morti né riguardo la patologia: sembra che qualcuno voglia imporre il silenzio su questo argomento che però piano piano sta trapelando. Del resto, anche a Pancevo, a pochi chilometri ad est di Belgrado, città sede di stabilimenti chimici di grande importanza, pesantemente bombardata e con il suolo, l' aria e le acque invase da tutti i prodotti chimici più dannosi alla vita, il numero dei morti è semplicemente raddoppiato nel 2000 e per quanto riguarda il 2002 sta andando ancora peggio, al punto che il Comune si è visto costretto a costruire un nuovo cimitero.

Noi, e non è solo il nostro punto di vista ma è una valutazione diffusa fra tutti quelli che operano in queste regioni, crediamo che, visto il disinteresse della comunità internazionale, a partire da quella europea, ben difficilmente si potrà vedere la luce nel giro di qualche anno. Purtroppo pensiamo che gli attuali quarantenni e oltre ben difficilmente vedranno una condizione di vita normale. E' una ben amara consapevolezza, molto amara soprattutto per chi è costretta a viverla; ma anche per noi che la constatiamo, credeteci, è molto dura da digerire.

Ci resta la speranza di poter fare qualcosa di concreto e di serio per i ragazzi e i bambini i quali, malgrado le precarissime condizioni in cui vivono la quotidianità, si impegnano molto nello studio e quindi nella ricerca di vie d' uscita per quando saranno adulti. Purtroppo nuovi muri, come sappiamo, impediscono la ricerca di una concreta speranza di vita nella emigrazione, che pur nella sua implicita tristezza, potrebbe rappresentare una soluzione, anche soltanto temporanea, ai problemi di ordine economico.

Noi continueremo ad impegnarci nella solidarietà concreta finchè ce ne sarà bisogno e siamo certi di avere tutta la Vostra comprensione. Ma la nostra battaglia politica sarà diretta ad evitare che maturino le condizioni che hanno portato tanti paesi della Terra al grado di miseria e di disperazione in cui versano. Pertanto svilupperemo le nostre iniziative innanzitutto contro la guerra, insieme con tutto quel vasto movimento che proprio in questi giorni sta cercando di fermare l' ennesimo massacro che i soliti potenti vogliono scatenare in altre parti del mondo, a cominciare dall' Irak. E dopo a chi toccherà?

GRAZIE. UN CORDIALISSIMO SALUTO A TUTTI
INSIEME ALL' AUGURIO DI BUONE FESTE .

p. l' Associazione Zastava
Riccardo Pilato

 

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