Oggi si tende a rimuovere l’idea che esista il demonio e l’inferno. Persino molti sacerdoti non parlano quasi mai di questi argomenti. Anche molti cristiani sono convinti che se l’inferno esiste deve essere vuoto. E questo perché si pensa che una pena eterna sia esagerata rispetto a qualsiasi peccato che l’uomo possa commettere. Va detto che l’esistenza dell’inferno e di Satana è ampiamente documentata dalle scritture. Sia nell’antico che nel nuovo testamento viene detto chiaramente che il demonio esiste e la pena eterna è pienamente giustificata dal fatto che il peccato mortale, essendo la negazione della misericordia di Dio, in quanto rifiuto consapevole e definitivo è offesa tanto grande nei confronti della divinità, da meritare un’altrettanto grande separazione e definitivo distacco dalla visione beatifica. Insomma, chi nega Dio e la predestinazione alla salvezza, rifiuta Lui e si auto-esclude dall’accoglierla. Facciamo l’esempio di un buon padre di famiglia che si trova non per colpa ad avere un figlio che lascia la casa e che si da alla dissolutezza, alla droga ed all’alcol. Egli sarà sempre in pena per le sorti del figlio, e sarà disposto a riaccoglierlo in casa e a perdonarlo, anzi starà spesso alla finestra sperando di vederlo ritornare da lontano ed al suo apparire gli andrà egli stesso incontro per riabbracciarlo. Se questo non avverrà, sarà esclusivamente colpa del figlio che insistendo nel suo comportamento rifiuta di essere accolto nella casa da cui si è allontanato pur sapendo che l’amore del padre sarebbe stato tanto grande. La sua separazione è stata definitiva e la mancata accoglienza non è imputabile al padre. Questo è, in estrema sintesi il significato della parabola del “figlio prodigo” che invece si pente e ritorna, e il Padre fa grande festa e lo accoglie abbracciandolo teneramente.
Nelle scelte umane però, il demonio ha una grande parte. Non è lui che opera direttamente (salvo in casi particolari), ma è certamente lui che induce al male, che suggerisce le azioni, che spinge verso il male rendendolo “attraente”, facendoci sembrare bene ciò che soddisfa i desideri della carne, facendoci sembrare godibili perfino azioni nefande. L’attrazione verso il male è contraria alla ragione eppure commettiamo il male. Oggigiorno, ma forse come sempre, anche se dovremmo accorgerci che stiamo vivendo tempi particolarmente dominati dal male, vengono commessi peccati che veramente “gridano vendetta al cospetto di Dio”. Si pensi all’abbandono da parte della madre di un figlio appena dato alla luce, ai rapimenti, allo sfruttamento della donna costretta a prostituirsi, allo sfruttamento dei bambini per il lavoro o per usarli come soldati, o peggio per venderli come schiavi o come “pezzi di ricambio” per ricavarne organi. Si pensi ai tremendi genocidi perpetrati nei secoli e che ancora vengono compiuti in molte parte del mondo, nonostante la ragione ci faccia comprendere che sono azioni abominevoli, soprattutto oggi che crediamo di aver conquistato livelli di civiltà mai raggiunti. Come mai allora si compiono simili nefandezze? Pare evidente che c’è una forza negativa che è superiore all’umana comprensione. È la forza del male che agisce attraverso la “tentazione”, che si approfitta dell’umana debolezza e della propensione al peccato che è connaturata nella natura umana a causa dell’errore che sta all’origine dell’umanità.
Come si può non vedere come oggi la mentalità corrente, supportata e vorrei dire istigata dai media, porta la maggior parte della gente a condividere l’idea che certi valori, ritenuti tali fino a pochi decenni orsono, non sono più atteggiamenti positivi anzi, sono da disprezzare o quantomeno da ridicolizzare o da attribuire soltanto ai “bigotti” e ai santi. Specialmente in campo sessuale, sembra diventato tutto lecito: la verginità femminile e maschile e la fedeltà coniugale non sono più ritenuti dai più dei valori da coltivare. “Fare sesso” è considerata una normale necessità che non va riservata ai soli coniugi, ma anzi, chi non lo fa, e prima lo fa meglio è, si limita nella sua espressione fisica più significativa; viene considerata una inevitabile necessità come il mangiare e il dormire, senza più riferirla allo scopo per il quale dovrebbe tendere in base alla sua specifica e naturale finalità che è quella del procreare. L’omosessualità non viene più vista come una pessima impostazione della propria sessualità che pertanto dovrebbe essere curata o controllata, ma come una libera interpretazione che va assecondata. Il corpo è considerato come parte principale della persona e quindi ad esso si devono dedicare tutte le attenzioni e cure. L’anima non viene quasi mai menzionata e comunque non si parla mai della necessità di curarsene. Ciò che appare, ciò che si vede è importante e del proprio corpo si tende a mostrare sempre di più, specialmente di quello femminile. La pubblicità sembra che non possa fare a meno di mostrare il corpo nudo, anche per prodotti che non hanno nulla a che fare con esso. L’inferno e il paradiso vengono utilizzati dalla pubblicità per scenette che inducono alla derisione, anche l’abbigliamento ecclesiastico è oggetto di spots pubblicitari. In molte trasmissioni televisive il matrimonio viene considerato una cosa d’altri tempi e, contemporaneamente vengono enfatizzati, accettati ed anzi incentivati, la convivenza, il tradimento e l’omosessualità. Fanno “audience“ i personaggi ed i cosiddetti “vip” che nella loro vita utilizzano la sessualità come un qualsiasi strumento di appagamento dei propri desideri e che quindi si sposano (anche in chiesa) e poi divorziano più volte nella vita; oppure convivono finché ne hanno voglia e passano da un partner all’altro senza alcun ritegno e senza alcuna preoccupazione per la buona crescita dei propri figli. Personaggi omosessuali squallidi vengono invitati a trasmissioni di “alto gradimento” per propagandare come lecita qualsiasi tipo di relazione. Il concetto di famiglia viene esteso a tutti i tipi di relazione possibili tra persone, per cui si vuol far passare per famiglie anche le convivenze e le relazioni omosessuali. Il diritto ad avere un figlio è inteso in senso egoistico, facendo riferimento esclusivamente a quello della persona che intende avvalersene e senza preoccupazione per il nascituro. Per avvalersi di questo diritto si pensa di poter ricorrere a qualsiasi opportunità offerta dalle tecniche pseudo-scientifiche. Dalla fecondazione artificiale a quella eterologa, al cosiddetto “utero in affitto”. Le ultime scoperte scientifiche inducono a pensare che presto si arriverà anche alla clonazione, evidente tentativo di volersi sostituire al Creatore.
Anche l’aborto è stato legalizzato (entro certi limiti) e quindi sta passando il concetto che il feto fino ad un certo periodo del suo sviluppo non sia una persona e quindi possa essere eliminato senza alcuna colpa. L’eutanasia in certi paesi è già stata legalizzata e vi si può ricorrere in determinate circostanze per dare “la buona morte”, come se la morte naturale fosse invece cattiva. Aborto ed eutanasia sono atti omicidi che ricordano drammaticamente il peccato di Caino. |
Com’è possibile che non ci si renda conto che siamo su una china che conduce dritti all’irreparabile per questa povera umanità? Com’è possibile che non si comprenda che dietro tutto ciò c’è lo stesso peccato originale che era la tentazione dell’uomo di mettersi al posto di Dio? Quindi dietro tutto ciò c’è sempre il “tentatore” per eccellenza: il demonio, che è estremamente abile nel non farsi vedere, nel farci credere che non esiste.
Chi va contro corrente, chi cioè non si adatta alla mentalità corrente, viene quantomeno deriso, e considerato retrogrado, non all’altezza dei tempi, fuori dal mondo.
Come si concilia allora la crescente richiesta di spiritualità, le manifestazioni d’affetto e di plauso che in genere accompagnano le iniziative del Santo Padre? La venerazione per i Santi, ed in particolare per gli ultimi arrivati, che alcuni di noi hanno potuto conoscere anche attraverso la televisione quando erano ancora in vita, i pellegrinaggi mariani e il grande impatto che hanno sulle folle?
Questo tipo di spiritualità è oggi molto diffuso, ma spesso si tratta di una spiritualità molto superficiale, che si accontenta di avvicinare argomenti di fede, senza penetrare in profondità per scoprire il vero centro della religione che è Cristo. Ci si accontenta delle apparenze o anche di certe evidenze, ma allo stesso modo si accetta qualsiasi altro tipo di spiritualità che non ha niente a che fare né col cristianesimo, né con la ricerca di Dio. È l’accostamento a forme di spiritualità di tipo orientale come il buddismo o forme di spiritualità di tipo “new age” che contemplano tutto e il contrario di tutto. Forme di religiosità “fai da te” che possono dare una parvenza di ricerca di fede, ma che vanno in direzione della ricerca di un “dio minore” fatto a misura delle nostre esigenze e tale da accontentare la nostra coscienza. Tutte le religioni e molte anche di quelle non monoteiste contengono “brandelli” di verità, ma la Verità non può essere che una sola e chi ha la fortuna, o meglio il dono, di scoprire Cristo, sa di averla raggiunta e quindi non sente la necessità di rivolgersi altrove.
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Maria:
la fede pienamente accolta
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Ma
Gesù è veramente il Figlio di Dio?
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Gesù
ci ha svelato il senso del dolore e della morte
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Il
male, il demonio e l’inferno
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Si
può credere per i miracoli, le apparizioni e i Santi?
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